Critica Sociale - Anno XIX - n. 17 - 1 settembre 1909

CRITJCA SOCIALI! 250 pagne più salienti e più vita.li, come qnella. contro l'aumento delle spese militari, avvenuto colla. con• uivenza. della sua passività e della sua incoerenza ( 1 ); e fa si che la parola. dei Circoli, stemperata nel vuoto d'ogni azione positiva., sembri un suono irritante di cicale retoriche, anche quando, come nella protesta a.nticzarista, si risolve in un atto doveroso di soli– darietà internazionale ed umana. Da cotesto torpore espiatorio - il cui sintomo più grave è l'inconsapevolezza di se medesi– mo e quindi Ja mancanza d'ogni stimolo di re– azione nel seno del partito acquiescente - da co– testa cronica impotenza, di cui solo i migliori e i più pensosi sentono il profondo disagio, noi pen– siamo che non possa .,il partit.o oramai riscattarsi, se non con un atto supremo ùi volontà, con un •vero e organizzato sforzo su se stesso; co11·tawTe ad un 1netoctopreciso ta sita azione tentennante e dfape1·sa. Il partito socialista italiano non ha nulla eia mutnre nel suo immediato programma, cresimato dall'ultimo Congresso; ma <leve del pro gr{l,mma affermato - di ogni suo caposaldo: ri· forma tributaria, elettorale, scolastica, dei servizi pubblici, pençioni operaie, ecc. - fare cosa vn·a e vibrante; determinandone prima Ll possibi1ità pratica e segnandone le linee schematiche con tutta precisione, poi popolarizzandolo nei Comizii, negli opuscoli, nei giornali, nelle conferenze, nelle discussioni alla Camera, con monotonia, con insi• stenza, con (osiamo dire) testardaggine inglese, provocando le obiezioni per confutarle o, quando siano forniate, per modificarlo e per correggerlo; avvezzando il pubblico, i partiti, il Parlamento, al nome, al suono, al contenuto delle sue rivendica– zioni, imponendole all'attenzione e alla discussione, /àcendosi vno con esse, per modo che non sem• brino desideri appiccicati. che si possono prendere e lasciare, ma siano la sua vita quotidiana, la sua fisionomia, il suo essere. Solo dopo qualche anno di questa ginnastica. - per la quale ò d'uopo che la nostra stampa e i nostri giovani propagandisti abbandonino la vaga venere che amoreggia con tutte le questioni e ubbidisce a tutti gli impulsi occasionali, per murarsi, stiamo per dire, nel set– tarismo, non delle persone, ma dei temi - il par• tito socialista italiano - che, impedito dalla stessa legge del suo sviluppo di rinculare verso l'idillio delle prime predicazioni evangeliche, non seppe ancora (e perciò rimase sospeso a mezz'aria) affer• rarsi alla opposta riva delle effettuazioni graduali e concrete - ritroverà. ne siamo certi, quella vi. goria dentro di sè, quell'ambiente e quel favore tli fuori, e rannoderà. col movimento operaio quei legami diuturni, senza cui un partito socialista <liventa un'accademia. E allora, ma soltanto allora - nuove forze e ptopositi più decisi maturando, per emulazione, nei partiti democratici - saranno possibili e po· trA-nno riescire fruttuosi quei connubf, quelle al– leanze, che, oggi. fondate sul vuoto, per lo scopo negativo di una crisi o di una elei;ione senza pro• g-ramma positivo, non possono che creare nuove illusioni, nuovi equivoci, e una. sempre maggiore sterilità di risultati. '1 1 anto più questo sforzo è necessario, questo su– premo atto di volontà e di 1·iuuuzia ci è imposto dalla necessità del nostro essere di partito, dacchè (') Nò si penai che l'occasione a. 1move b!\~taglie su quel temi~ lardi molto a ri1nesentarsi. Ora ò nell'aviar.ione e, in genere, ooi formidabili progressi dell'uerouflutioa - proconiz:cat11, foriera di r1wvici1111mento frl\ le nllzioni - che si cerc1L,,,icevorsa, il protesto di nuovi disimngurunonti finaozi11ri ed ceonomici. OH\ si prevedo la oecos■it,\ llolle 111,tteaeree e si propongono - por rieseirvi più «llegrumente - C,:,roitRti parlamontflri ad hO(, •.