Critica Sociale - Anno XIX - n. 17 - 1 settembre 1909
268 CRITICA SOClALE monto ndopernta dai partiti democratici, potrchbo con facilità tramutarsi in vant11g~io effettivo per lo classi popolari. ò sufficiente. Le slessc difficoltà fi. nanzinrie, cho ci si parano dinanzi in ogni tentativo di riforma, nclln ,•ita dello ~tato e più ancora nclln vita dei Comuni, !ilremati da tanti oneri crescenti senza un adeguato sistema tributario, non possono n,·ere, nel nostro caso, gran peso, tanto è il van– tnj!~io che si può etfcttuarc con poco dispendio e con scarsa organizzazione burocratica. Noi confhlinmo cho questa <limostrnzione balzerà chiara cbdlo pa~inc se~uenti. lntnnto poniamo, con precisione, i caratteri fondamentali del male, perchè si arrivi, con logica e con metodo, alla terapia con– fortatrice. I. Come si presenta il problema. Ln morlalitll i111'11nli11• JH•i tHversi 11:tcsi. - Le indagini dernogrnficho mettono in evidenza un fatto universale. cito viene attenuato, non distrutto, dalle diH~renzc cli rRZ'll\ e di sesso, dalla posizione goo– ~rafica, dal i:,rrn lo di civilHt. li fatto può essere espresso, sintoti(•n111011te,così: vi (' una resistenza. orgnnica 1 specifica per ogni singola età; che varia di J poco dai 5 ai (j{) 1lllni 1 ma si di:.stacca fortemente dalle cifro medie, nello età estrenrn della ,,ita. Per questo camttcrc l'infanzia. si ricongiunge alla vec– chiaia. Mortalità comparata ( 1 ) per 1000 ab,tautl di ciasc1111 grupp, di eli, 111disotto l'orlodo Nnztono d1 un l'Irmo dR I R 4 di\ 7~ I\ s, oltre e, 1896-1905 lnghlltorrll 171 21,0 130 268 Danimarca 136 l0,8 117 273 Ungheria 259 44 2 155 295 Prussia 235 23,1 141 2S5 J.. rancla 171 IG,9 151 31a Italia 173 89,2 159 a,a Le cifre dimostrano, dunque, che la mortalità del primo anno di esistenza ò così imponente come quella degli ultimi o che - in altre pn.rolc - ha tanta resistenza l'essere nuovo, dotato di una meravigliosn. forza di accrescimento, di lotta, di es1Hrnsione, quaato 11essere che ha già speso, via via, le sue migliori forze vitali, corrompendo per di più i suoi tessuti cd i suol organi coi prodotti di scarto della sua vi• lalità. Ma già lo poche cifre sovra. riprodotte deouncìano un secondo fatto, degno di notf\: che, cioè, in un medesimo periodo di tempo, la mortalità infantile, e in particolar modo quella del primo anno, varia grandemente di paese in paese, e varia così forte– mente che il l>asso coefficiente di mortalità generale, di cui possono vn,ntarsi alcuno nazioni nordiche. ha In sua causa. nella loro bassa mortnliHi infantile. Abbiamo rnggruppt\to i dati più significativi per un sufficiente numero di nazioni europee, .scelto ai ))iii opposti ~Tndi di longitudi11e e di latitudine, negli ambienti sociali pilt differenti, tra le razze meno simili, e le conclusioni sono queste Mortalità Infantile 'al disotto di tm am1Q1 ('1) Norve~la Srn:dn. DanimnrcA. Jrlancta minima poriodo IS!