Critica Sociale - Anno XX - n. 4 - 16 febbraio 1910
CRITICA SOCIALE 53 ILPROBLEMA DELL I EMl&RAZIOftE V. Effetti morali. È queato, forae e senza forse, almeno in apparenza, ,Il lato più brutto dell'emigrazione. Qui sfilano in lugubre corteo i fantasmi della degenerazione della razza, della disorganizzazione e dell'aceral\a delle famiglie, della delinquenza. Infantile, della corruzione dei costumi, del gluoco, della prostituzione, dell'adulterio, della 11lfllide 1 dell'alcoolismo, della tubercolo9l 1 e chi più oe ba più ne metta, senza contare l'umiliazione, Il disdoro che, secondo alcuni, procura alla patria l'esercito nomade, analfabeta, rozzo~<telnostri lavoratori. Insomma, ce n'ò quanto basta perchò, agli occhi degli impressionabili, i vantaggi eco– nomici, che enumerammo, siano eeppollltl sotto una rn• langa enorme di sciagure o di vergogne. Si vuole avere un'idea dei frutti morali che adduce l'emigrazione? Ecco un quadro dipinto alla brava da Amy Bernardy, secondo impressioni dal vero prese in una Odcurstone in Abruzzo: a Lo aracelo, nonostante le splenJlde quallfa ereditarle ftslche e morali della stirpe, minaccia la salute delle cittadinanze, la integrità delle famiglie, lo stato civile di neonati e nascituri; e intacca di sifilide e di tisi le generazioni non nate ancora .... 11 li venti per cento del ritornati, almeno, sono tuber– colosi: il due o tre per cento vengono senz'altro a mo– rire sotto Il cielo nativo. Solo chi ba veduto può eaperc che tristezza è nei ritorni delle donne e dei bambini che vengono a prendere aria nativa. Non tento una percentuale del reumatici nè dei slfllltlcl, due forme di malattia che l'Abruzzo Onora Ignorava o quasi. In paesi come Alfedena, dove la tubercolosi non ha precedenti, re ne sono ora otto o dieci casi, ed erano scalpellini e selciaroll, gente che vh·e fuori della città congeste, anche In America. Tracoma ce n'è, ma non ancora molto dif– fuso nella sua propria rorma 1 sebbene esista più ahbon– <1antemente in quella di conq'iuntlvlte rollicolare. E, rra tanti a-ual, fortuna vuole che con l'America meridio1ialo Il traffico siR.più poco; chò di là tornano 1 dal Bra~\lo come dal Messico, non pochi lebbrosi (ordinariamente lebbra tubercolosa); e ora comincia a vederei la fram– boesla troptcale 1 meglio cono!lcluta sotto li nome di boubas, cbe pii>.Infierisce nel reduci di Peacolànclano. "Compenso? Sicuro: per lo più tubercolosi e sifilitici e reumatici e alcoolisti hanno guadagnato, intanto, di che farsi delle belle case nuove, Igieniche, pulite; l'emi– ~uzlone ba fatto diminuire I delitti violenti, SA pure ha fatto aumentare le querele per diffamazione e rese fre– quenti le Orme false e le frodi i Inoltre, a mleura che gli uomini imparano che vendicare l'onore delle loro donne nel sangue, specie col rischi che corre quell'onore in terre di frequente emigrazione, è una Ingenuità in~ dego& di individui moderni e clvlll, le donne da parte 1 loro cominciano a credersi uguali agli uomini nel diritto al marmocchio Illegittimo, e autorizzate alla rappresa– glia In ratto d'infedeltà maritale. Il ohe darà gran gioia, per avventura, a tutti coloro che di questo ahi! troppo abbagliante candore delle case nuove e delle distese della piccola proprietà circostante molto si allegraoo, e grandi per la civiltà e per la patria voglion trarre gli auspici. Ma non vedono coatoro, per dio, con anima di Italiani e con tristezza d'umanità universale, la più an– tica e tenace virtù della stirpe degenerare fra le nuove mura, aallr l'effluvio de' nuovamente posseduti campi nel petti minati dalla tubercolosi, e Il candore delle case nuove macchiato dai trabocchi dell'emottisi? ,. ( 1 ). Le tinte del quadro sono forti, non c'è che dire, e rorse anche un po' caricate per amor dell'effetto, ma, in eosh,nza, quanto dice la Bernardy per l'Abruzzo coln– chle con quanto hanno detto Taruffi, De Nobili e Lori (') AIII.Y .