Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909

366 CRITICA SOCIALE 16), ed ora con senso di ,·anità raccomant'la: "Racconta quante gran cose il Signore ti ha fatte . 1 (Mat·co, v, 19). Ora ingenuamente prescrive: 11 Siate semplici come co– lombe ,,, ed ora astutRmente consiglia: 11 Siate prudenti come serpenti 11 ( Matteo, x, 16). Ora insegna: " Onora tuo padre e tua madre " (.liat– teo, xix, 19), ed ora: 11 Se alcuno non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i figliuoli, e le sorelle, non può essere mio discepolo " (Giov., xiv, 26). Ora fa il cosmopolita: u Andate e ammaestrate tutti i popoli ,, (Matteo, xx:nu, 10), ed ora fa il nazionalista: u Non andate verso i Gentili ,, (.1.lfatteo, x, 5-6). Ora insegna: e, Io voglio misericordia e non sacril:izio" (Matteo, 1x, 13), ed ora tutto il contrario: u Va, mostrati al sacerdote, e offerisci l'offerta che Mosè ordinò n (Mat– teo, vm, 4). Ora asserisce: " Non pensate che io sia venuto per annullar la legge ed i profeti, .... anzi per adempierli 11 (Matteo, v, 17) 1 u Or egli è più agevole che il cielo e la terra passino, che non che un sol punto della legge cada n (Luca, xvr 1 17), ed ora infrange più o meno aper– tamente le prescrizioni della legge sugli olocausti e i sacriflzì (Matteo, 1x, 13), sull'adulterio (Giov., vrn 1 11) 1 sul giuramento (Matteo, v 1 34), sul taglione (Matteo, v, 38- 1 .lt), sul sabato (Jl/alteo, x11 1 1·8), sul digiuno (Matteo, LX, 14 15), sul divorzio (Marco, x, 1 t), sulle contaminazioni (Matteo, XY, 19), ecc. Ql1esta contraddizione profonda del dualismo evange– lico e cristiano è troppo chiara per essere dissimulata dagli storici e critici di ogni colore. Anzi il Renau, con uno dei suoi elegantissimi paradossi, afferma che fu ap– punto questa contraddizione che assicurò la fortuna del cristianesimo; sostiene che perchè fu a dOJ}piafaccia il pensiero di Gesù fu fecondo. In verità non arriviamo a comprendere il valore ideale e pratico di tale doppiezza, nè la fecondità. di tali malin– tesi, come non arriviamo a rinvenire il segreto inesauri– bile degli Evangeli, ognuno in contraddizione con se stesso, tutti in contraddizione fra loro, e poi in comraddlzione col Vecchio 1'estamento e colla letteratura apostolica. E veramente per logica univer~ale ogni contraddizione serve a confondere le menti e a far perdere cli vista la verità.; ora a questa legge come può fare eccezione il cristianesimo? li preteso segreto inesauribile si riduce ad un linguaggio e ad una condotta da mauiaci. Gesù predica, fa miracoli, 8i contraddice, inveisce, insanisce, piange, soffre, muore, e sa che così dev'essere. Ma, se cosl è predestinato dal suo padre celeste, che si sbiz– zarrisce a creare vittime e carnefici, o perciò è il solo responsabile, confessiamo che gli -Evangeli ci sembrano una pessima farsa, e che d'inesauribile non r.ontcngano che il contrasto col più elementare raziocinio. •"'* Quali delle due facce di Gesù, dunq·ue, è storicamente più vera? Gesù, dunque, fu migliore o peggiore di quello trasmessoci dagli Evangeli? La. risposta non è tanto facile, perchè - malgrado i progressi della cristologia - mancano molti elementi sicuri per pronunziarsi coscienziosamente. Taio risposta forse non si potrà. dare mai, in quanto i primi cristiani, per la loro ignoram:a e per la credenza nella prossima fine del mondo, lasciarono scarsi document.i, che anda– rono distrutti da1 tempo o dalle persecuzioni di una chiesa che ne veniva ad essere smentita. od avversata. :Ma,se è clifficlle dimostrare con qualche precisione