Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909
CRlTICA SOCIALE 365 detti alle costruzioni edilizie. JI loro contegno, durante alcune visite, fu così aggressho verso l'Ispettore, che questi perdette molto dell'entusiasmo ond'era anima.to . " Pel' otteuel'eun soddisfacente risultalo nella, preven• zione degli infortuni, è mdisprnsabile 1n·omuoverel'educa– zione (/elle masse operaie. (Co,1tfnua). Al,ESS,\NDIW SCHIAVI. GESÙ BIFRONrrE Nello sfondo della tradizione e della storia la figura di Oesù ergesi gigantesca; se da._un lato però emana una proiezione luminosa 1 che affascina anche i liberi pensatori, dall'altro proietta un 1 oml>ra nera che la rende pauroaa agli stessi credenti. Alla prima s'ispirano tutti coloro che, come Francesco d'Assisi, vanno cercando amore o pace; alla seconda si volgono tutti coloro che, come Domenico Di Ouzman, s'inebriano di odio e di vendetta, e contro gli altri e contro se etessl. Egli è cho la 1·eligio11edelfri co11co,·dia o la religione della ost1utù - come H. Spencer ( 1 ) qualifica le due ten– denze della psiche umana, che si ripercuotono in ogni chiesa o in ogni gruppo - negli Hvaugeli sono intrec– ciato cosl, anzi sono così confuse, cho non si possono districare in modo veruno, e i,ertanto gli }!)vangeli po– tranno servire ai buoni, che ne ricaveranno sempre forza e conrorto, come ai malvagi) che vi troveranno sempre giustificazione o perdono. Da questo contrai;to evidente la figura di Oesù risalta birronte 1 come il Giano antico, e crea quel grande equi– voco, che involge ancora. tutte le discussioni sul Cristo e sul cristianesimo. Se non si chiarisce questo doppio aspetto della dottrina evangelica; se non i:iiha una no• ziooo esatta di questa contraddizione Intrinseca a tutto ìl cristianesimo, ogni discussione in proposito sarà in– concludente; tutto le conseguenze che se ne vogliono tirnre resteranno partigianamente inreconde. Secondo il punto di vista da cui la quostione si guarda, studiosi della stessa intelligenza o di J>arl buonafede si dibatteranno perennemente nell'equivoco 1 senza potersi mal acco~tare alla verità, ch'è questi\.: la letteratura evangelica - ed anche l'apostolica - è uno zibaldone d'insegue.menti sublimi e d'insegnamenti spregevoli; l'e– vangelismo quindi racchiude due dottrine contraddittorie, che adducono a due concezioni opposte della vita, a due indirizzi differenti della condotta individunlo e sociale. La cosa non deve sorprendere ove si coIÌslderi anzi– tutto il temperamento morbosamente mistico di Geslt - come di tutti I mistici - impressionabile, mutevole, fiacco. Inoltro, sul principio della sua missione - dice I•:. Renan - la eua predicazione, lontana dal le controversie, ru soave o dolce, come la sua eloquenza ru c11lma,libera, poetica. Ma, in seguito ai contrasti, la mitezza naturale l'abban– dona; di fronte allo opposizioni a poco a poco si esalta, s'inasprisce, polemizza, perfino inveisce duramente, ag– gredisco violentemente. All'Idillio del Oesù della Galilea s'mtroccla la tragedia del Gesù della Oludea; alla pro– paganda di amore e di perdono si alterna quella di odio e di vendetta, che racchiude quella intolleranza teologica, quel fanatismo religioso, cbo il medioevo doveva svilup– pare in modo tanto crudele. 1ll t [l.le dualismo, cbe avvinghia Il J)ensiero o l'azione di Oesù, tutto ò nebuloso e fluttuante, niente è chiaro (I) h!ll'od/ftl-Ot1e {ti/() studio della l'Ocloluglll. e preciso: il su'> reg,w di /Jio sulla terra si presta alle interpretazioni più diverse; la rivoluzione morale a cui mirava il suo idealismo porta a conseguenze opposte. Questo dualismo 1 ch'è organico al pensiero di Gesù od è originario alle causo che presiedettero alla redazione dello cosidette sacre scritturo, foreo viene aggra.