• la lotta delle tendenze, che era pure, malgrado i guai che traeva seco, affermazione di vita e di pensiero, è, si può ben dire, scomparsa; dacchè il sindacalismo rivoluzionario, che, scacciato fuori dal partito, se non fosse stato (come più volte fu da noi proclamato) rli natura emioentemente pa– rnsaitica, doveva servirci di sprone, ha dato le sue dimissioui,.sepolto dalla mole de 1 suoi inevitabili errori, e pur ieri uno de' suoi filosofi ne cantava l'epicedio ('). E poichè, dunque, neppure e:rinimicis possiamo sperare Ja salute, è giocoforza che la cerchiamo fermamente in noi stessi. Da queste pagine - oltre il sermone brontolone e molesto - noi speriamo che venga presto il contributo e l'esempio. LA CRITICA SOCIALE, I->,S, A proposito di programma, e precisamente di riforma tributaria, siamo lieti che l'amico ono– re·vole Giulio Alessio, rispondendo, forse più che al nostro, all'appello delle cose, abbia espresso, in una notevole intervista coll1Ava,ili! (22 agosto), le sue vedute in argornento. Quella intervista, per altro, non esce dalle Jinee di una esposizione dottrinale di tendenze generiche, accenna a risultati estrema– mente timidi, e sembra fatta. piuttosto per convin– cere delle molteplici rlifficoltà, che non della pos· sihilità pratica e immediata rlella riforma. Conver• rebbe inoltre sapere quanti, del partito in cui mi– lita l'on. Alessio, ne accolgono le idee e i propositi. Anche sulle proposte - a caratteri molto più de– finiti - dell'ou. \Vollemborg 1 sarebbe bene cono– scere il pensiero del suo partito. N0 tutto ciò di• spenserà il partit.o socialista dal formulare idee proprie; al qual uopo i meglio preparati - per es. il valoroso Bonomi - dovrebbero, crediamo, pre– parare un materiale adeguato. E le nostre colonne sono aperte a degnamente riceverlo, per provocare su di esso la feconda. discussione. La C. S. (1) Nolla Propaganda, 2-2agosto, Arturo Labriola, a cui non oliiodoromo certamente la piatti~ virtìt dolli~ coerontl\, ma le cui eonst11ta:i:ioui hanno por lo mono un valore sintomatico, chiamaoo Il disoutore M hl pretesa crisi dol sindncalismo ~• pur mettondola in (hlbbie, por cortesia, nelle primo suo righe, assover1wa aver egli sompro profouato ohe " in q11t$l0 mo1111.'ntodei/la loro l!Si$le,1.:;a le clnui /c11:orc,lrici dd.1ba,w ine1;itabilr11tnf11 seg11ire una politica di riforrn11 legali ed arnrninislralive ~· Qno1t11.JJropoaiziono, oho egli atesse fil stamparo in corsh·o, ò - almen,:, ai 21 agosto - il centro, a questo proposito, dol auo pensiero. Secondo il 1>rofessore uapoHtano, il 1ind11Cf11i11norivoluzionario, por 1woro 11n1lragione di esistere, auppone roalinllta quella fase clel111, società capi~listica, in oui " le olll3Si lavoratrici, entro i loro formidabili Sindl\cilti, si sentano veramente i padroni e decidano ($iC) dì troncare l'esisten;,;a dol capitalismo, ponendo la mnno su lu. fo.bbrica o lo Stato, trnsfor– manclo !!l. prime, o demolendo il ;;ocomlo "' M Quost"ori, - sog– giungo - sar,\ hmto pii1 vioi11a, quanto meglio fl Jliit itttivamonte il riformismo sitn'~ stato un fat.to "" Valeva dunque la 1iena!, .. Ma la trum~ do! riformismo sussisterebbe pur som1ire, 1ierohè il rifor– mismo (udite! udite!) protoso di "trasform11re in permanente la necessità reliltiv11.e transitoria do! suo metodo, che il sindacfllismo riconosce (sic, $iC),e eho anch'euo s,•ilu1iperebbe, ;W acl!sse la re• ,1pu11.,obi/il1i del mo1:im,mlo operaio •· Quando noi llofi11imroo i sind1tcalisti M gli irresponsabili•• non avremmo croduoo mili di do,•er avere un bel giorno l'ausilio di cosi eloquenti confessioni. La farsa finisce con un appello alla M buona. t'edo ~ e 1L1l' M onesti\ "' in nomo dello quali il 1,abrioh~ dichiara di essersi uppnrtato .... anche dnllo org:aniz:i:«:i:ioni sindacaliste! Avete le prime tt·e annate 1 L'Amministrazione della Critica è disposta a ricambiare cou wia qualsiasi successiva u,mata, rilegata, oppure con un anno d'abbonamento, l'invi-O che le venisse fatto della 1&,2• o 3" annata (1891, 1892, 1893) di Critica Sociale in bu01wstato di conservazione.

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