Critica Sociale - Anno XIX - n. 20 - 16 ottobre 1909
CRl'fICA SOCIALE 309 contaminata nò di stragi, nè di furti; salvo 1 per questi ultimi, qualche caso isolato, dovuto a predatori e de– linquonti, sempre pronti a calare come tanti avvoltoi su ttnte le ruine. Inoltre il popolo, pur avendo avuto in sua balia per alcuni giorni la città di Barcellona, 11011 s'è abbandonato a nesfò:uua vendetta contro le per– sone. Poteva sfoggiare e imprigionare lo stesso gover– natore: e lo ha lasciato tranquillo al suo posto. ì\fi– gliaia e migliaia cli cittadini erano armati: e nei con– flitti la guardia civile non ebbe a Barcellona che nn morto e ,15 feriti, l'eseréito 3 morti e 27 feriti. Conventi e chiese crepitarono e sprofondarono negli incendi: ac– cesi dalla collera popolare i ma, prima di appiccare il fuoco 1 :-;i facevano uscire, a forza occorrendo, tutti i l'rnli e le monache che vi ospitavano dentro. La stampa spagnuola, informata e insufflata rlal Governo e dai ge– ~rniti non ha ammonticchiato ch0 delle menzogne su questo proposito; menzogne servite tosto dalle prezzo– la-te agenzie a tutta la stampa estera. La verità, a<l ogni modo, rifulge ormai incontn1.stata e incontra– stabile. JI secondo fatto è la delibera,,,ione cho fu prom dai dirigenti del movimento, quando essi videro che la reazione aveva trionfato in tutto il resto della Spagna, e compresero che, la prosecl1zione della lotta nella sola Catalogna venendo dipinta come un tentativo di sepa– ratismo e sfruttata dal Governo e dal clericalismo, ne sarebbero derivate certamente una lotta internazionale e la guerra civile. Questo non vollero i rivoluzionari, i quali non si peritarono di desistere clal\e ostilità per risparmiare vittime inutili e spargimenti di sangue senza alcnn risultato. ll movimento era andato oltre lo stesso segno prefisso, sospinto dalla forza degli av– venimenti, e più che tutto dalle colpe e dai crimini del Governo. Non era per sè un movimento politico 'uè in senso repubblicano, nè in senso separatista, nè un movimento guidato dagli anarchici. Era un movimento confuso del proletariato e del popolo, che aveva due bersagli: la guerra e il mona– chismo, la cui azione maleflca più è sentita nel centro industriale evoluto di Barcellona 1 dove l'industrialismo fratesco fa 1 nel campo del patronato, nna. disastrosa concorrenza agli imprenditori liberi e, nel campo del lavoro, agli operai con la fabbrica inesauribile del kru– miraggio. Poteva certo divenire altra cosa, come lo sciopero generale si fece rivolta; poteva essere la re– pubblica1 se_i fattori necessarì avessero dato la spinta; ma, per se stesso, non obbediva a un piano prestabi– lito, a un programma predeterminato i non volgevi~ ad unn mèta prefissata.· r1 1 utto ciò è l'evidenza medesima. Nato dalla protesta legale contro la guerra, il movi– mento s'era accentuato 1 sviluppato e anche mutato per via 1 subendo il contraccolpo delle circostanze esterne o Jasciandosi guidare da esse. La stessa volontà degli uomini si plasmò e modellò su quelle circostanze: ora audace e disfrenata, ora savia e prudente. Questo a Barcellona. Negli altri paesi il movimento conservò in massima parte la sua fisionomia inizfale. :E'u lo sciopero generale, con gli incidenti che esso reca di solito con sè, in varia forma e misnra 1 a seconda dell'educazione delle masse e della condotta della forza pubblica. . ·'!: • Nessuna cronaca porta il nome di .l:<"rancisco:E'ener come partecipante, in alcuna guisa, al movimento che abbiamo rapidamente descritto su dati