>G-900 , 1901-905 9 1 fì 0 /u nnti vivi 10,0 11,9 9,8 11, l,f' eUre di 11ut1ln 1a1.1e1111, ('Ome altre tl1•l presente lnvoro.flono tolto dilllR .'ilutht,,111r lllltrll'1/l01f(l/t dw llll,llll'tllltlll dt la P6P"tatfo11 i lll\jumé rétro&Jwctlr, t11•1mi1 !'origine, des s1atlat111ues de l'état ('l\'11 Jua11u'en t!l::t:.. Anuo 1111.)7 ,11n111terorrnnceae dol hn-oro), pag. dl•lll!I. (1J 1,0CO c!t., Jlli;f. UIS•UH. Svizzera Olanda Belgio J.'rancia Italia Sassonia nussla Austria media periodo 1901·900 alla periodo 1901-905 lti96-900 13 1 4 °lo nati vivi 13,6 14,8 13,9 16,7 Da nazione n nazione si varia dal semplice al doppio. r paesi nordici sono alh~ testa. L'Italia è a mezzn via. Ma il divario snrcbho nncora più forte e più impressionante se, invece di prendere iu esame gruppi modi di cifre, si tenesse contQ degli estremi pii1 lontani, Re - per fare un caso - si ricercasae quale fu, in un medesimo periodo di tempo, la mor• ttllità del primo ,rnno, nel sesso femminile svedese, e la 111ort111itìt <lolla prole illogittinrn. di Prussiu. Accumulruulo, dtt un lato. tutte lo influenze l>cncfi– che. organiche o sociali, cho si son potute effettuare e, dall'altro, tutte le ire della natura e della per– ver:,ità umana, che si sono addensate sovra il pic– colo incosciente, si arriveMhbe a questi termini lontani: l'd.G O O come minimo 1 il 33 ¼ come mas– simo. Un tn·zo dei nati o un dodicesimo l l◄\\ccinmo puro una lieve correzione per il modo diverso con cui ò organizzato, nei divorai paesi, il servizio di stato civile. Le conclusioni finali non muteranno gran che e si potrà affermare che, so l'eredità morbosu, la gracilità congenitn, r~mbientc nuovo cooperano n tener alta la mortalità inrantilc, \'i si aggiungono tante cause di indole sociale, che fllnno irruzione sul piccolo essere, che non è da meravigliare so esso si pieghi, non lotti e sparisco. J\lu queste cath1c rurouo vintP, in gran parte, in così numerosi paesi e con tanto clamore cli risultati, che si può essere certi di avere in pugno la vittoria ap• pena lo si voglia. JJe varinzioni dol11L mortalili\ inrirntilc. - Una prima prova, che ILCcendegrande luce di speranze future, è già offerto.. dallo studio delle statistiche dell'ultimo mezzo seco!o. Anche trascurando quei pochi paesi, che si sono occupati, di proposito, della mortalità infantile o l'hanno combattuta, sia colhL diffusione di unn specifica più informata colt11rn, sia con ogni sorta cli ordigni profilattici, in tutti gli altri, quasi senza eccezione e solo eccettuando le piccole nazioniLlità hal<;auiche, In mortalità inrantilo è venuta scemando. Non si tratta di una tendenza generale e spontanea delPorganismo umano, si tratta di una ripercussione, in piccoln pnrto. del migliorato tenor di vita, in grandissima parte, ed oseremmo dire quasi esdu~i,,arnentc, della lotta contro le ma– lattie infctthe, che formò la migliore, la più hella gloria del secolo scorso. Altro,•e abbiamo <limostrato, per Pltalia ( 1 ), che il risparmio demog'mfico imponente, errettuato nell'ul– timo ventennio, ò dovuto per intero al tracollo che subirono alcune infezioni. Per la mortalità infantile, in Italia o fuori, si può ripetere la medesima dimo– strazione. E'u questo il terreno più facile e cli più profonda ripPrcussion<'. Le nazioni che: mezzo secolo f11,a\·e– van•J morta.liti'\ infantili elevntissime, poteroao rapi– damente dimi11uil'lo colla semplice profilassi genc– rnlo. Quel le, in \'CCC,che il,,VO\'HIIO gi{L combattuto COI\ fortuna i morbi infettivi e si trovavano di l'ronte nllc origini profonde sociali della mortalità infan– tile, quelle dovettero faticare a salire ancora qual• che scalino nella loro opera luminosa. ( 1) o. CARAl,INI: .l/ol'l(IU/{Ì t ,·1ccllr.:zll, In • Rh•]sta d'lgten<.' e Ili !anltà llllbbllen ~· 100,, l'I\II', 9-12.
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