Critica Sociale - Anno XIX - n. 17 - 1 settembre 1909

264 CRITICA SOCIALE qualche accenno si ha già nella democrazia elvetica o americana? 11 problema ò paui:oso di difficoltà; ma bisogna affrontarlo. E dir chiaro e tondo, a costo di spiacere ai più, che l'avvenire non ò per gli or– ganici e gli stati giuridici cristallizzati nell'automa– tismo delle carriere e delle paghe; ma si incammina a rinnovazioni intime dei diritti e degli obblighi di chi dà la sua opera allo Stato. Ben inteso che l'ar– bitrio poliziesco non deve risorgere. L'essenza dello Stato-di-diritto pel'mane. Organi di equa valutazione dei rapporti d'impiego, con rappresentanza degli im– piegati1 abhiano i poteri supremi di disciplina, di esclusione, di coazione per far lavorare. È tutto un insieme di congegni da creare. È Ja società futura che si delinea, e non deve essere una immensa sta– gnante burocrazia. * * * ì\[entre gli impiegati cammineranno verso gli operai, assumendone, fin elle è possibile 1 la respon. sabilifa e mobilità, ecco che si manifesta gi:\ il convergente moto di tutto l'esel'cito operaio vc1·so assetti piìt fermi ed equilibrati del contratto di la– voro. Che altro sono le conquiste delle tariffe e dei concordati di lavoro, ed il divieto dei licenziamenti arbitrari e fulminei, e 11 sistema delle indennità e dei compensi faticosamente stabilito dagli O(H'rai che pretendono più securo il pane? E le assicura– zioni che cli\•entano obbligatorie, e le pensioni per la vecchiaia, tutto ciò non tende a portare nel con– tratto di lavoro alcuni caratteri di quello d'impiego? Dove le due fiumane convergenti si fermeranno sarebbe pretenzioso e stolto dire. Ma noi impiegati dobbiamo muoverci, intanto. Acquistare tutta la li– bertà. di moto che è conciliabile con le esigenze dell'ufficio. Spogliarci di una situazione di immobi– lità1 che, se era possibile quando eravamo quattro gatti, è un assurdo ora 1 dacchè lo Stato tende ad assorbire hl,, società. La terza. fase di Travet coinciderà con la morte di Travet. C1-1Awrncu:n. P. S. - Leggo, in ritardo, la polemichetta dell'amico Pete1·Augeu, che aggiunge interessanti rivelazioni sulle magagne burocrii.tiche, ma forse non mi ha capito. Non bo mai inteso di fermarmi alla prima stazione delle " Riforme che si possono far subito n· Peler Augen sa che mi spingo più in là, for:ie troppo in là, nelle altro ri– forme che implicano il rifacimento dei congegni ammi– nistrativi dello Stato. Del resto, se attende un po', si persuaderà meglio, e <lai miei articoli e clalla Relazione, che mi hanno affibbiata, per il prossimo Congresso. Per ragioni di temperamento, io non sono però uso a riman– dare anche quel pochissimo che si può far subito (po– chissimo· sì, ma non nulla, come vuole Peter Auge11). Sono abituato a dirmi: hic Rhodus, hic salta. E 1 senza rinun– ciare al pii',, tento subito di rare. Se tutti i miei colleghi cercassero di anticipare sulle leggi future e di far in– tanto i primi passetti ed i primi saltellini. ..... CIIANTECl ,F.lt. G. SALVÉMINI Sutlragio universale Questione ID.eridionale e RiforID.isID.o. Opuscolo cli pag. 56, Centesimi ·25. PJr tOJ copie] sconto 20 ¾– (Presso la C1·itica Sociale). IL SINDACALISMO RIF RMISTA Antonio Oraziadei pubblica una sua conftffenza e,u " Socialismo e Sindacalismo ,, (1), la cui parte polemic1L col sindacalismo rivoluzionario venne già riprodotta In queste colonne. àla la conrerenza merita di essere esaminata più lar• g\monte, percliè le quei,tioni, che ivi sono discusse, sono del pili grande interesse per la teoria riformista. La riassumiamo perciò largamente. " Il socialismo - dico Orazia.dei - si può definire come la tendenza consapevole verso il crescente coordi– namento e la crescente disciplina. della attività indivi– du ile noi superiore interesse sociale. Nel campo stret– tamente economico tale tendenza porta al controllo della socief.à sulla produzione e sulla distribuzione, e, pilt in generale, alla trasformazione della proprietà pri– vata. dei mezzi di produzione. Per un complesso di ca.use, fra le quali principalis::.ime la natura tecnica dei vari ,rami dell'industria e dell'agricoltura, e lo stato delle conoscenze e delle applicazioni scientiflche 1 tale trasformazione non può avvenire nè tutto in una volta, nò in ogni sfera dell'attività economica, nè· cogli stessi procedimenti.,, .Molteplici sono i coefficienti che conducono a questa trasrormazione economica. l!la, in quanto essa può di– pendere dagli interessi e dalla volontà di una parte sola della Società, uno de' suoi fattori pili essem,iaii è rappresentato dal movimento sindacale. Donde il sinda– calismo, che è la teoria e la pratica del movimento sindacale. Il socialismo è dunque un risultato, rispetto al quale il Aindacalismo è uno dei mezzi. Nessuna contraddizione esiste necessariamente fra l'ts• senza del socialismo e il sindacalismo. Anzi, Pevolu7.ione della concezione socialista si orienta e si concreta con precisione crescente sopratutto verso quel ratto specifico che è il movimento operaio, e il merito principale di Marx fu appunto quello di avere mosso in luce, di mezzo alla nebulosa del socialismo a lui anteriore, il nucleo sostanziale del movimento operaio, considerato come concreta forza operante. Per cui Marx può considerarsi il padre del sindacalismo. Il sindacalismo riformista o evoluzioniilta - che non vuol dire azione sindacale, diretta esclusivamente alla conquista di riforme legislativo - ,,ten definito dal Ora– zia.dei come u la tendenza delle organizzazioni operaie, sufficientemente ma.ture, a fare iu maniera sempre più diretta i propri interessi di classe, e ad ottenere a pro– prio vantaggio - colla forza essenziale della propria pressione, con tutti i mezzi legali, e a\Jlinfoori di ogni pregiudiziale politica o religiosa - una successione il– limitata di conquiste in tutti i campi n· La questione veramente caratteristica del sindaca• li'!mo - comune ad entrambi i· sindacalismi - è quella rlei rapporti fra l'organizzazione <lolla classe operaia a il partito socialista e, più in generale, i partiti politici. Anzitutto bisogna distinguere il socialismo - grande idealità a cui contribuiscono molte forze - dal partito 80oialista, ohe non è se non tlna fra le tante forze che concorrono a. effettuarla . .l<'rale forze coscienti che de– vono condurre al socialismo, la più importante, la ve– ramente fondamentale è l'organizzazione sindacale dei lavoratori e sopratutto degli operai propriamente detti. 'l'anto pili cbe non è neppur vero che il partito socia- ( 1) Ed. Luigi !\long!n\; 190:l; R0IDll, V'lll s. Claudio, 57 (I,. 0,50)

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