Critica Sociale - Anno XIX - n. 20 - 16 ottobre 1909

CRITICA SOCIALE 311 fabbricati, dai capitali, dall'industria e dal lavoro. Le attuali imposte reali sui terreni e sui fabhricati potrebbero essere conservate soltanto in quella varte che corrisponde alle odierne sovl'imposte, creando così un duplice sistema tributario, prevalentemente reale per le finanze locali, e prevalentemente per– sonale per lo Stato. E qui giova chiedere: vi è nei sistemi tributari dell'estero qualche cosa che si possa assomigliare allo schema che abbiamo tracciato? Ci sembra che l'esempio pii1 incoraggiante sia quello dell'Iughilterra. La income tax, pu1· essendo un'imposta personale, per la ripartizione dei redditi in ischedule a seconda delle fonti loro, per la diver– sità dei saggi, dei metodi di riscossione e di tassa• zione, rh•este quasi un carattere reale. Essa costi– tuisce in sostanza cinque imposte distinte non riu– nite che da un debole legame: dal diritto, cioè, del contribuente di farsi esentare dall'imposta quando il totale dei suoi redditi non raggiunga le 4000 lire, o <li ottenere la franchigia di una parte rlel suo reddito quando il totale dei suoi redditi è fra 4000 e 17.000 lire. All'infuori di questo legame, le cinque schedule dell'fncome tax possono considerarsi come cinque imposte che colpiscono: schedula A, i pro– prietarì delle case e delle terre; schedula B, i pro– fitti della coltivazione della terra, cioè gli affittuari; schedula C, i rlividcndi e gli interessi dei fondi pub– blici; schedula D, i redditi industriali e commerciali; schedula E, gli stipendi e le pensioni. Alla nostra attuale imposta di ricchezza mobile, manca soltanto la schedula A per poter colpire tutti i redditi qualunque sia la loro fonte. Essa colpisce l'interesse, il profitto e il salario, ma non colpisce il reddito derivante dalle terre e dalle case. Aggiun· gendo quindi questa nuova categoria, si avrebbe il vantaggio, non solo di rendere possibili detrazioni e esenzioni che darebbero un carattere veramente per– sonale all'imposta - con grande sollievo dei piccoli contribuenti - ma altresì di colpire equamente tutti i profitti dell'industria agricola, che oggi vengono colpiti quando sono prodotti dall'affittuario e restano esentati quando sono prodotti dal proprietario(!). Riordinate così, secondo un tipo di tassazione per– sonale, le nostre attuali imposte dirette, sarebbe pos– sibile conservare un carattere reale alla tassazione locale. L'Inghilterra, accanto all'income tax che grava tutti i redditi qualunque sia la loro natura, conserva due imposte fondiarie reali, la land-lax sui terreni, e l'inhabited house àuty sui fabbricati, e inoltre ha altre imposte dirette che gravano sulla terra e sulle oose per i bisogni della finanza locale. La separazione dei due sistemi tributari dello Stato e degli enti locali sarebbe quindi raggiunta egualmente anche per questa via. E il principio, già attuato in Prussia· con la riforma del Miquel, e se· condo cui le imposte reali convengono ai Comuni e le personali allo Stato, potrebbe venire attuato nello stesso tempo che si procede ad una radicale trasfor– mazione delle nostre imposte dirette. 'l'rasformaiione che non solo gioverebbe alla giustizia distributiva, permettendo una migliore perequazione dei carichi tributari e un reale sollievo dei piccolissimi contri– buenti, ma, adattando la imposta al reddito effettivo, determinerebbe un incremento parallelo del reddito nazionale e del provento fiscale, con utilità grande (1) Intorno a questa gravo o dibattuta quflstlono ,·I sarebbe molto da dire. Qui naturalmente basta atcennarla, come è appena posslbHo accenno.re nlla urgenza di un migliore ordinamento àella nostrn Imposta rabbrlcatl. Del resto, che sia noccssnrlo dare un ordinamento diverso alle nostre lmposte sul terreni e sul tobbrlcatl, la