Critica Sociale - Anno XXI - n. 1 - 1 gennaio 1911

òRI1'ICA SOCiALÉ 11 Votanti per 100 iscritti 11egli undici Comuni- di popola• zione superiore a 100,000 abitanti: CITTÀ. 1895 1897 1900 190< 1909 --- --- --- --- Napoli 61,40 63,15 57,18 59,87 60,3 Roma 45,76 41,47 45,92 48,48 49,0 Milano 46,93 47,33 55,55 57,95 5517 Torino 60,44 57,08 65108 68,66 68,7 Palermo 52,87 49,25 50,49 61))8 50,4 Genova 27,87 33,19 37,82 55,59 50,5 Firenze 37,02 38,04 52,48 57,4l 62,2 Venezia 31,82 38,38 43,3 l 45,23 4i:>,1 l\Iessina 54,95 58,97 58,7i 66,98 27,2 Bologna 52152 52,20 59,16 60,49 61,2 Catania 72,32 66,06 57,41 50,71 52,3 Contro quesLa nostra Lesi, potrebbe da taluno muoversi l'obiezione che, dalle statistiche delle ultime elezioni generali, risulta che, mentre il nu– mero dei votanti è, negli ultimi quindici anni, in progressivo e notevole aumento nell' llalia set– tentrionale e centrale, esso, pu.r mantenendosi quasi sempre in senso assoluto superiore a quel– lo delle altre regioni, rimase stazionario, o è an– dato decrescendo, nell'ltalia meridionale e insu– lare, Per esempio, nel 1895 il Piemonte aveva il 57, 86 % cli votanti, ed Ila avuto nel 1909 il 6:J, 3; la Lombardia negli stessi anni è salita da li9, 89 a 66, 1; il Veneto da '17, 21, a 65, 1,; l'Emilia da 58, 79 a 67, 2, e cosi via, mentre neg·li stessi BBRGA:\IO CLUSONE TRF:SCORE BALN. 1892 33,95 (3) 48,01 (2) 28,42 (2) 1895 31,97 (5) 1G,U8 (2) 23,45 (lJ 1897 29,61 (4) 111,23 (!/ 22,89 (3J 1900 3ti,:>.9 (:lJ 2:1,116 \2J 38,98 \2) 1904 6U,ll (2J 44,49 (:lJ Gl,87 (2) 1909 4◊,86 (i) 60,12 (3) 56,40 \:lJ Per fortuna, le condizioni della provincia di Bergamo non sono, in quanto ad organizw.z10ne dette !orze clericali, quelle di tutta l'ltalia, ma non per questo l'esempio cessa di essere istrut– tivo, nel senso di dimostrare che i partit,i aella clemocraz1a • non possono a cuor leggero veder sancita una obbUgutorietà, che sarebbe, per gli incktlerenti, unu. costrizione, a dare il voto al candidalo che meglio rispecchi la loro apatia e incl,ecis10ne intellettuale, e, pei clericali, un invi– to a scendere in campo senza alcuna diserzione, Ma, a questo punto, i teorici, che non manca– no mai, i puritani, cl!e vogliono sempre l'ideali– smo e l'abnegazione negli altri, e specialmente, nei loro avversarii, si affretteranno a dire: ecco il disrnteresse dei partiti democratici! Essi chie– dono quelle riforme dalle quali oensano di poter trarre vantag·gio a scopo partigiano, ed avversa– no le altre dalle quali invece temono danno, Anche se fosse così, i partiti democratici non farebliero che imitare quei conservatori i quali, come a.bbiarno veduto, soltanto oggi pensano al voto obbligatorio e non certo per motivi ideali! Ma non è cosi; nè i partiti democratici potrebbe– ro trovare scusa ad una linea di condotta poco sincera nel !alto effe dì simile colpa fossero rei anche gli avversarìi, Non è così, prima di tutto, perchè soltanto per abbondanza noi abbiamo rinu,nciato a lJUtte le obiezioni teoriche accennate nella prima parte di questo scritto, ma, se non avess;mo voluto af– frettarci a climostram sul terreno pratico che cosa BibliotecaGino Bianco anni gli Abruzzi cadono da 73, 17 a 65, 8; la l:las!licata aa titi, 86 a o:!, 3; le Calabrie da 72, 9:J a 