Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909
CRITICA SOCIALE 361 che si è già detto. Si può, peraltro, a~g-iungere che, siccome l'eleYato prezzo dell'affitto dipendo, in ultima analisi, eia una penuria di alloggi, la costrnzione di alloggi per impiegati rtvrà per benefica. influenia di diminuire la richiesta di quelle abitnzioni modesto che piì1 mancano sul mercato, facilitnndo la solu– zione del problema per le altre classi. Ma esiste uu argomento ancor pi1'1 decisivo, questo: 11011 OCC(wre affatto che lo S(afo imponga nuoi,;,saci·ifici, perchè può, senza costo di spesa, dare la casa a buon mer– rato e igie11iw a chi gli poi·ta U meglio della prop1·ia attivitlt. !.,'esempio che pili ci incoraggia a battere questa via ci ,•iene dalla Germania, che - da oltre un de– cennio - ha iniziato una politica delle abitazioni a vantaggio dei suoi dipendenti e l'ha risolta con sempre maggior estensione e larghezza di vedute. I primi tentath,i 1:10110 legati allo sfruttamento delle miniere di cui lo Stato prussiano è JH'Oprietario nelle provincie Renane. La Prussia vi costrusse villaggi operai a tutte sue spese, o incoraggiò alla costru• zione di cottages, con concessione di terreno, o di premi, o di credito a massimo buon mercato. Queste varie forme d'intervento non furono, però 1 dissimili. e per l'ispirazione e per l'attuazione, da quelle di ogni altro imprenditore che - in regione inabitata 1 con deficiente mano d'opera - voglia attirare e fis– sare al suolo una maestranza nuova.. La nuova politica delle abitazioni per impiegati non incominciò che più tardi, nel 1895, in Prussia, colla domanda di un credito s1>eciale di L 6.250.500 da parte del ministro von .Miquel. Da allora, il potere legislativo intervenne oltre sette volte, con nuovi, più cospicui stanziamenti, come risulta dalla tabella seguente, cho ricaviamo da. uno studio molto documentato di Maggiorino l•'errnri~: Legge 1895 L. 6.250.000 1898 6.250.000 1899 6.250.000 1900 6 250.000 190'.t n 15.000.000 1908 "I 1j.000.000 1904 n 18.750.000 1905 ll 18.750,000 L. 92.900.000 Più tardi intervenne il Governo dell'Impero, sulle orme deJI'esperimento prussiano, e, in pochi anni, destinò 65 milioni alle case degli impiegati della. Posta, della :Marinn 1 delle Ferrovie, del Canale Gu• glielmo. Ma, per avere una idea complessiva, esatta, <lei grandioso movimento ted!;!sco,bisognerebbe anche tener conto delle forti somme di danarò investite in case poi dipendenti dei Municipi. Si tratta, oramai, di poco meno cli trecento milioni di lire, destinate .-:t risolvere questo problema, nella sola Germania. Nell'attuazione del programma, quali vie pratiche f11l'Onoprescelte? Da principio si fece larga parte alla costrnzione diretta. Le grandi amministrazioni delle Poste, delle F'tirrovie, dei Comuni provvidero esse il loro personale di alloggi, nel medesimo tempo che provvedevano agli edifizi dei servizi di uso pub• blico .. Ma questo metodo palesò due grandi incon– venienti : il costo elevato delle costruzioni, l'ecces· siva uniformità di esse, con un carattere di accomu– na.m ento, poco piacevole e poco gradito. La seconda fa.se , che durn tuttora e prende sempre maggiore esten sione, è caratterizzata dagli aiuti alle associa– zioni cooperative dei funzionarì. Il Governo, gli Enti locali, concedono terreno al prezzo di costo, al massimo buon mercato, o si ac– contentano di cederlo in affitto per un lungo periodo di anni alle Società cooperative. Lo Stato, diretta- mente, gli Bnti loc1tli, direttamente o indirettamente colla garanzia in proprio, danno capitalo a mite in– teresse, al 3 o poco più %, o pel' l'intero ammon– tare delle