ineccepibili e non smentiti, e anche sulla scorta del senso comune. Jl fluonomo si cominciò a fare un mese dopo la rivolln, verso la fine di agosto, quando la rea1.ione, riavutasi dallo ~pavento c6rso, si apprestava di cuore allegro allo grandi vendette. f preti di Spagna. avevano tm vecchio credito col maestro razionalista: una certa sentenr.a di condanna a morte per eresia, che aspetta– vano di poter passare un giorno o l'altro per l'esecn– ;done nl u braccio secolare w Jl giorno era venuto? I gesuiti e il Vaticano pensarono di ~ì. E furono subito all'opera. l'errer era stato il promotore dello sciopero genernle. Punto primo. F, quindi il responsabile della rivolta. E due. }; poi responsabile doveva comunque ben ritenersi, nel più lato senliO della parola, in quanto ~olo la sua scuola atea e la sua propaganda " anarchica 11 avevano cresciuto gli spiriti alla ribellione e creato l'amhiente della rivoluzione. Si sa per quali dolornse cagioni Ferrer tornasse da T. . ondra in Catalogna qualche ~ettimana prima dei moti, e come queste lo abbiano tenuto loutano da qualsiasi altro negozio. l~gli ha igno– rato ~ rlrn dichiarato lui stesso in una lettera a 1111 amico in data del 10 settembre - che si fo!)se prncla– mato lo sciopero generale per il 2G lug\io 1 dichiarazione che deve avere un valore per tutti, poichè fu scritta quando Ferrer non pensava certamente ancora di dover essere sacrificato cosl selvaggiamente alla rabbia dei suoi nomici, dalle cui grinfo la sua innocem:a lo aveva salvato un'altrn volta. Chi non sa, poi 1 che il grande educatore non faceva parte di pnrtiti politici, dedito com'era all'insegnamento e fiducioso più che tutto nel· Fopera redentrice e rivolur,ionaria della scuola moderna, liberata dall'incubo del dogma. e poggiata solidamente sulla verità positiva e sulla sciewla? R non abbiamo visto che lo stes."Sopartito repubblicano non volle in– tel'venire ufficialmente nel movimento, perchè questo si presentò dapprima ai loro occhi come un movimento di operai, condotto da organizzatori del proletariato, e manovrante con un·arme specificamente proletaria come lo sciopero generale? Come poleva Francisco Ferrer trovarsi tra codesti organizzatori e nomini politici, e contare sn una sommossa eventualmente, lui, non Or– ganizzatore delle masse, nè affiliato a partiti politici (e sappiamo come in questo campo si sia gelosi delle rispettive sfere di compe-tenza), e credente soprattutto nell'efficacia della scuola e del sapere e del pen~iero libero? Non c'ò qui, specialmonte nell'ultimo punto, una antitesi inconciliabile? Si ricordi pure che l•'errer si avviò spontaneamente · dal giudice per costituirsi, non appena ebbe sentore delle accuse che si andavano formulando contro di lui. Gli pareva che avrebbe buttato giù 1 con un soffio <lella sua anima sincera e schietta, l'assurdo e mostrnoflo castello dell'imputazione gesuitesca. L'illusione non fn lunga." Mi accorsi aUora, - scris:,;e il martire, dal fondo 'della sua prigione, in uno. lettera del 1 ° ottobre, sfuggita alla sorveglianza dei carnefici - che si voleva 1·endenni 1·esponsaDile di tutto, benchè io non abbia di ciò fatto nulla ... n GIOVANNI MERLONI. Aveto le prime tre annate ? L'Amministrazione della Critica è disposta a ricambiat·e con una qualsiasi successiva unnata, rilegata, oppu1·econ un anno d.'abb<»iamento, l'invio che le venisse fatto della 1a, 2a o 3"'annata (1891, 1892, 1898) di Critica Sociale in buono stato di conservazione.
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