Critica Sociale - Anno XIX - n. 17 - 1 settembre 1909
270 CRITICA SOCIALE NELMOVIMENTO INTERNAZION.A LA POLITICA SOCIALISTA. Il sociz,,lismo inlernnziom1le.La prova del fuoco. Nell'ultimo fascicolo della C1 ilii.:a, Turati batteva an– cora una volta sulla necessità di agitare la questione della riforma tributaria - rirorma delle riforme - ac– canto o sopra a quella della rlforma elettorale; e richia– mava l'attenzione di tutti ll:li studiosi dei partiti di Estrema, e specialmente del partito socialista, sull'in · combente e assillante problema. E la dlscussiono fortunntamen_te ò già avviatai la qual cosa ha grande importaoz:L in un paese come il nostro, dovo le masso sono ancora co8l impreparate e così poco allenate all'esame di questioni p'ositive e complesse. Del resto 1 era tempo. La pregiudiziale del danaro at– tanllglia tutte le aspirazioni della democrazia e del so– cialismo, anche le più modeste; e impone di agire pron• tamente ed energicamente, se non si voglia ridurre a sterile esercizio accademico tutta Patti\•ità dei partiti democratici. n problema, come si afftlccia in Italia ora imperioso, cosl si è affacciato in questi ultimi tempi ai partiti so– cialisti dei paesi più sviluppati e più ricchi del nostro, come la Germania, l'Inghilterra e la Francia. In Francia il riformismo dì J'aurès dà di cozzo 1 come il nostro, nella muraglia inesorabile del bilancio, ancora chiuso. come un macigno. E i guesdisti possono arrestare per un momento la loro ammirazione per l'ultimo di– scorso pronunciato alla Camera francese dal grande ora– tore e ripensare il motto di un personaggio di Turghe– nieff, che a un suo interlocutore dice:" Ti 1:mpplico,amico mio, dì non essere eloquente! n L'eloquenza, sta bene, essi dicono; purchè non veli la realtà sotto i fiori della fantasia e del desiderio. Come da noi, adunque, ìl pro– blema rimane Della sua interezza anche in Francia; dove, per altro, la situazione ò ben diversa, e di gran lunga migliore, in quanto che, se nessuna seria e radi– cale riforma tributaria fu ancora attuata, una però ve n'ha, che merita tale apprezzamento e più potrà meri– tarlo ampliandosi, nei cantieri parlamentari, in attesa degli Ultimi colpi innanzi il suo varo. Ma su ciò non è possihile dire adesso di più; e del pari riesce difficile preve;dere quali relazioni correranno domani fra il par– tito socialista francese, o una parte dei suoi, e l'attuale Gabinetto, considerato nella sua linea intera di politica, dirò cosi, politica e di politica tributaria ed economica. Riavvicinamenti, tendenze a riavvicinamenti si notano senza dubbio, di cui i primi echi risuonano già nelle polemiche dei nostri compagni di Francia. Sappiamo quale fu l'atteggiamento dei socialisti te– deschi di fronte ai progetti dell'ex Cancelliere von Bii– low. Li sostennero quelli con tutte le loro forze contro la coalizione dei feudatari terrieri e dei cattolici. Vinti, insieme col Cancelliere, ora si preparano alla rivincita nel non lontano agone elettorale. . l socialisti inglesi richiamano maggiormente la nostra attenzione. Sul terreno delle riforme tributarie e fi– nanziarie, essi banno spiegato un'azione a11tonoma e specifica veramente notevole. E possono perciò co– stituire un esempio per i socialisti degli altri paesi. Essi non hanno atteso che un ministro riformatore pre– sentasse un progetto qualunque, per studiarlo e criti- carlo di poi secondo il punto di vista del loro partito. Partendo dalla premessa comune al Governo e ai socia– listi1 essere cioò urgente e indilazionabile il bisogno di nuovi cespiti di entrata, tanto per colmare il deficit del bilancio, quanto per consentire il soddisfacimento delle riforme votate e di quelle che dovranno essere votate e le maggiori spese per la difesa voluta dalle classi dirigenti, i socialisti inglesi, o, per essere più esatti 1 Il "Labour Party"' ai riunirono a Portsruouth in confe– renza speciale per trattare delle nuove tassazioni, e formulare le domande alle quali il partito avrebbe poi informato la sua agitaz\one nel Parlamento e fuori. Indipendentemente dalle riforme annunciate dal Go– verno inglese intorno alla disoccupazione, al rimbo1cbi– mento, all'istruzione, ecc., preme ora più forte sul bi– lancio la necessità. di far fronte al costo delle pensioni per la ,•ecchiaia, di coprire il deficit e di provvedere nuovi milioni per la marina. Il primo punto è quello che ìnteressa 1 positivamente e più davvicino, le classi lavoratrici. E però queste si son fatte, come dicevo, a collaborare col Governo nella ricerca dei cespiti da cui trarre tanta copia di nuo-vi mezzi finanziari, i quali si aggirano a un dipresso attorno a tredici milioni di ster– line (825 milioni cli lire italiane), I sociali~tl inglesi, coerenti alla dottrina socialista banno messo bene in luce la con ~ezio.ne tutta propria del n<istro partito in ratto di riforme socinli. Mentre i partiti borghesi dell'Inghilterra, anche i radicali al Go– verno e i loro sostenitori, considerano il costo delle ri– forme sociali come una attenuazione della spesa n~zio– nale, i socialisti vedono in esse invece una miyllore distribuzione della ricchezza della nazione. E, invero, la tesi borgheje avrebbe una bnse nei ratti, se il costo dei servizi, che costituiscono ora la spesa nazionale com– plessiva, non lasciasse alcuna classe provvista di reddili tali da offrire margini a ulteriori tassazioni. Il contrario è il vero, in tutti i Paesi: figurarsi in Inghilterra. Quivi, malgrado le enormi spese militari I rimangono nelle mani di classi ricche e OJJulenti risorse che offrono un larg~ campo di applicazione fiscale per la effettuazione di programmi riformatori, di gran lunga più vasti di 9. uelli di oggi. 'l'uttavia, le proposte di Lloyd Goorge9 1 il coraggioso ministro delle fluauze inglese, che non ha esitato, in– sieme col suo Governo, a mettere la mano sui ricchi proprietari terrieri, 11 super.sbafatori,, d'incrementi di red– dito di natura socialissirna, sono state dette dai conserva– tori, avversari acerrimi della riforma flseale, proposte socialiste. l~, fino a<l un certo punto, l'appellativo non può dirsi totalmente sbagliato. Infatti, l'oggetto princi– pale del socialismo è di attribuire la ricchezza sociale, la ricchezza socialmento prodotta, a un flue sociale. Due vie si presentano nel regime presente al raggiungimento parziale di questo scopo: trasferire industrie e servizi privati alla collettività; oppure attribuire alla stessa col• lettivitt't, mediante tassazione, pafte della ricchezza so– ciale che i privati si appropriano sotto forma "di rendit.a, di interesse o di profitto. E, veramente, nessun bilancio, più dell'ultimo bilancio inglese, ha effettllata l'idea BO– cialista che la tassazione dovrebbe appropriarsi la ric– chezza socialmente prodotta. Non che tale ricchezza sia tassata ora per la prima volta; ma per la prima volta
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