Critica Sociale - Anno XIX - n. 17 - 1 settembre 1909

260 Oltl'l'IOA SOCIALE EQUIVOCI NUOVI E VECCHIE INSINUAZIONI (Un'ultima replica sulle questioni nazionali) Ed eccomi a discutere, il più broYomente possibile, col signor Virgilio ùoita 1 il quale, nella Hagione del SO lu• glio p. p., animato dalla buonissima intenzione di in– tendersela chinramento con me, comiMia affermando con la mnssima disin,·oltura che lo ho sostenuto la difesa degli :: ila.vi nella C1·itica del 1° luglio, e continua trin– ciando giudizi sommarì o decisivi, pronunciando con– danne inesorabili, con pocbiss!mo risJ>elto della ,·crità. Conosco il sistema o non mi J)reoccupo di vederlo ap– plicato anche dal signor Ooitn. 011 accusatori o i censori dei socialisti adriatici fanno tutti cosl. .ì\Iettono nva11ti alcune premesso false, inventano circostanze inesistenti, eppoi, con la faccia pili tosta del mondo, no tirano lo conseguenze che loro convengono. · Tutti costoro hanno duo o tre Ideo fisse. I socialisti sono venduti nl Governo, sono ,·endutl agli slavi, sono venduti ai tedeschi i su tutto ciò che i sociali<itl pensano e dicono e fanno, deve gettnrsl quest'ombra fosca del sospetto e della diffamazione. Nessuno si ò ancora prcoc• cu1mto di esamlonro le contllzloni dell'ambiento noi quale i socialisti della regione adriatica devono esplicare la loro azione, por vedere se, per avventura, essi non si trovassero nella condizione di non poter scegliere. Nes– suno si ò ancora domandato perchò mai quasi tutti i socialisti triestini e istriani provengono dalle frazioni politiche irredentiste, e se essi non sono usciti giusto appunto de. quel partito pcrchò banno trovato ohe !'in• ternazionalismo socialista non nuoce affatto agli inte• ressi delle. stirpe, ma anzi li difende positivamente, mirando a creare, per le classi operaie - che sono la stragrande mag1Cloranza dei nohtrl connazionali - quelle condizioni di benessere economico o di cultura superiore, senza le quali non è concepibile alcuna idealità na– zionale. Ma seguire più da vicino l'opera del socialisti di quello terre, conoscerne le origini, le lotte asprissime, le diffi– coltà enormi che hanno dovuto vincere, per afferma:-sl, per assicurarsi il diritto all'esistenza, per i vart faciloni della. maldicenza antisocialista ò troppo lungo e faticoso. Meglio, molto meglio, raccattare tutto le stupidaggini e le impertinenze e le enormità che I ne.zlonalisti conti– nuano a stampare <la anni ecl nnni, o illudersi d'avere così esaurientemente documentata la feroce requisitorin. Quando si è sicuri cbo i socialisti sono tutti rinnegati, non rimane nitro da fare che cercare nella loro aziono ,·tu,ta e multiforme, come quella di tutti i partiti che vivono davvero e lottano semJ)re, un gesto, una parola, un pensiero, col quale impiccarli alla forca della. puli– lilica esecrazione. E tutto questo senza uno scrupolo, una C!litazione. E senza neppure quel minimo di prudenza e di riguardo the si dovrebbe pur avere per gente della nostra stirpe, che vive lontana dalle nostre comJ)etlzionl e che avrebbe diritto - per lo meno - di es!!tro conosciuta prima di venire condannata. Il signor Ooltn dunque è di quelli che vogliono la fischiata antlpittonio.na a Bologna, o nou lia muto.to opl• niouo neanche dopo aver letto il mio articolo del t 0 lu. glio. Cl vuol altro per persuadere il signor Ooita! Egli, anzi, ba trovato che ìl mio ragionamento e il mio giu– dizio t: provengono da un falso esclusivismo di veduta economica e da un errato concetto internazionalista. ì-: l'assoluta non couslderozione del diritti coi quali gli itnliani, n differenza degli slavi, contemplano