Critica Sociale - Anno XIX - n. 19 - 1 ottobre 1909

Critica Sociale f ?IVIST.fl QU/NfJ/C/N.f/LE DEL SOC/.f/USMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e caglia oll'Ufflclo di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V, E. 23 Anno XIX - N. 19 Non si vende a ,umr.eri s~><lrati.. Milano,1• ottobre 1909 SOMMAl~IO Polltlca ed Attualità. In rlfo1m(I dt, lrl!mtl: l. l termini dtl Pl'OMtmn (l'ror. IV,'No•: HONOMI), .~·,11 ('OIIQl'tl/tO dl ,.,,i,1t1 (Oott. n:ut]Ul('O VEl,1,4), })upo /(j l't/111/(1 (H {lom]>tril: Il 8hldllt:«li1mo M11tl"l({ltl0 ,i le 81/t U'O• lm:10111 J)l'OUlme (Prof. O!OV,1,l'?>r MEHl,OSI), Studi economici e soclologlcl. Lt. i1pt::1tm, 1111 lorr,ro ,,. llollo e t p1·oblt111l ,:h'tut mttto110 In lwa: I. Il Jl"IIHO n,pporlo dtll'Uffltlo d,1 Larol"O; 11. Ou11ntil t. it,HO• ,·aM.:<1dt/1(1 lttJtJt: frngolaritlftd ob111i(Do1t. ALV~ASDRO scnu.,·1). Jl Com10tt t /(I dl(tlO lgltnlc« dt/10 J>rhna ln{Qnda: Il. A.lcHni CO• r(llttr, .odaU dtllfl mortaUM ,nranlll, (Doli, GIULIO C.1.SJ.Ll:S-1). Fllosotla, Letteratura e Fatti sociali. l.(,i flluSO/ICI cltl/(1 pn,tlea {,hv. t:TTOltt: llAKCIIIOiLI). J,'1'(1 ,.,b,·l t N/111,1,: " Lu.otrondn ,. Ili I'. IJroechl (l'ro(. uoo GUIDO MONIIOU'O), lJlblloltta di propflgtrndfl. PER.LARIFORMA DEITRIBUTI I. tcn,,ini <lei problema. li problema finanziario, intorno a cui periodica– mc11to il p11rtito socinlista. rlr,hioma - purtroppo scnzn ottcncro uncora ris ultati profic ui - l'attenzione ciel paese, ò oggi assai semplifica.lo dt1. quello che era alcuni anni fa. Allora ~li uomini che pili si n.ppassionavano a qu~ste questioni - e sono nella Camera e nel gior– nalismo nssni rnri - erauo divisi sul modo di trarre profitto da. quell'eccezionale periodo di prosperità d?l nostro bilancio. Dicevano alcuni: occorre, prima d1 pensar6 a. modificare ordinamenti trihutari e as– setti fi!,cnli ornrni solidi e duraturi, sgravare i con– sumi popolari. Diceynno ~li altri: urgo, avanti di proccdcro a sgravi dogunali, rifuro tutta l'impalca– tura llol nostro ei11tema tributario, nel senso di so– stituire ali imposte vecchie, mal congegnate e anti– economiche, imposte pill razionali ed equamente di– stribuito. Heplicavano i primi: ma noi,con gli sgravi, ci ripromettiamo di intensificare i consumi, onde la perdita del bilancio sarà transitoria o sicuramente risarcibile. Hibattevano i secondi: ma noi pure, creando un sistema tributario pili in armonia con la progredita economia del paese, assicuriamo alla finanza un gettito più facilmente dilatabile con il progressivo numentnro della ricchezza itnlinna. Nnturrllmente le duo correnti si disputavano il brevetto domocrntico. I fnutori dogli ~grnvi afferma– vano cho lo classi popol1lt'i 11011 chiedevano di più e di meglio che pagare meno iJ paue, lo zucchero, il caffè. I fautori della riforma dei trihuti accusavano gli oppositori di fare con ciò una politica conserva– trice, in quanto - come affermava alla Camera l'on. Wollemborg nel dicembre 190G - " la politica degli sgravi es1>licitamento riconosce, ed ha anzi per suo logico prc1:1up1>0sto, hL bontà intrinseca, al– meno