Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909
CRITICA SOCIALE sono tenuti in condizioni migliori da quelli retti da altre persone w (pag. 202). Dunque i convitti rappresentano un miglioramento igienico nel dormire e nel mangiare e, spesso, nella pulizh~ personale, mentre, in certi casi, provocano in– convenienti per la mancanza di moto e di aria libera, e costituiscono un ostacolo per il controllo degli orari. Vediamo ora il lato economico. Per le ragazze presentano un certo risparmio. u Non considerando le spese straordinarie - scri,•e l'ing. Lo– catelli - e quelle per vestiario, un'operaia spende in un convitto per vitto ed alloggio da L. IO a 15 al mese; in qualunque opificio un'operaia, senza alcuna speciale abilità 1 può risparmiare da L. 5 a L. 15 al mese, cioè da L. 60 a L. 180 all'anno; ma un'operaia provetta, che lavori a cottimo, può arrivare a risparmiare da L. 400 a L. 500 al l'anno. ,, Questo è però, ancora, l'aspetto migliore. Nel Circolo di 'forino, dove i dormitori sono in continuo sviluppo, si osservano altri inconvenienti. " Per la difficoltà di trovare personale laico atto allo scopo di sorveglianza e di amministrazione elci convitti, gli ludustriali ricorrono all'opera delle suore, anche perchè, e principalmente, esse si incaricano di fornire quel numero d'operai che eventualmente potesse occor– rere allo stabilimento. Si ò infatti tro,,ato in un con– tratto privato il seguente articolo : " Le suore provvederanno quante ragazze sarà. possi– bile trovare, purchè abbiano un preavviso cli un met:ie.,, Oltre a ciò, circolari di autorità religiose fanno premura a tutti i parroci di favorire la ricerca di operaie ratta dalle suore. In generale, i risparmi ratti sul vitto vanno a van– taggio delle suore. Jn un solo caso andavano a favore delle operaie. L'impegno delle operaie è sino a 5 anni, e a garanzia rilasciano una data somma; i risparmi sono veraati in un libretto intestato alla madre superiora, e le spese cli ritorno a casa sono a carico delle operaie. Nel periodo di noviziato (da un mese a un anno) l'o• peraia non ha salario, ma solo vitto e alloggio; in al– cuni casi il convitto ò considerato una scuola profe-'!sio– nale o allora per 3 o per 4 anni non hanno salario, ma solo vitto e alloggio. In tal caso, nel regolamento è in– cllcato che lo scopo clell'istltuzione è di offrire alle ra– gazze bisognose un mezzo di guadagnarsi il pane. Un pericolo che si ha in questi convitti è che, ii qua– lora si rifiutasse di lavorare nello stabilimento, la con• vittrice <leve abbandonare il convitto in~ quindi in caso di sciopero, o deve continuare a lavorare o trovarsi sul lastrico senza alloggio nè vitto, in un paese in cui le riuscirebbe assai difficile di trovarne. (pag. 201 e 202(, La libertà di lavoro delle operaie è così notevolmente ristretta e saldamente vincolata a.I libretto intestato alla madre·superiora e alla mancanza di denaro per il viaggio di rimpatrio. Questa funzione del reclutamento delle ragazze fatto clandestinamente da una regione all'altra, in sacrestia, e l'assunzione con un contratto leonino per l'industriale, sono i due punti delicati e gravi della questione, che esige provvedimenti legislativi relativi al collocamento e al contratto di lavoro, che debbono essere il primo una funzione cli carattere pubblico, il secondo una ga– ranzia per le due parti, con clausole dettate dal legisla– tore. § 8. - Igiene e 1n·evenzionedegli infortuni. L'igiene non sembra essere la parte più traEicurata e disprezzata degli industriali, mentre lo è cli più degli operai. Nel Circolo di 'l'orino si osservavano il 39 ¾ delle la• trine con pozzo nero, il 35 % con fognatura, il 17 °/ 0 con canali, il 9 % insufftcenti, ma pur troppo è tipico il caso di uno stabilimento del Circolo di Bologna, che dovette appositamente trruicurare la buona tenuta delle latrine, perché, quando esse erano conservate nettissime ad opera di speciali incaricati, divenivano luogo di ri– trovo o passatempo degli operai, che vi si fermava.no delle ore a leggere e chia(Jchierare. (pag. 17). Im·ece, in molti casi di sartorie o laboratori, mante– nuti in una. forma quasi famigliare, si riprovò l'uso di tenere l'acqua in un recipiente a cui tutti attingono per immersione con un unico vaso o bicchiere, facilitando la diffusione di malattie contagiose. (Id.). Jt Capocircolo di Milano osserva che, pur essendo im· portantlssima l'applicazione della legge per questa parte 1 non è mono difficile: " L'insalubrità. dei locali esercita un'influenza dannosa, i cui effetti alle volte sono irre– parabi\i1 anche se l'operaio in seguito abbandona la propria professione. " .Le prescrizioni riguardanti l'igiene del lavoro por– tano a spese spesso non indifferenti, le quali possono esercitare un'influenza più o meno grande su11'ulteriore sviluppo dell'azieuda 1 a seconda dell'importanza di questa. " Alcune disposizioni di legge, applicate uniforme– mente, porterebbero alla rovina della piccola lnllustria. " Per certe industrie non si conosce ancora quali siano i provvedimenti migliori, atti a togliere 11insalubrità cli alcune loro lavorazioni. " (pag. 91). I regolamenti preventivi, In generale, sono poco co– nosciuti anche quando vengono applicati. Nel Circolo di :Milano il 29,5 °/ 0 degli stabilimenti visitati, ed in quello di Brescia il 42 °lo, non erano in regola per quanto riguarda la prevenzione. In generale si adopera la voce per i segnali invece di mezzi meccanici e uniformi; è poco diffuso l'uso cli appositi apparecchi fissi o portatili per montare o smon– tare le cinghie; in pochi stabilimenti vi sono apposite squadre di operai per la pulitura e lubrificazione delle trasmissioni; manca spesso un adatto sposta.cinghie (noi Biellese): nell'industria della laYorazione del legno poche macchine utensili sono munite di ripari; raris– simo è l'uso delle maschere, dei guanti, degli abiti at– tillati; i montacarichi per le merci servono spesso, abu· sivamente, anche per le persone. Queste constatazioni si fanno specialmente neg!i sta– bilimenti piccoli o vecchi, mentre nei nuovi non si le– sina nei ripari, specialmente per le macchine recenti. È: pure deplorevole l'uso di permettere alle operaie di lavorare scalze nell'interno degli stabilimenti cli fllatura 1 tessitura, dei cascami di seta; la grande deficienza di mezzi per prevenire gli incendi, che, nel Circolo di To– rino, mancano nel 90 °lo degli stabilimenti, come nel Circolo di nologna nel 15 °lo mancano le disposizioni per le prime cure. Ma in questa materia una gran parte della trascu• ra.nza. e della imprevidenza deve eflsere ascritta agli operai, che, abituandosi al pericolo, non se ne guardano più e anzi fanno inutile sfoggio di coraggio disprezzando i mezzi protettori della loro salute e della loro vita. " L'opposizione più ingiustificata - scrive il Capo– circolo di Milano - sl ebbe da parte dogli operai acl-
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