Critica Sociale - Anno XIX - n. 21 - 1 novembre 1909

Critica Sociale f?IV/ST .n QUINJJ/C/N.f/LE DEL SOCI.RUSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semeeh-o L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 I,ette,·e e vaglia all'Ufftclo di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XIX - N. 21 Non si ven<le a tuonm·i seJKtrafi, MIiano,1 ° novembre 1909 SOMMARIO Poll tic a ed Attuai ltà. l'tr 111 rl.form(I dtJ trUmti, (IIIJ (1111('•: l.'impo1.</11fmnp/emeutm·e 1111/ l't{ldito t H p,·obltmfl I/ella st11ol11 {IYANO•: IIONOMI), f't11M·e /,Olllhl'QI/Q (l'r<>f, ENRICO C,\1111\IIA), Studi economici e sociologlcl, ,.,g/11'. il'iu1,11lllllJ ,l'rof. IUC('A}{i)Q 11.\Clll, I\', f,t do1111e (l>ott. Au;ss,\:iDltO St.:111.\\'I). /f (.,"/J1111111e t /(I dl(tll(I l.(JltllÌC/1 dt/U! J)l'/.mo ill((IU:ti(I .' IV, (;U tsHl11tt pn)lt/tlvl della Ubtl'tl /,,ifzùilll(I (Dott. OIUJ.10 (.;A!;ALINI). Filosofia, Letteratura e Fatti soclall. Xl'I 11/0dllltll(O h11t1·,w:U:male: La l>Oll!lca SOClllll810 l,'organl7,z.a- z.1onc e l'RZIOIIO del prololarlalo (l'rof. 010,·ANNI lh;R1.0~1). PERLARIFORMA DEITRIBUTI HJ. L'imposta complementare sul reddito e il problema della scuola. La creazione di un'imposta complementare di Stato imi reddito globale a saggi progressivi è oggi assai a~evolata dalla diffusione delle due imposte di fa– miglia e sul valore locativo, che, nel sistema. tribu– tario comunale, rappresentano appunto, bonchè con forme non sempre adeguate, questo particolare ge– nere di tassazione. Infatti lo s,•iluppo di queste due imposte - o segnatamente di quella di famiglia - è dato da queste cifre: nel 1889 queste due imposte rendevano complessivamente milioni 2L 1 1; nel 1899 rendevano milioni 23,6; nel 1905 rendevano già milioni 26 1 4 1 e tutto fa credere che oggi si raggiunga un gettito ulquanto su1>eriore, bencltt In. legge per il Mezzo– giorno abbia esonerato, nello provincie meridionali, molti redditi che prima in~iustamente si colpivano. Di più, mentre prima del I t)QO molti capiluoghi di provincia non avevano applicata nè l'una nè l'altra imposta. nel J 905 solo 12 capoluoghi, sopra 69, non aveva.no la tassazione personale dei redditi, ed oggi il loro n umero ò anche minore. Nè basta. Non solo le duo imposte di famiglia e sul valor locativo si sono diffuse in {talin, ma, qua o là, hanno perduto il loro carnttere originario, pel' assumere, per quanto è consentito dalle leggi, un carattere più prossimo a quello della vera tassazione complementare del reddito globale. A Roma - e l'esempio è tutt'altro che unico - accn.nto all'im– posta di famiglia, che rimane la principale, si è crnata l'imposta sul valor locativo per colpirf\ coloro che, pur a.vendo un'abitazione nella città, mantengono altrove il loro domicilio, sfuggendo così alla tassa di famiglia. fa tal modo si venuo a costituire una specie d'imposta. unica sul reddito che, per regola generale, prende forma cli tassa di famiglia) e, por regola cc- cezionale, di tassa sul valor locath•o. Ossia si è a1·– rivati, per quanto incompiutamente e con un (ffOCe dimento cli ripiego, a quella imposta locale sul rcd dito globale, che era - e si afferma sia ancora nei propositi ciel T.acava, e che fu ar!-('OlllCnto di 1111 poco fortunato disegno di logge di A11~elol\Ja.jorana. Orbene, data questa formazione spontanea. del– l'imposta complementare, a saf!_gi pro~rcssivi 1 sul reddito, non può essei·e difficile al legi~latore tra– sferirla dal cumpo della finanza localo a quello dello Stato. Per il passaggio di questa tassazione da.I Comune allo Stato, militano le seguenti ragioni: Anzitutto, l'attuale libertà dei Comuni di applicare o cli non applicare lo due tas1:e dì famiglia e snl valor locativo, di applicare l'una piuttosto che l'altra, di adottare saggi progressivi o proporz;ionali, di eso– nerare oppure no i redditi minimi, di introdurre o di non introdurre criteri cli discriminaz;ione, produce uno stato gravissimo di sperequazione trihutnl'ia. Un cittadino, per esempio, che risieda in un Comune dove non ò applicata alcuna forma di imposta pel'– sonale1 non paga alcuna tassa complementa.rc sulla sua entrata; un nitro cittadin o, invece, che risiedn a Roma o a Milano, ne paga una notevole. Un con– tribuente, che risiede in un piccolo pnei;e, paga. ad esempio, unn piccola tassa per valor locati,·o, mentre un contribuente di pari reddito, che abita. in una città vicina, ò colpito da una forte tas!:laprogressivu cli famiglia. 1~quante elusioni all'imposta! Un pos– sidente può non pagare la tassa di fu.miglia perohò dove ha. terre e fabbricati non risiede por un periodo annuale suffficientc, e, d'altra parte, dove risiede ,li consueto, non v'è tassa di famiglia oppure v'è solo quella sul vn,lor locativo che lo colpisce in maniera modesta. Tutto questo rende quindi noces8arw sosti– tuire alle imposte locali un'imposta unica cli Stato, che colpisca. egualmente tutti i redditi qualunque sia il luogo della loro produzione o quello del loro consumo. N>- il sistema del Majorana potrehhe ren– dare i nutile questa sostituzione. [I Majonma, ad O\'• via.re molti di questi inconvenienti, immagina.va 1111 compl icato sistema di ripadizione d ell'imposta f ra i Comuni produttori di un determinato reddito; ma fu appunto l'impraticità di questo sistema che nocquo alla fortuna parlamentare dol suo disegno di legge. Una seconda rngione, che milita a favore della nostra riforma, ò l'ingiusta. sperequoziono che oggi si determina tra le vario regioni ita.linno. L'imposta di famiglia, avendo lunghe tradizioni nella 'l'oscanu e in genere nell'Italia Centrale, trova qui la sun massima applicazione. Anche nell'ftaliit Meridionale, per la impossibilità di tassare ulteriormente la ternt, le imposto personali sono lttrgamente diffuse. Invece, nell'Italia Settentrionale, o segn-1tamento nella Lom– bardia, questo forme di tas!:laziono sono assai scar– samente applicate. Donde questo risultato assurdo: che la tassazione complementare del reddito persegue il red,lito dovo è meno florido ed alto, cd è assente o quasi la.ddovc esso potrcbhc offrire una materia "imponibile più lauta.

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