relntiva) clell'orclinarnento vigente, e pensa solo a renderlo meno intollorabilo, ritagliandone qualche punta più ncutn, correggendone qualche eccesso; e così tondo n gn.rnntirno l'intfrngibilitù. sostanziale ,,. .l!'ra i duo litiganti si ò assisa comodamente la politica giolittiarrn, la quale, sperperando in infiniti ri.,•oli gli a\'n.nzi del bilancio, si ò ris,•egliatt1. un bel giorno sotto la burera d'armi o <l'armati che passa oggi sul mondo. E allora, ricorcato quanto rimaneva ancora. nei già falcidiati bilanci di disponibilità fi. nanzinrie, essa ha impinguato cli 1>arccchi milioni le sommo destinate alla difesa nazionale, ponendosi 1>oi,a braccia. conserte, a difesa del pareggio. L'Jtalia è, dunque, retrocessa, in quest 1 ultimo giro di anni 1 a quando, con un bilancio faticosamente pareggiato, si imponeva la virtit dell'astinenza. Oggi - anche a voler essere ottimisti - la situazione finnr_lziaria. ò tale, per concordo giudizio cli compe• tenti, da non consentire 1,iù le antiche discussioni sul miglior impiego degli a,•anzi (1). Jl problema odierno non può essere quindi che questo : riottenere, nel minor tempo 1>0ssibile, con ef– fetti dw·atw·i e smza tlf,rbamento clell'eco11omfri 11a– zionale, una 1Jtosperità finanziaria, che possa regge1'e al naturale tncremento delle spese ve1· l'incoercibile espa11de1·si dell'altlvitù. dello Stato. . • * La politica dcg·Ii sgravi non viene eliminata del tutto drL quostn nuova impoi:1tazione del problemfl, ma ,•ieno posta però in condizioni tutt'altro che fa– cili. Lo sgravio di un dazio dog-nnalc può certo de– terminare un più largo consumo del genere sgra– vato, cosl da. compensare la perdita finanziaria ed anche da aumentarne, in breve tempo, il gettito fi. scale. Ma, dovendo, per intcnsifìcnre il consumo. ri– durre di molto l'imposta, quale ò il j!Cnere che è capace cli un così pronto o cospicuo risarcimento~ Qui è l'obbiezione più gravo, che nessuno <lei più caldi fnutori degli sgravi può illudersi di superare. Intanto ò opportuno ricordare che il grano - il qualo è il consumo alimentaro intorno a cui hanno bntta:;linto con più ''!gore lo classi 01>eraie -- non può sperare di risarcire, con unu subitanea dilata– zione del consumo, la grave perdita finanziaria, che dcrivcrehhe all'erario dalla riduzione (non parliamo ancora dell'abolizione) del dazio protettore. La ridu– zione do! dazio sul grano - provvedimento la <'lii opportunità è ormai indiscutibile - deve avvenire, non corno un sCmJJlice episodio di una politica di sgmvi, ma come conseguenza di una riforma dei tributi, elio miri IL trnsforil·o una pnrtc del carico tributario dallo classi povero alle ricche. (1; 111 \'Mlt/t )IMO n molti ché, 11\!ll IHJIO IIOIL lii tlrbbn ora 1rn.r!ure di a,·111111,ma Atl1llrlltura 111 tlebbu. 1mrlt1rcdi dlsanrnzo. Cer1anu·11IC' è <11fflrllt\ e O<'corrf'rebbe uno ~111\lluall'uopo - lletrrmlnan• ron scru1lOIOill rs1utezza ,e, In un bll1melo di tlue mlllRrtll e mezzo, Il pareturlo è \'(•rarne11t1•rcRIC o è !Oltanto tltllzh,1. Qui. ad ogni modo. 111 è aouuatn In eonelu~lone meno 11cHlllll1illl,

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