Critica Sociale - Anno XIX - n. 20 - 16 ottobre 1909
CRITICA SOCIALE 313 quoto elci soci clecarluti. perchè morti o pcrchè mo– rosi, le ohlnzioni dello Stato 1 che ht l•'r:1.ncia dà in ragione cli una lira per socio e che l'rtnlia è spera– hilc vo~lia dare; e si può calcolare, senza esagera- 1,ioni, di mettere da parte ogni anno circa quat– tro lire. J. 1 operazione durn. - pr~rliamo sempre della Mnfllalità scolastica milanese - por 7 anni: saranno dunque 28 lire: per nitri 7 anni i IO cen– tesimi vadano completamente al " fondo pensione ,,; saranno circa 6 lire per anno, cioè 42 lire: in 14 anni L. 70. Ma gli interessi composti avranno fatto au– mentare notevolmente il capitale versato 1 per cui. a fine dei 14 anni, si avrà un capitale - supponiamo di 100 lire - il cui reddito servirà a pagare in parte la quota di assicurazione alla Cassa di previdenza. Tali lo hasi s u cui si nssidc la Mutualil<Ì scola• .~/ice ,milaue.çe e , su tale tipo, vanno sorgendo istitu• :doni in altre c ittà d'ftalia. A<l Ancona esiste un'altra Mutua scolastica, che tendo n risolvere il problema della pensione col " lihrntto individualo,, o col " fondo comuuc,, ad un tempo. Ad ogni alunno sono attrihuite L. 2)60 versate su un libretto che gli appartiene individualmente, e la somma ò f1ccresciuta coi redditi del " fondo co• mune ,,, al quale vanno gli avanzi annuali del " fondo malattia ,,, lo oblazioni, ecc. 1 ecc. Non discutiamo, lo ripeto, i pregi o i difetti dei due sistemi, nò ci addentriamo nell'esame di essi. Accennerò solo ancora che, recentemente, in }'rancif1, AL Fe>·ainand Dreyfns presentò un suo emonchunonto al progetto per la pensione obbliga• toria di vecchiaia degli 011erni, tendente ad asso• eia.re la mutualità scolastica alla soluzione dcll'im· portan te problema, ed è intuitivo, dopo il già detto, che le piccole istituzioni della scuola, potrebbero servire a rendere più economicamente attmtbile, anche in Italia, la riforma che molti, anche non so• cialisti, vogliono sinceramente, ma che spaventa. tutti (tranne noi socialisti, che non vogliamo smen• tiro di essere rivoluzionari anche di fronte alle leggi ferree della finanza) per l'enorme peso che deter– minerebbe sui bilanci dello Stato('). Dunque la Mutualità scolastica a\'l'0bbo due scopi economici ben precisi e non disprezzabili. Ma questi non hanno, già dicemmo, che un sem– plice valore d'i attrazione: essi tendono ad attrarre i fanciulli delle scuole elementari alla i'futua scola• stica o ad interessarli ad essa. Vi ha nella mutualità scolastica un grande van– taggio educativo, sociale, ed ò per ciò che questo mio scritto trova, a parer mio, adatte le colonne della Critica, mentte, in caso contra.rio, esso par– rebbe 1>iù adatto acl una Rivista, se esistesse in Italia, di mutualità e di previdenza. Noi lamentiamo spesso 1 noi che ci troviamo a con• tatto col popolo, la mancanza assoluta o quasi di ogni senso di responsabilità; constatiamo q.uesta mancanza nella inconsulta procreazione dei figli, pei quali non si pensa al dovere del pane, dell'istru– zione; lo constatiamo nell'azione politica, nella bat– taglia economica di ogni giorao e di ogni ora. 'l'alo deficienza io stesso ho notata infinite volte; ma non solo lamentiamo la mancanza di ogni senso di responsabilità individuale e 1:ollettiYa; ma con– statiamo tutte le difficoltà da superarsi per incana– lat·e e mantenere le masse operaio in un movimento detenni nato, sotto la disciplina della organizzazione. (1) Aroo non eesere rratn1eso : noi 1001auett, dico, slamo ri,voti,• zio,wd della finanza. percllè vogliamo lo soeso o non pen11amo t1 p1·tcl1<(1t'e ad un tempo le tonti dello entrate. La cosa è tanto vera ohe \' Arm1U t molto bene a,·cva Iniziato. coll una aerle di Interviste, un lavoro di orientamento del pensiero socialista 1ut1•argomen10. Lo nostro T.ieghc, le nostre or,e-Anizznzioni sono aerolte di 1wcore radunate a stento qua e là 1 eh(' hanno hisogno del bastone del 1>astoro o della pnura del cane per essere mantenute nelle file. Sono dieci n11ni ornnrni che milito nelle schiere socialiste e da dicci anni assisto a questo lavoro Kenza fine, dehili• tante, nssorhente, diretto ad inacgnal'O, a far capire, n riconfermare la storiella delle verghe unite in fascio, che non si spezzano. e della vcr~a . . çota, che, poveretta.I, per essere sola, si spezza. rn una pnroh-1. 