Triestr, e sui quali YOgliono affermarsi contro la. couculcazioue d('] Governo di Vienna. ,, Che escluslYismo d'Egitto! Io ho dimostrato che la penetrazione slava a Trieste ò un fatto d'origino an– tichissima e determinato esclusi\'amente da fattori eco• nomici. Oli slavi non li han portati i socialisti a 'l'rlesto, ma il capitallsmo, ma la rivoluzione Industriale che sub\ la città. Per cui il corrompimonto del caratteri etnici òi Trieste dove - se mai -- attribuirai al fattore economlc-o, Io esamino lo condizioni dolla. città quali sono real. m0nte 1 non quali amano crearlo i poeti e i letterati, che pretendono risolvere il problema con una cantatina sontimentnle. E non vo~lio I)ea11cbo imitare quel Co1·bo, che precisava le responsabilità dei capitalisti del suo partito nel riguardi dell'emigrazione slava, !jostenendo • che si doveva.no compera.re lo terre e miglic,raro le con– dizioni del contadini sloveni perchò stessero lontani dalla città. Non ho alcuna ,·oglia. di f11ro adeuo il processo 111 nazionalismo trlei,tino, per metterne in mostra i torti e rilevare i danni che esso ha cagionato, con la suf\ po– litica, agli interessi della nostra stirpe. Mi basta dlmo. strare elle le condizioni odierne di 'J.'rioste esigono dal partito socialista un atteggiamento o una tattioa rigida– mente internazionalista. 11 Ooito, in verità, consente ed ammette che " la pro– paganda socialista possa e debba seguitare il suo cam– mino e conseguire la sua vittoria, senza temere impaccio da parte degll italiani, purchò essa non creda o 11011 voglia, con un orrore di logica e una falsiflcaziouo di fa.tto, che por la sua vita ~ il suo trionfo debbano essere combattuti e negati i diritti degli Italiani ,,. E da questo arruffatissimo ammasso di pensieri con– traddittori, io mi occorgo che il Ooita ò un novizio della campagna antisocialista. I nazionalisti triestini non lo accetterebbero per campione. Ma non sa il signor Vir– gilio Goita che gli italiani ricchi e sfruttatori della mnno d'opera sono costretti, dalle inflessibili leggi doll"cco– uomia capitalistica, non solo a creare degli impacci a.Ila propaganda o al cammino del soclallsmo, ma a combat– terlo aspramente - e la questione nazionale serve me• ra\'igliosamente a questo scopo - perchè essi, gli ih\– liaui ricchi e padroni di aziende industriali, banno in– teressi antagonistici con quelli degli italiani poveri e sfruttati? Questo contrasto di interessi che, quando si esplica. intelligentemente si chiama lotta di classe, c'è a Trieste come in tutto il mondo. E non basta parlare tutti la medesima lingua, e avere tutti Io stesse carat– teristiche etnico•antropologiche, per vivere da buoni fratelli. Quando c'è di mezzo l'urto dogli interessi, ò inutile ogni ipocrisia o ogni manovra sentimentale. L'ardito ed esperto industrialo triestino dovo guidare la sue azienda non con la. Divina Commedia alla mano, ma cui rcg,)• lamento di fabbrira, col contratto di lavoro, con le ta– riffe doganali. Ora, quando il socialismo penetra nella sua fabbrica, nella testa della sua gente, e predica l'or– ganizzazione, la resiste11za, la lotta poi migtloramcnlo delle condizioni economiche, quel socialismo ò - cbo:chò diciate voi, caro signor Ooita - uu bel rompiscatole. Anche se l'elemento operaio fosso compattamento ita– liano, quindi sussistessero quei tali legami ideali cli stirpe, all'esigenza dei quali voi attribuite tanta impor• tanza, la seccatura e la noia non sarebbero minori. Provate un po' a domandare al commercianti o agli inc1u3triali italiani di Trieste so sono disposti davvero

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