00, I!; la ::;,cwa aa i 1, :!2 a 62. a, ecc. (Jues,o fenomeno, moILo smgo1are, non urta pero col nosLro asseno che l'obbl1gatorielà del voto modilicherebbe le conctizio111vigenti più no– tevolmente nelle regioni in cui la situaz.ione dei partiL1 democratici è migliore, perchè io credo clrn la diminuz10ne della percentuale dei votan– ti rispetto agli ,scritti nelr!Lalia meridionale sia dovuta sopratu,uo all's,migrazione, e l'aumento delm stessa percentuale nell'ltatia settentrionale sia dovuta per una parte allo sviluppo dei par– titi democraLici ed ai proseliti da essi acquisLati, specialmente nelle generaz10ni giovani che a ma– no a mano consegui vano il diritto elettorale, ma, per un altra parte, e assai notevole, alla parteci– pazione sempre più intensa dei cattolici alle lot– te elettorali, Ora, è nostro avviso clrn, nella magg·ior parte delle provincie, quest-0 intervento dei cler1cal1 nelle elezioni sia soltanto parziale e che il voto obbligatorio darebbe impulso al movimento già iniziato, in n10do da fargli raggiungere, dovun~ que, i suoi ultimi effetti, E di qual portata possa essere questo movimenl'o può mostrar,ci la statisti– ca della percentuale dei votanti nei Collegi della provincia di Bergamo, nei quali, di elezione in elezione, noi vediamo le percentuali dei volanti segnare con indicazione certa la partecipazione clericale: !!:OGNO CAPRINO BERG. MARTINENGO TR}~YIQLIO 22,26 (2) 37,64 (3) 44,88 (1) 35,49 (1) 2t,54 (2) ;/4,81 (2) 43,19 \1) s:>.,oo (1) 1U153 (2) 15,:i8 (:lJ 34,43 (1/ 33,46 (iJ 11,Ul 2~)38 \i) ;:18,68 (11 51,SJ (3) 33,St 38,94 (1) 56,Ul:I (1) 77,89 (oJ 41,52 (2) 6~,06 (2) 60,60 l', 78,6~ (2) veramente significasse il voto obbligatorio, non ci sarebbe stato dillicile dimostrare come ciascu– na di quelle obiezioni bastava di per sè sola a far discuLere a lungo, se non a far respinger,e sen– z'altro, il voto obbligatorio. Ma non è così, sopratutto per un altro motivo: i nostri avversarii domandano come si possa qua– lificare per antidemocratòca una riforma che, in nn dei conti, aumentando il numero effettivo degli eletton, tende ad allargare le basi della Tap– presentanza nazionale, Potremmo rispondere rìa!Iermando che è meglio non voti chi voterà per forz'1 e quindi, presumibilmente, male, perchè altrimenti questo allargamento delle basi costi– tuzionali dello Stato sarebbe fatto con materiale di scarto; ma preferiamo clicl1iarare che, quan– d'anche realmente il voto obbligatorio rispondes– se acl un princ;pio ideale di giustizia e di demo– crazia, i partiti ,Popolari avrebbero sempre ragio– ne cli combaHerlo adesso, senza perciò incorrere nella accusa di partigianeria e di settarismo, InlaLti, sono tante le iniquità e le incongruen– ze del regime elettorale vigente ed esse avvan– taggiano tuLLea Lal segno i parLiLi di maggioran– za, che l'adottar.e una riforma, la quale, sia pure giusta considerata isolatamente, avvantaggi an– cora quegìi stessi partili di maggioranza, non servirebbe che a far tranoccare ancora più dalla parte cli questi il piallo della bilancia, accentuan– do maggiormente l'ingiustizia che deriva dal com– plesso dei nostri sistemi elettorali, Si dia a tutti i cit,tadini ,il suffragio, poichè su

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