Critica Sociale - Anno XIX - n. 20 - 16 ottobre 1909
31(; CRITICA SOCIALE 1,: anche qui occorrerebbe che il regolamento specifi• casse bene che cosa la legge !la inteso di designare colle parole incapacità intellettuale; se il deficiente e il cretino rta giudicarsi dal medico, o da escludersi dagli opifici dovo agi!.cono macchine, o so il ragazzo che non ha profittato alla scuola, e in questo caso i maestri concordano noi diro che i fanciulli realmente deficienti sono pochi; vi ò un certo numero di scolari che, noi primi anni di scuola, non trassero alcun profitto, essendo di tardo sviluppo, ma che, in seguito, a nove o dieci anni, aprendo11i In. loro intelligenza, riacquistano il tempo perduto. Ora, per questi sarebbe bene stabilire il numero degli anni cluranto i quali il fanciullo devo aver frequentato la scuola senza profitto, perchò si ri• tenga inutile nn ulteriore proseguimento. Jlcr esempio - osserva ring. r,ocatelli - un fanciullo, che lui f1·e• que11talo le scuole fino al 12° a11110 1 dovrebbe aver di1·iflo al librelto, qualunque risulialo aùbia conseguito. F. vi è un altro inconveniente, che insorgo dalla. ec– cessiva limitazione del numero dei fanciulli che, per deficienza di istruzione, non possono ottenere il libretto e impiegarsi nella grande e nella media industria, /'love la loro salute e la loro vita. sono vigilato o protette dalla legge; o si è che essi cerchemm1() di occuparsi 11ei 1JiccoU laboratori, 1101t soggetti alla legge, con caratte,·e d'indtt– ·stria domestica, dove i salat·U sono pih basti, gli orat·t più. lunghi, il lavoro meno specializzato, i riposi 1>iì1 limitati, i locali a11tii9ienici (pag. 74). "lh quanto ho esposto - cORÌconchiudc questo pa– ragrafo il Capo-Circolo di Milano - mi sembra lecito dedurre le seguenti conclusioni: t 0 La prescrizione dell'art:. 2 della legge, di rifiutare il libretto a coloro che non hanno soddisfatto all'obbligo <lei l'istruzione, si ò mostrata efficace per stimolare i ge– nitori a far frequentare le scuole ai propri figli; 2° La precedente prescrizione non si può fare osser• vare rigidamente od uniformemente, senza allontanare un numero rilevante d\ fanciulli dagli opiflet, con gravo danno delle industrie o sopratutto delle popolazioni operaie ed agricole; 3° Oltre la deroga per incapacità intellettuale, si rendono necessarie e doverose altre deroghe individuali e collettive; 4° La facoltà di concedere queste deroghe dovrebbe venire affidata alla autorità scolastica (hpettore scola– stico), alla quale sarebbe deferita l'applicazione de\11ar. ticolo 2 della legge per quanto riguarda l'obbligo del– l'istruzione. All'ispettore del lavoro spetterebbe solo il còmpito di elevare contravvenzioni in caso di fanciulli occupati con un libretto non regolare (senza certiftcato cli proscioglimento o senza un visto dell'J~pettoro scola– stico). ,.,(Pag. 75). Slamo dunque nel periodo (li transizione dall'analfa– betismo oll'airabotismo, che trova il maggiore ostacolo nella povertà. della nostra gente. L'industria costituisce certo uno stimolo e un progresso per la popolazione agraria; ma non basta; occorro una maggiore quantità di concimo chimico per questa bonifica umana. L'obbligo della frequenza della scuola non è che una misura vessatoria ed inutile in mezzo a una popolazione troppo povera; bisogna fornire anche i mezzi perchò i fanciulli possano seguire la scuola, e la refezione scola– stica non è ancora tutto, Vi è il lucro cessante del gua• <lagno del fanciullo 1 al quale converrebbe in parte prov– vedere con opportuno rifusioni, come si fa, per i giovani di leva, e per i richiamati in casi gravi, alle madri o allo famiglie private del principale yagne•pain. · J~ sono sopratutto le istituzioni complementari della scuola cho rendono questa efficace: gli aslli i1tfnntili prima, le scuoio aerali e festive dopo. Se i Comun! che si dolgono cli dovere spender di più 1Joi, quando il male è cresciuto e la piccola. delinquenza e l'accattonaggio si sviluppano, spendessero un po' di pili prima, in queste istituzioni, il danno economico per lo famiglie e quello sociale della comunità sarebbero certo notevolmente ridotti. Intanto ... affidiamoci al tatto degli Ispettori nel chiu– cloro gli occhi sui libretti irt'cgotari, poi- non creare più dolori e più mi::erie cli quello cho già. ne af– ttiggouo. (Coulinua). ALESSANDRO Sc111Av1, IL COMUNE E LRDIFESR 161EHl[R della prima infanzia J[J. L'intervento dello Stato e la legge Roussel. Dopo aver passato in rassegna alcuni caratteri sa• licnti della mortalitìi infantile ed esserci soffermati sovra i più significativi di ossi, di indole schietta– mente sociale, ci pare opportuno entrare subito nei · campo dei rimedl, anzichè analizzare pnrticolnri azioni nefaste di minore entità o - ad ogni modo - già implicite in quanto si è detto. Se noi guardiamo in alto, a queJla che fu la pnr• tocipaz.iono dello Stato alla soluzione di questo pro• blema, noi troviamo quasi ovunquG il deserto: pTes– sochè nulla In azione sociale, sia essa diretta, sia stimolatrico o integratrice. Ogni paese si appagò di " regolamentare II l'assis.tenzn degli esposti, pochi provvidero ad un'assistenza seria e rigorosa del « fi. glio cli nessuno 11 • .Ma alla prole legittima, alle volte altrettanto abbandonata quanto quella che è ufficiai~ mento abbandonata, alla prole legittima, insidiata da cento cause di danno, quasi nessuno p!'Ovvidc, come se non si trattasse di uno degli interessi sup:·emi delle società umane. La Francia fu desta. per la prima, su questa via. Già fin dal 1193, la C'onvenzione, col suo mirabile decreto del 28 giugno, provyecJeya all'infanzia Qome non si riuscì a fare ancora neppure ai nostri giorni. (1) Assai più tardi il patriottismo francese, che pa· reva ferito a morte dai suoi eccessi e dalla insupe– rabile tendenza del pensiero contemporaneo che spezza le frontiere nei desiderio di una patria più vasta, trovò una via di riabilitazione. Invece di so• gnare solo armi ed armati, come i soldati dormienti del quadro di Bataille, scosso dalla minaccia di spo• polamento che le statistiche annunciavano, rivolse lo sguardo alle creature umane indifese che aveva at• tomo. Vide le campagne farsi deserte per insuffi. cienza di braccia, le famiglie rifiutarsi a procreare fig·liuoli, oltre i limiti della prudenza economica, i fan– ciulli morire decimati o dalla nativa debolezza o dal• l'abbandono in mani mercenarie o da ogni sorta di pratiche malsane, e si dedicò a ricostruire la 1 1'ran– cia, col rinvigorire, risparmiare le generazioni nuove. Dapprima aveva tentato - e l'arte l'aveva soccorso - di magnificare la bellezza della vita patriarcale, ma) non appena si accorse che - nella storia - i ricorsi artificiali non hanno fortuna, si portò con tutto l'impeto della sua ardente anima alla tutela delle più fragili creature. ( 1) L!CAIU) 1m CLAUZOLES: J;(c 11w{er11Ué e/ /(I déftuse 11atumalec011• h·e la (U,!pQJ)11/Mi.011, J)!lg". 261.
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