Critica Sociale - Anno XX - n. 4 - 16 febbraio 1910
CRITICA ROCIALE montre, viceversa, coetitui11celiOVcntoIn principale cau~n del loro aggravamento ( 1 ). Ì•: ancora dunque noll'ignofanzu. o nel preg.udizio, cloò in fenomeni mornli indipendenti dall'emigrazione, che troviamo una delle cause di quest'altro gravissimo danno Imputato a quel movimento sociale. E concause. pure cfflCacissime, si hanno in altre caratteristiche della psicologia ,lei nostri lavoratori; caratteristiche che J)roc• fo!letono al fon.omcno emigratorio o non 110costituiscono corto un effetto. La principale ò la mania eccc!lsivn del risparmio o della 1>arsimonia. Abituati in patria a vivere con poco, i lavoratori clell'Jta.lia meridionale credono che, anche in America, con un clima rigido, e su la\'orl gra\'i este– nuanti, basti lo scarso nutrimento che usa\·11.noprima. li vitto degli Italiani noi campi tli lavoro agli Stati Uniti - ossoT\'a Il dott. Stella - non uguaglia, J)er qualltì1, quantili1. \'arlotà e prezzo, neppure quello degli SIM•i o degli Ungheresi negli accampamenti e nelle pensioni {bo<n-di,,g liouses) ed ò molto inferiore alla media di quello dei luora.tori di altro nazionalità. Jn sroncrale, per il vitto o l'alloggio negli accampamenti (li ln,•oro, tra operai In genere o operai italiani, si ha questa differenza di spo!la monsilo: operai in genero dollari 18,00 operai italiani fi,90 differenza 11,10 La •liffcrenza enorme dimostra corno I no~tri operai avrebbero margino por migliorare di molto il loro nu– trimento, pur non rinunciando al risparmio. Ma essi Invece seguitano a Jovnr-'li il pane di bocca per mettere rorti somme eia parte. 1 • L'abitudine molto comune negli Italiani - nota an– cora il dott. Stella - di fare a meno della prima cola– zione (breal.·fast), di cui la pratica ha dimostrato agli Americani l'indispeneabllltà, e l'lnsufllcienza di nutri– mento a mezzogiorno, quando l'organismo ne ha plì1 bisogno, riducono i nostri la,•oratori in uno stato d'inedia lentamente progressiva o di conseguente arresto nello scambio materiale e rllnamico, cui Ni associano altera– zioni nella strutturn interna dei tessuti. Così queRtl malnutriti Hnlscono co\l'anrlare incontro a fenomeni di autocombustione, di autoconsunzione, i quali esauriscono I loro grassi, sprecano le albumine dei tessuti organici fino all'ultimo rima.!mglio di energia; o Allora si spa– lancano le porte dell'anemia, della tu\Jercolosi, della morte.,. Altra perniciosa caratteristica del nostri lavoratori, e specialmente del merirllouali, è Il desiderio dell 1 agglo– meramento1 la nostalgia dell'urbanesimo e della citt:l congeeta; caratteristica che deriva appunto dal modo com'i: oggi distribuita la popolazlouo nel Mezzogiorno d'Italia. Data la ma~la del risparmio, dato l'alto prezzo del fitti nelle grandi città 1 si comprende di leggierl In quali orridi tuguri o in quali asfissianti casermoni deb– bano ammassarsi I nostri emigrati. E si comprendo pure quali debbano essoro i risultati per la ealute fisica o morale. Fermandoci alla prlma, ci basti osservare como le statistiche abbiano dimostrato che tanto maggioro è Il numero del morti di tubercolosi quanto pili la popo– lazione è densa. Infine, altra. causa Importantissima della tubercolosi ,,a trovata. nell'alcoolismo, essendo provato che l'etisia, quando non ò dovuta ad aerazione lnsufllcionte, ò dovuta all'abuso di bevando alcooliche. Anche qui la paura di (') \'. In proposito. La dlffHlù>llt dtllfl lubtl'e<IIOli fm "" w,,w,., mql& Stflli UniU.,. - comunicazione rAtla O.Al 11011. Antonio Stella al congresso 1111erna1.to11111le O. lla rnberco\osl 10111110 a Washington nel 11rttemhre 1908, RJ>C1Hler t oppo nel nutrimento, e la fiducia cbo i liquori J)Ossano farne la ,•eco od abbiano una grande potenza corroborante, Rpingono i nostri Ja\'oranti a fare uso del dannosissimo trllisl.·y, che por loro, non abituati a simili ,•eleni, riesce più esiziale che per gli indigeni. )la, constatato ciò, non ci pare Il caso rii gridare l'anatema contro l'emigrazione 1 nonostaulo il timore di l)flllSare per peiislmi lll'tlrioti all'occhio della Rignorina Bor.nardy. Jnuanzi tutto, crediamo nccos11ariodistinguere emigrazione da omlgra.ziono, o meglio emigrato da omi- 1-{rato.Oeneralment1J, g-lil lo ossennn11110 1 110110 gli emi– urati con famiglia quelli che \'eugono a risentire tutti gli svantaggi i <lOnoe-.-.i che guadagnano· di meno e che spendono di 1,iù 1 o che perciò sono spinti più degli nitri a lesinare sul vitto e sull'alloggio. Quando si parla di malattie prodotto dnll'emlgrazione o 11eno fan le statl– Hlicho, bisO!,{ncrcbbo somf)rO separare In ,:eruppi diversi lo donne e i fanciulli dagli uomìul, o, tra questi ultimi, gli uomini che hanno emigrato ~oli eia quelli che hanno emigrato con i loro. I noi tre, non basta constatare che un renomeno pro– duce dei mali, per condannarlo inappellabilmente. Sa– rebbe come conRlgliaro il suicidio quale rimedio ai guai della vita. O~ni medaglia ha il suo rovescio, o la forza intelligente dell'uomo là. veramente si esplica ove sa eia ogni cosa scnrt:i.ro Il malo e trarre il maggior utile pos• slbile. Così 1 so dal Oo,·crno e dai Comuni, dalle Socieltl e dal pri,•ati, nelle scuole diurne e in quelle serali, con apJ)osite conferenze 0 1 giorno J)Cr giorno, a ogni occa– siono propizia, pazlontemonte 1 iufaticabllmonte si Ra• posso esplicaro l'attività che occorro por educare il no.litro popolo a una concezione meno bestiale della vita e gli ei face~so comprendere che la salute ò In prlncl ~ palo delle ricchozzo e la più sicura fonte di guadagni; che I primi frutti del lavoro vanno in\·estlti in essa; che l'emigrare Con la famiglia non è convenlonte;che l'alcool è un velenoi che la vita urbana è 1>ossibilmente da ruggirsi, e via dicendo; allora l'emigrazione, in bre\'0 volger di tempo, diventerebbe una. IJene,dizlono J)er tutti, e, !~parendone gli inconvenienti morali, ne crescerebbero nncora più, si pub star sicuri, i benellzi economici. !{!– toniamo infatti un assurdo quanto pensano I pessimisti: elle I vantaggi economici dell'omlgrazlono non possano ottenersi se non a costo di una J)rofonda miseria morale. ... Visti i mali prosentl,dobbiamo dnro un'occhiata - come ci ripromettemmo - a quelli passati, por consta.tare se csl~te \'eramento quella granfie differenza a danno del– l'emigrazione, che da alcuni si afferma. Notiamo in 1>rimo luogo, riguardo alle Infermità, come non tutte quelle, che si ,•nnno ,·criHcando con un lm– presf!ionante crescendo nei paesi d'emigrazione, sono, por ciò soltanto 1 posteriori a. questo fenomeno o un risultato di esso. Si tratta sposso di azioni di cause - quali Il suolo malarico e lo disagiate condizioni ocoMmiche - che determinano tanto il deficiente sviluppo fisico della razza quanto l'emigrazione stessa. Cosl ritene,·a anche un competentiesimo 1 il pror. Augusto Uosco, Il quale fa– ceva rilevare In proposito come Provincie e Cireoudart tlell'ltalia sottenlrionalo o centrale, da cui si ha uno 11carsocontributo all'emigrazione transoceanica., superino, por numero di coscritti riformati a cagiono di malattie e di imperrezloni 1 molto Provincie e Circoudari meridio– nali ('). (') rror. AVOl!STO tlMCO: l!tmlgra:lom~ dtl llt:-:oq/Ol'/10, In Gioi• .. """ 1lrgli Fi:0110111/d/, voi. s2, serie t•.
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