pr!ma delle quali, pur essendo gravosa, non segue atTatto !I progressivo aumento del redditi agricoli, lo atTermava, con la sun, lndlscut!bllo competenza, l'Alessio nell'Intervista pubblicata ncll'Avaittt ! del 22 agosto. della finanza e dei problemi che sono subol'dinati alla prosperiLà sua. Finora, negli studi e nei disegni di rifol'ma tribu– taria - notevolissimi quelli dell'Alessio e del Wol– lemborg - la separazione delle finanze locali da.Ile erariali passava innanzi all'altro prohlema della ri– forma elci nostri tributi diretti. Ma oggi che l'abo– lizione delle cinte daziarie - scopo supremo del disegno Wollemborg - è mèta meno ardua, per il progressivo passaggio di molti Comuni da chiusi ad aperti, il problema si può forse alfrontare contem– poraneamente nella sua duplice soluzione: riforma dei tributi diretti erariali, nel senso della persona– lità. dell'imposta, e separazione del sistema tributario <lello Stato da. quello dei Comuni, con speciale ri– guardo all'abolizione delle cinte daziarie. * * * Rimane il secondo punto della nostra riforma, cioè lo sviluppo e l'integrnzione della nostra cmhrionalc imposta complementare sul reddito globale. Qui il còmpito è molto facile. Ormai le due tassfl di famiglia e sul valor locativo vanno diffondendo-si anche in regioni dove erano sconosciute. I maggiori Comuni vi attingono largamente, abituando così i contribuenti a sopportn.rle. D'altra parte, alle formo originariamente grossolane, si vanno sostituendo for• me più moderne che fauno di queste due imposte una vera e pl'Opria imposta complementare sul red• dito· glohale. Anche la diversa natura delle due tasse va sparendo per gli sforzi dei Comuni di completare l'una con l'altra, in modo da costrnrre - per quanto è consentito dalle leggi e dai regolamenti - un'unica imposta a saggi progressivi. Anche gli uomini politici inclinano ormai a so• spingere verso questo sbocco naturale re due tasse di famiglia e sul valor locativo. Angelo Majorana presentò, qualche anno fa, un disegno di legge per la creazione di un'unica imposta progressiva sul reddito generale, ma l'aver voluto mantenere il ca– rattere locale a. questa nuova tassazione nocque alla sua fortuna parlamentare. Ormai un solo passo resta ancora da fare. Avocarn allo Stato la tassazione pel'sonale del reddito glo– bale, abolendo le due imposte locali di famiglir~ e sul valore locativo, e istituendo così una tassazione complementare sintetica del reddito. Questa sola obbiezione si pohà forse affacciare ad una simile pl'oposta, che trova ormai maturo il no– stro ambiente: dato che si riesca a costrurre un sistema di tributi diretti prevalentemente personale, è ahcora possibile una tasaav.ione complementare del reddito globale? Hispondia.mo senza esitazione di si. Oggi noi ab– biamo per la ricchezza mobiliare una tassazione per– sonale, eppure ciò non impedisce che i•Comuni tas– sino il reddito complessivo con le tasse di famiglia e sul valor locativo. Anzi, è nelle grandi città, dove la ricchezza mobiliare si dà convegno, che la tassa– zione complementare dei Comuni è più rigida e più alta. Del resto, nella stessa Francia - per tanti ri~ spetti così simile all'rta!iR. - i disegni più apprez– zati di riforma propongono un'imposta principale analitica sui redditi ripartiti iu sette categorie. rap• presentanti altrettante imposte speciali, e all'ultimo, come coronamento destinato ad equilihrnre il sistema, un'imposta complementare sintetica sull'entrata. . *. Dei due campi della riforma tributaria - riforma degli attuali tributi diretti e creazione di un'imposta di Stato complementare :sull'entrata - quale deve preferirsi per un'azione immediata? La domanda è di carattere politico. In tutte le grandi riforme, e specie in quelle tributarie, occorre

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