&.. 81::RS.&.RDY: U mfragglo dell'oro, In Glo,·nale d'Jtallo del to noTernbre im. per le Calabrie, Lacava per In Hasllicata, Yillarl per il Bellunese, ecc. A noi, però, prima di scagliare la pietra contro l'emi– grazione o rinnegare l'ottimismo che nl.lbiamo dimo– strato ein qui, incombe l'ol,Uligo di e,aminare se tutti I mali sopraccennati siano proJ)rlo un effetto Immediato e necessario rlel movimento emigratorio, e se, prima di tale movimento, negli Abru1.1.i,corno in Dasilicata 1 come In Calabria. come in tutte lo parti d'Italia da cui ai emigra, ,,1 erano dav\·ero quelle invidiabili condizioni di vita, quella salute, quella rellcità. arcadica, quella idil– liaca povertà suena 1 che si rll,n•ano dalle lamentazioni · dei larulalore$ lenqxwis CICii. . .. E cominciamo dal distinguere - glncchò siamo in un camJ)O morale - i vizi tlallo sciagure. In tanto rurore di rinascente idealismo e di trionfante 1,ragmatismo 1 non cl ò J)Ormesso di conrondere gli uni con le altre, e degli uni e clelle altre ritenere· ugualmente imputabile il caso o.,. l'emigrazione. 1n ratti, esaminate bene le cose, che cl ha da ,•edere questo renomeno sociale con l'alcooli:-mo, con la siflllde, con l'adulterlo 1 la prostituzione e la de– linquenza Infantile? Non è forse possibile emigrare te– nendo loutani sè e le proprie famiglie da simili eccessi, I quali poi, ,•iceversa 1 si verificano, anche con più viru– lenza, tra i lavoratori che non amano muoversi dal loro paese? f.,'alcoollsmo, per esempio, ò 1 per gran parte, il pro .. dotto diretto dell'igoora11za 1 la quale, al lavoratore emi– grato come a quello rimasto, ra ritenere l'alcool la mi– gliore delle sostanze nutritive o corroboranti. E se, col crescere dell'emigrazione, l'alcoolismo si diffonde sempre pila anche nei paesi che ne erano esenti, ciò avviene perchò l'emigrazione ne costituisce spesso un motivo occasionale 1 e non gìà perchè 09!1& ne sia una causa vera e propria. l lavoratori del Mezzogiorno, finchò re- 11tanosotto l'influenza benefica del clima nativo, non sentono, In generale, il bisogno di bere; all'estero, in– vece, o specialmente nell'America del Nord, il clima più rigido, il lavoro J)iù pesante e 11esempio degli Indigeni (i quali non banno imparato certo dall'emigrazione ad ubbriacarsl) li spingono all'uso eccessivo di bevande spiri– tose. Contratto il vizio, lo partano naturalmente !n Italia; ma, Il giorno in cui il popolo comprenderà, come hanno compreso le classi agiate, che l'alcool ò più nocivo che utile, cesserà l'alcoolismo in patria e all'estero, e si di• mostrerà a chiare note come emigra.dono ed ubbrlacbezza non siano due termini iodlssolubili. Del resto, una causa. non piccola dell'alcoolismo ò puro da rlcercar:1i nella crisi vluléola, ,a quale spiega come Il vizio del bere si sia diffuso anche fra coloro che non emigrano e nelle regioni che al movimento emigra• torio dànno uno scarso contril.luto. " La crisi del vino aftèrmata ln un ttuo discorso !'on. Giustino Fortunato - non soltanto affama il Mez- 1.o~iorno, ma. 1 ciò che forse ò peggio, comincia l11ggiù a diffondere, e non laggiù soltanto, un nuo,·o flagello, quello dell'alcoolismo. Conosco paesi dovo oramai si bevo pli1 ,·ino che at'qua, do,·e la po,•era. gente Inganna Il tempo e la rame ubbriacandosl i paesi dove l malarici Immaginano di potere sostituir<\ con efficacia, il vino al chinino. ,., Non ò duuque questione d'emigrazione, ma, dove non è questione di abbrutimento e di miseria, n cui per ora solo il movimento emigratorio sa porre in qualche modo rimedio, è questione d'Ignoranza e di pregiudizio. E questi mail spetterebbe al Oo, eruo e alle classi dlr!– gentl di sradicare.
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