costruzio11i, o per il 90 ¼ del ·1oro valore, colla garanzia dell'ipoteca. Lo Stato prussia1to - per rendere più facile e largo il credito - ha anche acconsentito ad accettare la sec onda ip oteca, offrendo alle Cooperative il mezzo di trovn.re altro credito colla t)rima ipoteca. Un Uffici o special e, organizzn.to dallo Stato, provvede a fornire statuti, piani finan– ziari, piani tecnici. Con questa somma di provvi– denze, non è eia. meravigliare se in dieci anni la cooperazione edilizia deg·li impiegati abbia potuto fare passi colossali. ~id i risultati furono ottimi, n on solo perchè of– frirono una difesa agli impiega.ti contro la penuria di alloggi e la usura s ulla casa, ma perchè effetti– va.mente realizzarono il massimo buon mercato col massimo delle comoditit igieniche. Col capitale al 3 ¼, coll'ammortamento, in 47 anni, colle spese di manu– tenzione e di amministrazione tenute con ogni par• simonia, il prezzo di affitto potè rimanere dal IO a.I 20 °/ 0 inferiore al prezzo di affitto ordinario. I lG.400 appartamenti, costrutti in Prussia a tutto il 1903 dallo Stato o dalle CooperA.tive accreditA.tc, costarono 70 milioni. Ognuno di essi ebbe un costo di costruzione di 5200 lire e potò essere affittato a 208 lire annue, in media. Cl sistema cooperativo, col l<a-go credito dello Stato, si mostrò capace di realizzare il massimo buon mer– cato, seguendo al tempo stesso i bisogni, i gusti dell<' diverse categ-orio e delle singole località, riuscendo ad essere anche un mezzo gagliardo di educazione sociale. Ci è impossibile - data la ragione di questo scritto - moltiplioaro gli esempi a scendere a det– tagli che pur sarebbero importantissimi. Da.Ila Germania passando all'Italia, il quadro muta: 1>iccoli esperimenti e timide audacie. li più vasto tentativo dello Stato a favore dei suoi dipendenti fu determinato da una condizione di cose affatto peculiA.re. L'arsenale mar ittimo e mi– litare della Spezia ebbe bisogno cli u.na nuova popo– lazione operaia e fu giuocoforza allog arla. \Tenne, all'uopo, conclusa una convenzione, nel 1885, tra il Ministero della Marina e il Comune di Spezia, ven• nero costrutte 62 case pel valore cli cinque milioni e mezzo. Le spese di viabilità, fogna.tura e illumi– nazione superarono il milione di lire, e sorse così il primo e più grnndc nucleo di città operaie, diretta emanazione dello Stato. L'impresa si può dire riu• scita, anche dal punto di vista economico e sociale. .Ma. per gli impiegati delle amministrnzioni cen· trnli o delle amministrazioni locali, nulla che non sia stato la legge 11er le case poJJOla,·i, timidissima nella prima edizione del 1903 1 ancor troppo timida nella sua recente revisione. Solo da poco, nella legge speciale per Roma e nella sistemazione delle Casse di previdenza fe1Toviaria, la nostra legislazione ha introdotto due element.i nuovi. .E'u 1\utorizzato un prestito all'lstitulo delle case degli impiegati di Roma per la somma. ragguardevole di dieci milioni. l!'u autorizzato un esperimento, con una. iniziale do– tazione di trenta milioni, per le case dei fetTOYieri, a cominciare dagli agenti e dagli impiegati meno retribuiti. Sono troppo recenti le leggi, sono solo ora in preparazione gli esperimenti, sicchò non si può de– durne gran luce per l'avvenire. Ma una osservazione $i presenta spontanea a chi ha esaminato e s~gue il movimento per le case dei ferrovieri, e l'osserva– zione è questa: a.nche in tale campo l'nccentramento e Ja forma. più disperante di burocrazia irragione– vole minacciano di soffocare nelle fasce un'iniziativa, che pur si presentava piena di promesse.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy