Critica Sociale - Anno XIX - n. 24 - 16 dicembre 1909
37-1 Cllf1'ICA SOCIALE fermarci quanLo :·e.:;perienza inscgna 1 anche negli scioperi ordinari: e cioè .che i movimenti cli difesa riE>s~onoassai più diflìc1\mcnte di quelli cli con– quisi.a o di a\t-acco, e che più son vasti. e minore è la probabi\lk\ di vittoria .. \Itri eocfll.cicnti della sconfìlla proletaria furono !a mancata so!idarietù dC'i ferro\·ieri e dei postelcgraflci, la scarsa. adc– siouc data da alcune categorie, il deplorevole ri– larclo nel del1bcrarc da parte di altre. i\la, al\'in– ruori della constatazione di oneste cause parz!a:i, C'lw hanno lull'al più contribuito ad affrrUare J'in~uccesso del" movimento, rillre e più i111por!an– ti considerazioni generali possono trarsi, come insegnamento, da questa baUaglia. Anzitutto essa sembra confermare la. falalilil chiusa nel motto lal,ino: Non bis in idem. Si ò gcncra\rnente osservalo elle tutLi i grandi movi– menti prolclarì riescono felicemente una volta soltanto. li pl'irno sciopero generale svedese eb_bc I11ogonel 1902: ri parteciparono più di cenLornIltt operai e riuscì vittorioso. Gli ope1:ai disertarono gli stabilimenti per 118 ore, sfilarono in corteo daranti al Parlamento e sotto le fìnestrc del re, chirdendo il suffragio universale - e il re, per timore di peggio, concesse la riforma rlettorale coll"allargan1cnto ciel sunrag10. Da quel giorno :a borghesia svedese aperse gli occl1i e iniziò l'opera (li organizzazione sul terreno politico ed econo– mico. Gli incluslriali crearono dapprima la I1'ede– .razione dC'll'indusLria mineraria, poi quella delle industrie S!derurgiche, quella delle tessili e via dicendo, riunendole poi Lutte in una potente Con– federazione, strcua da ferrri legami di solidarie– tà. Questo sodalizio padronalr, all'inizio del!o scio– pero, si fece aprire, presso un Conson.io di se– dici Banche, un credito di circa 12 milioni di lirf'. Con questo lesoro di guerra si pùò affron lare serenamente la hat.la17lia! lnvecc gli operai hanno dovuto lottare colle povere risorse denr lol'o Casse e coi pr0renti in– errt.ì drlla solirlarirtù internazionale - e soltanto nl drcimo µ;iorno t, stato <1istrih11ito agli ;'('iopr– ranl,i il primo socc·~rso (li :-iOO nrnrchi: una goccia d'acqua nPI mare! Ecco d11nq11e la prima tcrrihilr diffi('o!h\ rhe il pro!rlnriato si trora a dovrr s11- prrarr quando incr6cia h' l)ra('cia: lr riscrvr di provriste <li vivrri, di cla11a1·0 r di ricchrzza rhe la horghrsia possrrclr. -· r1nposlaln sul IC'rrrno piatto clrl 11 chi la duro, la vincr i,. la bai.taglia 11011 può che rsserr disasLrosa prr· la classe Javo– rnlrirr. Qui si rivrla infatli l'illnsionc della supe• rioriHl numrrica, ai=;solttla e lT<'SrrnlC', del prolP– larialo puro su luUo il complesso drgli altri elr.– ment,i sociali. ltwecr, si è ossrrvalo elle la. 8orieU1 sr.g11rin lulli i paesi un pror<'Rso prrennc dì dif– frrenziazione e ch0, n1rnll'r, dall'un canto, il cam– po dr\ semplice la\'oro m~rnualc si restringe srm– prr pili, dall'allro tende invrrr nel rstenclersi il c-ampo di qurlh' forme lulrn1li di allivili1 111nana chr, con lr- categorie degli insrgnanti. degli im– l(icga!i. d0i professionisti, ecr .. sono destinate a fornire non .1:rrnrri di ronsumo, ma quri srrv1z.i ~ quelle comodilù della vita. the la ('ivill(L c·onli– nuanwnlc diffonclr r molliplica. \la <·'1\ di pili, I.a fraseologia soeìalisla, della quale <"i sian10 nnlrili prr parrcchi anni, ci ha ahil11ali a considerare il prolctarial.o comr la classe, i11('Ui si (: rifugiato tulio quanlo di bel!o, di fOl'!r. di rrnil'o sopravvive nel mondo. o ln hor·ghPsia. <·0nw una t'lassr in isfarrlo, print di ngni idrnlilil r di ogni for;;m, rorrolkt nno allr nlidnlla, ineopacc cli rc5islC'11zPfirr'o e di inizia– li\'<' audaci. l◄:hbrnr, questo ò un nrore. Labor– µ-l1rsiD. chr parve useirr affranta dal fra\·aglio drl!a l'i\·0111zin11r fr-ancesr r delle ri\·oluzioni