Critica Sociale - Anno XIX - n. 20 - 16 ottobre 1909

CRITICA SOCIALE 307 coli e compromissioni esteriori 1 sollevare le fortune del paese all'interno, limitare le spese dei materiali armamenti, per creare cittadini forti e consapevoli, sicura di non venir provocata non facendosi intri– gante o provocatrice, nè complice di intriganti o di provocatori. E questa - discutibile quanto si voglia - è politica del presente e della realtà. A tale politica gli ioginocchiamenti non sono ne– cessari. Checchè sia di ciò, non v 1 è, non diciamo socialismo, ma democrazia, che possa rinnega.re per un'ora - non fosse che col silenzio - la solidarietà umana coi sacrificati dell'Impero moscovita. Se agli stessi liberali moderati, che ieri gridavano forte per l'ec– cidio di Ferrei-, si fosse imposto di ammutolire d'un tra.tto perchè Alfonso di Borbone valicasse le nostre frontiere, essi avrebbero, pensiamo, respinto l'intima– zione. Or ciò che per la Spagna è l'eccezione d'un giorno, per la Russia è la dannazione quotidiana di un secolo. llensì, nell'espressione della solidarietà umana e civile, è ancora il senso della misura, è la dignità della forma, che vuol essere tenuta gelosamente di mira. La lezione della scorsa settimana non andrà perduta. La Confederazione del Lavoro, che siede mentre dettiamo queste rapide note, non ha bisogno di consigli nò di obiurgazioni per sentire fortemente questo dovere. Al partito socialista, allo organizza– zioni proletarie, attuarne con prudente fermezza i deliberati. Questo è ciò che si può pretendere - nè preten– derlo occone - dal proletariato italiano e dai socia• listi. Ogni altro discorso, se non è di mercanti o di cortigiani, è di utopisti solitari, a cui la grande vibrante anima del popolo è chiusa. LA CRITICA SOCIALE. I DOCUMENTI DELL'INfAMI.A È necessario forse documentare il delitto consumato ll 13 ottobre nel fossato di Montjuich, divenuto anch'esso un simbolo al pari della vittima inuocente: di docu– mentare che delitto fu? La coscienza civile dell'uma– nità non si è forse pronunciata con un giudizio senza appello, che esalta il martire nei puri cieli radiosi della storia, e consacra i carnefici ·alln infamia imperitura? Si, si; ma fermiamo ancora tutte insieme le prove delFassassinio legale - legale I quale ironia scelle– rata! - i e buttiamole in faccia agli sciacalli che si fanno interpreti di un odio feroce e sanguinario contro la civiltà moderna, così da sigillarne le bocche immonde. Seco11do l'atto di àccusa, Francisco Ferrer fu impu– tato di avere ispirato e diretto personalmente la rivolta di Barcellona i e poscia condannato a morte e giusti– zialo come il maggiore responsabile di quel movimento insurrezionale. Ma quale prova fu addotta contro Ferrer? Nessuna; nessuna che avesse potuto resistere, dinan,d a qualsiasi tribunale animato da un senso elementare di giustizia, alla critica più semplice e più iutuit.iva. Nè al l'errar fu consentito di difendersi in alcuu modo. Egli dovette limita1·si a negare e a smentire tutto nel modo più ca– tegorico e assoluto. Soltanto ora il Governo spagnuolo e la sua stampa clerico-reazionaria di Spagna e d'al– trove annunziano che sarà dimostrato come Ferrer ,<ia stato ben condannato e fucilato. A11,nunziauo le prove della sua reità, adesso che è morto, che l'hanno am– mazzato dopo avergli, come dicevo, violentemente proi– bito di difendersi. 'fattica sciocca, che te,nde a procra- stìnare una sentenza di abominio, la quale viceversa è già stata sottoscritta da tutto il mondo civile. Ma, se la voce di Ferrar è spenta per sempre, non è spenta la voce dell'umanità; e la sbOria imparziale compie le sue rivendicazioni supreme e immutabili. . . . Come sorse la rivolta di Barcellona? Quali precedenti, quali cause, quali fattori ebbe? C'è una concatenazione di cause evidente nello svol– gimento medesimo dei fatti; come realmente si svol– sero e come furono narrati da te~timoni oculari, desi– derosi di compiere opera schietta e serena di verità contro gli artificiosi travisamenti e le fantastiche in– venzioni dei dirigenti di Spagna, ebbri di ferocia re– pressiva e annientatrice, e per trarre dai fatti stessi lezioni e insegnamenti realistici e proficui: proficui al proletariato e alla borghesia, precisamente e soltanto in quanto realistici e obiettivi. Dapprima la protesta contro una guerra impopolare, che si drizza improvvisamente come una minaccia. e un attentato allo sviluppo interno del paese, il quale comincia appena a riaversi dai rovesci terribil/ di un passato pur cosi recente; e che, ad ogni modo, anche i più ignoranti e i più abbrutiti dalla miseria e dalla Sll perstizione son portati ad avversare, perchè essa tra– scina ai pericoli solo i proletar:ì, i poveri padri di fa– miglia (la maggior parte dei riservisti) carichi di figli, e lascia indisturbati coloro che possono darsi il lusso di pngare 1500 pesetas. In tali circostatlze, il meno che potesse fare il popolo era di protestare. E cominciò infatti a protestare con pubbliche riunioni e Comizi, seguendo l'impulso magnifico dato dal partito socialista coi suoi vibranti appelli al proletariato spagnuolo. Queste dimostrazioni contro la guerra furono generali e una– nimi in tutta la Spagna. E Pablo Iglesias, il " leader,, dei socialisti spagnuoli, riassumeva il sentimento po– polare in un grande éomizio che si svolse a Madrid, con alcune dichiarazioni che ebbero una vasta eco in tutta la Spagna e produssero una profonda impressione, ottenendo l'approvazione della stessa borghesia demo– cratica e repubblicana. Il Governo - non si era che agli inizi della partita mal'occhina - avrebbe dovuto ritrarsi, dinanzi all'eplosione concorde del sentimento nazionale; e restringersi a quelle semplici operazioni di polizia attorno ai suoi possedimenti nel Riff 1 alle quali aveva pure giurato, in sulle prime, di volersi attenere, contando tuttavia di riusciro a impegnare un po' alla volta il paese con l'ine;vitabile successione delle vicende che andava preparando nella costa marocchina. Invece Maura e compagni ascoltarono altre voci, si gettarono a fondo nell'avventura guerresca, e scatena– rono fatalmente l'uragano alPinterno. ·Furono le voci dei capitalisti i quali avevano messo l'occhio avido sn alcuni giacimenti minerari· del Riff (t) ; le voci del clero che vedeva dischiudersi un campo più ampio e promettente alle sue missioni mercè la nuova guerra II contro gli infedeli 11 ; le voci dell'or~ goglio atavico, del miserabile intere'sse di un Ministero e di una monarchia, ansiosi di riafferrare un po' di po– polarità nei fondacci della gloria militare. La voce del popolo, in confronto di queste, era, e doveva rimanere, uoa " quantité nCgLigeable ,,. Dunque opposizione all'opposizione; guerra aUa cre– scente e travolgente ostilità contro la guerra, senza quartiere; contro-reazione alla reazione popolare. (l) DI (JUCst• argom0nJt1 11\I OCCUJ)Rl filtro. volta nel\1\ Cl'i//rtc Soci(lf,:.

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