quanto Gesi1 abbia perduto da un lato, e quanto abbia. guadagnato dall'altro nella fortunosa. redazione degli Evangeli; se è impossibile stabilire una linea sicura rra gli orrori della leggenda e le verità della storia i puro con molta approssimazione si può ammettere ch'egli abbia guadagnato molto, perchè la storia tendo sempre a soveriU1,come a generosità tende sempre la leggenda. Ad og!Ji modo 1 so non si può affermare con sicurezza quanto di vero o di falso vi sia nel Gesù degli Evangeli, si può con sicurezza affermare che, eosl come gli Evan - geli co lo presentano, Gesù è una figura bifronte, bella da una parte e brutta dall'altra; essa è il riftes8o delle due anime che agitano ancora l'umanità, l'anima sel– vaggia dell'odio e l'anima. civile della solidarietà; essa è l'incarnazione del pensiero razionalmente sano e del pensiero misticamente malato dell'umanità. lo Gesù da un canto troviamo orrori grossolani e pre– giudizi volgari propri del popolino ebreo e delle tribù barbare; dall'altro precetti e massime sublimi 1 le quali, molto prima che negli Evangeli, si trovano noi libri del bramanesismo, del buddismo, del parsismo, del mosaismo, del paganeiamo 1 come pure in alcuni predecessori e con– temporanei suoi, quali furono Antigono di Soeo, Fama– liele, Filone, Gesù di Sirach, Hiller e molti a.Itri. Gesù non fu 1 dunque, 1:he un ripetitore; lo riconosce anche il Renan quando dice che fu un chan11eur, un incantatore, un mago, nel senso buono di questa parola. La glorificazione di Gesù fino al fastigio degli onori divini è una di quelle grandi ingiustizie a cui la storia ci ba abituati. "'falvolta - dice Giuseppe Ferra.ri - si esagera l'errore di attribuire ad un uomo il lavoro del suo tempo, riferendogli altresì quello delle generazioni anteriori e posteriori, ed allora nascono davvero gli dei della leggenda. Così nacque Gesù Cristo col lavorio di quattro generazioni perrlute nella ignoranza e nei furori di una capitale distrutta. Ma si restituisca agli Ebrei la tradizione che rappresenta, ai credenti del suo tempo la favola che si appropria, ai Romani lo stoicismo che egli trasporta nelle region°i trasmondane, a tutti i popoli l'idea di abbattere tutte le barriere che li separano, facendoli vittime di una città iniqua; e finalmente si renda agli Apostoli, ai Padri, ai Dottori, ai Concili l'idea di fare del martire di Gerusalemme il liberatore di tutte le genti, il creatore primo .di tutte le epoche posteriori con un furto anticipato su ogui uomo futuro, e cadrà. al livello di Me.rie o di Velleda, certo al 'disotto di La– bieno. 1, ( 1 ) E questo furto antico continua ancora. Senza tener nessun conto delle contraddizioni e delle anomalie paz– zesche, il Renan chiude la sua Vita di Gesù con queste parole: " Il suo culto ringiovanirà di continuo; la sua leggenda. strapperà Jagrime senza fine; i suoi patimenti commuoveranno i cuori migliori; influe tutti i secoli proclameranno che fra. i figli degli uomini uno più grande di Gesù non è nato mai. u Certo il Renan - come tutti gPidealisti - si limita a giudicare solo un lato della figura di Gesù, il lato più bello, più umano, più sentimentale, e questo anche iper– bolicamente; l'altro lato, il brutto, l'inumano, il psico– })atico - che pure non ignora - lascia ai sanguinari segua.ci di Guzman, agl'ipocriti partlgiaui cli Lojola, agli idioti ammiratori del beato Labre, lascia, insomma, al clericalismo. G. BONAOIUSO. La CJ'itica Socia.le e il Temt)O: per l'Italia, anno L. 22, semest,·e L. 12.

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