Critica Sociale - Anno XXI - n. 5 - 1 marzo 1911

Critica Sociale f'?IVIS7'.fl (}_U/f\!JJICIN.IJLE'JJEL StJC/.flL/SilftJ Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lette,·e e vaglia a/t'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 Anno XXI - N. 5 Non, si venlle a 1uuntn·i se1Jarati MIiano, 1° marzo 1911 SOMMAlxIO Politica ed Attualità. fl. sociaH11l(t che ,:;i conleula: tnlvrno flf.l(i ri.fo1·111uelettorale (I~,\ CRI• 'l'ICA SOCIALI~ e Pror. GAJ:.:'l'ANOSA1,n:mNI). li i'OiilO di COIJtnu:toue 11et 1woùte111ct dett'abitazione (\luU. OIULIO CA· $,\LINI), Studi economici e sociologici. l:!11/. coucetto rH classe (A'\'\'. TULLIO COLUCCI), Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Frti LUn·L e mvtste: Precursori del socialismo moderno (f. p.). U11IJri,IJlo lit 1"itctrdo (G. liONACliU!iO). JHbUotecci dt p1·opaga11da. IL 50ClnLI5Tff CHE 51COHTEHTA (intorno alla riforma elettorale) L'amico prof. Gaetano Salvémini, inviandoci questo scritto, ci autorizza a non pubblicarlo, se mai ci sembrasse - com'eg-li si esprime -- " troppo forte »· Non v'è nulla., per noi, di Li troppo forte "' che riguardi terni così importanti in se stessi e in rap– porto alla vitalità del nostro partito. Nè, poichò ad Ivanoe Bonomi - che rappresenta, da un po' in qua, la v,era < 1 testa di turco ,, negli articoli salvéminiani - è riservata la più ampia libertà di difesa e, come a lui, a chiunque altri volesse intervenire con serietà di polemica, siamo noi che ci formalizzeremo troppo dello stile eccessivamente vivace del nostrn collabo• ratore. Lo stile è l'uomo, e ha ben diritto cli essere ncuto ecLatlìlato, quando è maneggiato a viso aperto, in lotta leale. Con ciò, pul' dissentendo qualche volta dal tono politico dell'amico Bonomi, che risponde ciel re~to al suo temperamento personale, non intendiamo sotto– scrivere a tutte le argomentazioni cli Gaetano Sal– vémini. E - più che alle argomentazioni, le quali possono dare occasione a una discussione utilissima -- al sentimento cli diffidenza, e quasi cli sospetto, in esse diffuso, contro quanti non si trovano uel p:·eciso stato d'animo suo. Contro questo spirito <li diffidenza sistematica insorgemmo già nel Congresso - che ci espresse, Salvémini lo sa, il pil1 incorag– giante consenso. Le difficoltà, in cui si av,•olge in quest'or~ il par– tito socialista, sono indubbiamente gravi, od esige– rebbero òa noi tutti, per esser presto superate vit– toriosamente, un'abnega.zione, che forse mal si con– cilia col gusto delle polemiche brillanti fra compagni. Accusarne il solo Gruppo parlamentare, che pur fa del suo meglio, coscienziosamente, per cooperare ad uscirne, è ricascare nella comoda unilateralità che il Congresso ha già sconfessata. Così - ci sia concessa, in questo esordio, una sola nota polemica - attribuire al Gruppo segrete e in– confessate simpatie per J;, riforma. Iuzzattiana, sai vo su qualche amminicolo, come il " voto obbligatorio " Biblioteca Gino Bianc -- quando fu proprio su questa riforma che il Gruppo, unanime, si è staccato dal Ministero; quando, nel voto obbligatorio, non vide che un accidente - e lo pro– clamò - dimostrntivo della impotenza ciel Governo a darci una riforma seria ed effficace, che fosse av• viarnento, e non inceppamento, verso il suffragio universale - è mancare, ci sembra 1 al primo dovere dello storico - il rispetto scrupoloso della evidente cd obiettiva verità. ~fa la polemica ha appunto questo scopo: cli re– stituire la verità nel giudizio del lettore spassionato. Apriamo dunque le cateratte .... LA CRI'l'lCA SOCIA 1 ... 1~. l...'on. hanoe Bonomi sta creando in Italia un tipo di socialista destinato a un successo colossale nella no• stra vita pubblica: il tipo del u socialista che si couM tenta , 1 • * •• Sull'Avanti! del 30 aprile HII0, all'indomani della pro• messa, fatta dall'on. Luzzatti, di provocare una legge per estendere il diritto elettorale a tutti quei cittadini, di cui si potesse " cautamente accertare,, l'alFaùetismo, così l'on. lloaomi spiegava gli effetti della 1woposta Luz– zatl"i: " Che cosa significa la proposta di estendere il voto a tutti coloro. che possono dimostrare di saper leggere e scrivere? Evidentemente vuol dire che la capacità del i.aper leggere e scrivere 1wn sarèt pih quella ris1tltaute dall'esame di p1"oscioglimento della 3a elementare. Basterù che l'efetto,·e sappia leggere e scrivere da sè il nome àel candidato per citi vuole votare. La proposta Luzzatti, in sostanza, ci sembra voglia essere un ripristino dell'arti– colo 100, per cui potevano, un tempo, essere elettori tutti coloro, che davanti al notaio comprovassero di sape·r fare la propria firma. :n In queste ultime parole c'era un errore di fatto: se– condo l'ar~. 100, occorreva, per es!lere elettore, non solo fare la firma, ma anche scrivere di proprio pugno la interR. domanda. La differenza è grande assai : a fare la firma un adulto analfabeta impara in poche sere; per scrivere una domanda di quattro o cinque righe gli occorre saJ}ere proprio leggere e scrivere: cioè gli oc– corre una frequenza scolastica di almeno sei mesi. Ma lasciamo andare. Quel che interessa osservare, è che il 30 aprile 1910, l'oa. Bonomi si contentava che, per acquistare il diritto elettorale, non fosse più neces– sario il certificato della 3a elementare, ma ùaf!tasse saper fare la firma. * :1, .:,. La riforma, su queste basi, sarebbe stata tutt'altro che disprezzabile: avrebbe rappresentato un allar~a– mento notevole del diritto di voto. :Ma chi l'avrebbe approvata nella camera attuale? Quella maggioranza di De Hellis, che costituisce intorno all'ou. Giolitti uu nucleo compatto e ottimamente orga-

RkJQdWJsaXNoZXIy