1 manca lo spirito dell'nssociazion('. l'ahitucline intellettuale a pensare che gli uomini si devono distinguere dalle hestio nncho per questo: per snpero utilizzare la forziL che può venir loro dall'unione delle singole enor_g-ie. Non solo; ma 1 se vogliamo dire tutto il nostro pensiero, dobbiamo ammettere che la hestia-uomo non si migliorft: il padrone sfrutta l'operaio e J'ope• mio hnstonn, ht moglie o la ))riva, spendendo la nrns– sima pArto del guadagno all'osteria, cli quei heni dl?i quali In. moglie dovrebbe godere una huonn parte. Orbene, nl socialismo non ei giungC' senza µre1rn,– rare anche generazioni migliori: se no, che cosa avremo acquistato? il regno cli una cinese pii1 forte, che potrà forse anche essere peggiore di quella chC' vogliamo ahbattere. lo credo che, a destare un piì1 Alto senso di re• sponsabilità, nessuna lezione sia pili efficace dellA pratica della. previdenza j credo chC', a migliorare l'animo umano, grandemente contrihui~ca il mutuo soccorso. La previdenza indubbiamente desta un maggiore senso di ordine, di precisione, un cnlcolo pii, attento su quanto è possibile fare ed avere: il mutuo soc– corso7 che viene a noi nello oro tristi della vita, fa sentire più forti e apprezzare meglio i IC'gamì di solidarietà. Jo non voglio, per carità!, faro qui una lezione morale cli previdenza nè di mutuo soccorso; accenno solo alla nota loro efficacia. L'errore commesso fino ad oggi fu di non aver parlato di J)rC'videnza e di mutualità che agli uomini, agli adulti, quando cioè la mente già non vedo delle cose che il lato utili· tario o l'animo non può più - guastato dallo tanto corruzioni della vita - comprendere o sentire doli<' cose le impressioni ideali più alte e più pme. La Mutualità scolastica vuole i11segnc,re, non solo (l'insegnamento teorico sarebbe noioso e inutile). ma fa,· pratica,·e la. previdenza e il mutuo soccorso dai fanciulli, i quali, più che l'utile, colpisce ciò che v'ha cli idealmente buono nell'atto che loro si fa compiere e di cui godono essi pure. Essi non comprendono tutto ciò che loco si vuolC' insegnare col piccolo sacrificio settimanale di una piccola rinuncia, ma nell'animo loro rimane, come impronta, un'abitudine a pensn1·e che il domani ha i suoi dil'itti, che nella vita l'uno deve dare la mano all'altro, che non è possibile, non ò lecito rimanere un giorno solo senza sentire il dovere di portarf' agli altri l'aiuto del proprio concorso e di avere dagli altri il concorso benefico e buono. La mutualità scolastica crea, dicemmo, un'abitu• dine, lascia un'impronta cli ricordi e di concetti va• ghi, prepara il cerveJlo a determinati atti. Noi do– mandiamo appunto alla scuola popolare questo: che ossa ci dia dei cervelli predisposti a pensare, a di– scutere, a ragionare, degli animi pronti ad agire, a sciguiro la strada dell'ascensione umana. Noi vogliamo uomini che abbiano un pili preciso senso delle loro responsabilità, che sieno sociaJ• mente migliori, che sentano e vogliano FassociA• zione: la mutualità scolastica ha l'<'ffetto - indub– biamente lo ha - di preparare a. ciò le menti e gli animi delle future generazioni. Mi paro che ciò basti per affermare che essa deve
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