\'ato dagli errori degli amanuensi di buona o di mal[l. fede; dalle glosse dei poco scrupolosi interpolatori; dalle cancella– zioni e aggiunte dei fanatici settA.rt; dallo difficoltà delle traduzioni, o qualche volta dalla Ignoranza dei tradut– tori. I diversi temperamenti immancabilmente dovettero riflettervi, più o meno, le diverse tendenze. Per questo gli antichi teologi non erano obbligati a nessun canone e potevano accettare o mono quei libri o parte di libri dell'Antico e Nrwvo 1'estamento, sui quali a\•essero qualche dubbio o sospetto. Sl rifletta che il ca~ none cbrnlco, quale oggi l'abbiamo, fu compilato contro diversi altri canoni verso Panno so dell'era volgare, pro– babilmonto dalla scuola sacra di Jnbno; il canone cri– stiano ru ftssato al secolo V dal Concilio di 'l'rento, dopo ohe la chiesa vagò incerta per ben 15 secoli fra mo!ti e differenti cataloghi biblici, o gli Ecangeli furono scelti arbitrariameute fra una cinquantina dello stesso genere. Prima dl allora quelle scritture, ohe si pretendono divi11ame11te ispfrate, si di\'idevano In accettate, contra– stale e apocrife; e prima ancora in <lidue, wnane e dia– boliche. Mancano di esse i tosti originali j si conoscono però circa 2000 codici antichi diversi del Nuovo 'l'esta– meuto, dove si sono rinvenute 150 mila varianti. Immagini ognuno che sorta di storia i credenti vene– rano noi libri sacri e che sorta di documenti gli &torici hanno a loro dit1posizione ! . .. I documenti che la chiesa cristiana ci ammannisce sono quelli che sono e non possiamo crearne altri; se HOno strani o spe9s0 ridicoli, non possiamo supplirvi colla nostra fantasia se non fino a uu corto punto; lo nostre induzioni più logiche ci porterebUoro a creare un Oesù Ideale e romantico - como a molti ò accaduto - dalla storia ancora più lontano di quello evangelico, che qualche residuo stoTico pure deve contenere. Percorriamo, dunque, gli Hvangeli e, senza mietere a piene mani fra le 143 contraddi1.ionl rinvenutevi da 'l'ommaso Scotto fra quelle ancora pili numerose rive– late da ~\ D. Strauss, limitiamoci a poche essenziali e J>IÙgrossolaue 1 quante bastano al nostro còmpito. Gesù s'Ispira ora all'amore o alla giustizia: "' Ama il tuo prossimo corno te stesso 11 (Matteo 1 xix, 19), u Amato i vostri nemici ,, (Matteo, ,,, H), 11 Perdonate settanta ,•olto sotto ,, (Matteo, XYlll 1 22); ora. s'Ispira all'odio o alla vendetta: u Ogni albero ohe 11011 fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco ,, (Matteo, "11, IO), (I Cogliete prima le zìzzanie 1 e legatele in rase!, per bruciarle 11 (Matteo, x111 30), "Egli ha la sua ventola in mano, rac– coglierà il grano nel suo granaio, mn arderà la paglia col fuoco Inestinguibile ,, (Luca, 111,I7). Ora predica la tolleranza: " Chi non è contro a noi è per noi 11 (Luca, 1x., 50), ed ora l'Intolleranza: "Chi non ò meco, ò contro a me 11 (Luca, x1J 28). Ora afferma: "lo son venuto in quoeto mondo per fttr giudicio 11 (Giov., 1x, 39)) ed ora al contrarlo: "' Io non giudico alcuno n (Giov., vrn, 15; xu, 47). Ora dice: " È la mia testimonlauzti ,·erace 11 (Giov., vm, 14), ed ora all'opposto: " La mia testimonianza non ò vorace ,, (Giov., ,· 1 31). Ora fa miracoli e con senso di modestia avverte: " Ouardate che nessuno lo sappia n (Matteo, 1x, 80; xn
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