Critica Sociale - Anno XIX - n. 19 - 1 ottobre 1909

CRlTICA SOCIALE 297 lire di spesa, 63 1 6 Jmpieqate in stipendi, 11,9 in speso di ufficio, 6 1 5 in spese di viaggio, 18,0 in indennW1.di mis– sione. E veramente non ò spesa eccessiva qunn 1 lo si pensi ai J)rezlosi servigi ohe l'hpettorato compie o può com– piere, nonostante i troppo modesti compensi che gli hanno già ratto perdere qual eho buon elemento, attratto da mng• giori retribuzioni ne\1 1 lndustria libera. Il corpo degli Ispettori dovrà quindi essere ampliato 1 specialmente nel numero degli Aiutanti Ispettori, i quali, dico In. Jlelazione del Capo-sezione prof. Dragoni, " rap– presentati da elementi operai, hanno ratto prova eccel– lente, dimostrando serietà di propositi, preparazione sufflclente por tutte le funzioni non richiedenti una capacità tecnica superiore, entusiasmo vero per il loro còmptto. Se ossi non banno potuto, con la loro sola pre– senza nell'l9pettorato, conclgliargli quella piena fiducia dello classi lavoratrici che può derivare soltanto da una piena comprensione degli scopi e dei benefizi delle leggi operaie, molto hanno contribuito alla attullle relativa cordialità di rapporti. In ogni modo, l'esperienza finora ratta ha dimostrato che non vi era ragiono di temere dell'opera loro e che essi possono essere funzionart corrotti ed imparziali. "Anche l'opera dell 1 I,;pettrice si è dimostrata altamente lodevole, e ha dato i migliori risultati per l'osservanza della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli, spe– cialmente nella indu~tria del vestiario, in cui la leggo era pressochò sconosciuta. Se di questi effetti, sui quali PI➔pettrlce riferirà con speciale rapporto, debba rendersi merito all'iofluenza speciale della donna come tale od ai meriti personali della persona scelta, non può ancora ritooerai dimostrato, o rimano da giudicare eulle risul– tanze del nuovo periodo di ,·iaita dell'Ispettorato che nou è lontano dal chiudersi. Anche qui però, se non si è ottenuta la prova 11pecificadei vantaggi che teorica• mante si attendevano dall'entrata dello donne nell'ispe– zione, si è avuta almeno la dimostrazione convincente che esso possono compiere funzioni dl tal genere senza dar luogo agli inconvenienti che taluni temevano e con effetto utile non trascurabile ,. (pag. :<Lvm). Ed ora acclngiamocl all'osarne delle Holazioni. § 2. - Oscurità e ignoranza della legge. Irregolari1à ed abusi. Sembra davvero che, una volta promulgata una legge, tutto congiuri a farla restare lettera morta, o a snatu– rarne lQ spirito, o a falsarne la lettera. Intanto, coloro éhe devono applicarla cominciano col– l'ignorarla. Ecco un odiflcante specchietto compilato dal Capo*circolo di Milano o Brescia (pag. 45): Occorro ricordare l'antico ma pur sempre attuale vcr.:io dantesco Le leggi son, ma chi pon mano ad elle, se i pubblici ufficiali le ignorano o le conoscono imper– fettamente cosl? No viene rli conseguenza che i primi a non osservarla sono i Comuni, i quali, nel Circolo di Bologaa, non sempre posseggoao Il registro delle denunzie, o ben pochi lo tengono in regola. Quando poi passiamo all'interpretazione della leggo, allora le menti si sbizzarriscono coi criteri pilt disparnti. Ad esempio, noi rilascio del libretti di lavoro, alcuni li dànno a chilrnque li domanda, o anche a donne cli •iO o 50 annl 1 altri li negano a minorenni maritate, altri a tutte lo donne sopra i 15 anni. Qualcuno lo rila<Jciò a. ranclulli minori di 12 anni compiuti; spesso per non moltl giorni di differenza, talora anche por parecchi mesi. t,i trovano libretti intestati a fanciulli con dlchia• razione della frequenza della 1a o 2" elementare, talora con quella unica dell'asilo d'Infanzia o di assoluto anal• fabetismo, talora senza indicazione alcuna (C. Bologna, pag. 15). Jn Provincia di Cuneo una circolare del Prefetto venne interpretata nel senso di non rilasciare più libretti alle donne aventi pili di 15 anui, in modo che presso nessun industriale vennero trovati tali libretti; richiesti ai :Mu– nicipi, alcuni di essl si rifiutarono di rilasciarli anche dopo istanze degli Ispettori. Parecchi Municipi, applicando In modo rigoroso il libretto, el riHutarono di rilasciare I libretti al fanciulli che non avevano sostenuto l'esame di proscioglimento, senza curarsi poi so questi fanciulli andassero ugual– mente all'officina senza libretto (Circolo Torino, pag. 1•18). Per l'ummissiono dei fanciulli al lavoro, la legge 7 luglio 1002 prescrive all'art. 7: " I fanciulli d'ambo i sessi che hanno compiuto il decimo anno, ma non an– cora il dodicesimo, non possono essere Impiegati al la,·oro per più di 8 ore sulle 24 del giorno ,.. Alcuni Comuni, o un Sottoprefetto con ossi, dimenti– carono quanto era già. stabilito all'art. 1 della legge, e ritennero legale il rila.sclo del libretto a minori di 12 anni, qua.udo l'Industriale, presso il qua.le andavano ad lmpiegnrsi, dichiarava di occuparli per sole odo ore al giorno. (Circolo di Milano, pag. 69). E siccome i Comuni, quandO incontrano difficoltà nella applicazione di alcuni nrlicoli della leggo, inYoco di protestare, non li osservano, coel l'autorità superiore ritenne cho le disposizioni riguariantl la pubblica istru– zione fossero ·genoralmento osservate. E quindi, pur essendo la leggo imperfetta, o in molti casi sostanzialmente inapplicabile, siccome gli organi, che dovrebbero dar l'avviso di questa imporrezionc, non so ne curano, cosl la macchina legislath'a continua a girare serena e soddisfatta di produrre do! capolavori. 1,:, si capisce, se tanto .... non fanno o non sanno i Co– muni, cosa faranno gli industriali? 'l'utti gli Ispettori sono concordi nel dire che la grande maggioranza dello mancato assicurazioni degli stabili* menti dipende da Ignoranza talYolta, ma più spesso, specie nei piccoli Industriali, da erronea Interpretazione della leggo. Così 1 noi Circolo di Torino, nell'industria tessile, gli Industriali non si credevano obbligati ad assicurare porchè non hanno macchine mosse da agenti inanimati, mentre entrano nella categoria di stabilimenti con mac– chine mosso da operai che non sono quelli che Io ado– perano o impiegano più di cinque operai 1 facendo cosl confuiJione fra il capoverso 3° e il capoverso 4° dell'art. I. Cosi non as:1icurano I fornaciai (Torino) perchò la legge non speci{lca In modo molto chiaro se e quando

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