na– zi{)nali r JKl1riollii"lw, dà ogµ·i prova di una ripre- sa 1nirabile di forzr, di un vigor di vita insospet– t-alo. l•:ssa, è vero ha dalla sua parte il clanaro, la collura 1 le armi. l'ap)JOggio ~elcipubblici pote– ri, ma questo non bastrrebbe, se non sapesse a,_,_ che difendersi 11 corpo a corpo))' dando esempio di l'esistenza, di sacrificio, di coraggio personale :-- ùi lui.te quelle virtù, insomma, cl10 pe_rparec– chio tempo abbiamo creduto rnonopol10 cleIIa classe lavoraLricc. Vedelc i grandi conOilLi del lavoro. Nello scio– pero agrario di Parrna - che fu la più aspra bat– taglia di classe cornba!Luta in Jtal!a - la scon– fitta proletaria non fu dovuta al\'111lcrvento op· pressorP dei poteri pubblici, rappr_esent~ti da uri prefetto che non nascose le sue s~mpatie per la Carnera del LaYoro, 11ò alla brulalilà dei solclali, che spararono diecimila colpi di fucile senza neanche ferire un gatto sulle grondaie. Chi naccò lo sciopero, oltre l'a11dacia. teppistica delle banclr armale clri u liberi lavoratori n, fu la resistenza della Associazione Agraria, fu. in altre parole. l'a:,ionc rfri·etta ddhi classe bol'ghese. Ormai è provalo che. quando occorre, i signori si rirnbor– cano le maniclw, affrrrnno gn strumenti di fati– ca. agguantano i bastoni. ill]JH1p-nano le rivollclle. 1,; un uomo ne vale 1111 altro ... Nel grande sciopero generale della SYezia si ve– rificano gli stessi fcnonl('nì. Dopo il p1·imo pe– l'IOclo cli sbigoLLimcnlo, la bor-ghrsia riorganizza i servizi essenzia!i, rialLiva con forze proprie la produzione e la circolazione della ricchezza, tor– na a far pulsare 1~ vil:a inlerrotla. Ed ecco sorge– re i corpi armaLi di 1, liberi lavoratori)), costituirsi una polizia, più strettamente cli classe_, à. c6té della polizia governativa; ed ecco gli 111gegneri che fanno da conduttori di tram, gli sLuclrnti che si offrono a falciare le messi, conii, baroni, com– mercianti e avvocati che fanno i facchini, le si. gnorine ehc fan le crumire, e via. dicendo. Per fortuna il grande sciopero s\·ecl('se si P ~\·01- lo con una calma incredibile: spn;,:a il minimo alto di violrnza, ('vitanclo così repressioni sangui– nose. :\la il frnomrno della rrsislrnza borghese\ aggravato clall'inlervrnto go\·nnalivo, si ripro– durrebbe in prooorzioni rolo~sali, so domani il proletariato lrnlas:--r 1111 colpo pill decisivo. Ne– c-r~~arìainrnlr, falalmentr, al di ltt d'un cerio li– m!lf', lo scioprro genC'ra\c clovrchhr shoccare nrl– la insunezione armala. con tutti i suoi orrori r.::ang11inosi, eol suo buio mistero. J•'. allora l'ul– tima parola spetlorebhc alla repressione militare: e il moneto assisterebbe al più sanguinoso dram– ma drlla storia, di fronte al quale la Co11111nc di P_aris-i sembrerebbe un ~:ioco cli fanciulli impa– z1cnf.1. Ma lasciamo pure da parlP qursla visione cala– sl,roftca. Anche ammrsso chr la. parlita (lrbhn C'sserc vinla da clii possicdC' non la forza {IC'Ichl– naro e delle armi. ma quC'lla dpl numrro <' dc.l:e volonlù, l'esito appare srmpre dubblo cd incrr– to... Abbiamo visto chr, il prolrtariato propria– rnrnte clcLt.o, o meglio il proletariut,o oualiflcato, organizzalo r volentr, rostiLuisc0 una minoranza numerica nella socirtà civile. Contro e.li esso slan• no non solo la horghrsia capifalislica nel signifi– cato risLrctlo della parola, ma Jp innumeri classi r solloclassi della pircola. borghesia., le c-atrgorir r i ceti rnedì; rppoi l'immrnsa armala cli risCrva dri disoccupati, degli incosrirnli, (logli slrarcio– ni, degli_ sq11aliflcati: la plebe, il quinto stato l'orrido L1.t1npe11prolrra1·iat 1 rhc a.nela a prenclerr il posto de! qual'lo stato - il serbatoio immane dr! rrumiraggio che la soriC'l<ì capitalistica. porla e portrr;\ sempre nC'llr sue \"iscerc. Anche am– messa, in via d'ipotesi, la più assoluta nrulraliliì dri pubblici poteri. ammesso cioè che l'esrrcito
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