Critica Sociale - Anno XIX - n. 17 - 1 settembre 1909
266 CRITICA SOCIALE mezzi di ,produzione non alln intera collettività. e por essa ai euoi organi coordinatori, ma alle singole cate– gorie, ciò che creerebbe veri e propri monopoli di gruppo a danno dei consumatori. l 1 'rutto dì questa educazione anti-sociale, secondo il Graziadci, è Patteggiamento as– sunto da certe categorie di lavoratori addetti ai pubblici senizt. Inoltre, il sindacalismo rivoluzionario non è abba– stanza sindacalista, in quanto vede l'azione strettamente sindacale attraverso preoccupazioni politiche o tento. di aggiogarla. a pregiudiziali cbo contrastano colla sua in– tima natura: cioè a pregiudiziali rivoluzionarie, in in– sanabile antitesi coli' esperienza sindacale di tutti i paesi e coi caratteri fondamentali d~ll'aziono sinda• cale, la quale si libera sempre piì1 dalle irleologie astratte, per ispirarsi sempre più ai bisogni concreti di coloro che vi sono direttamente interessati, e la quale, perciò, mira sopratutto ad una azione di difesa o di conquista costante, incessante e indefinitamente pro– gres':iiva. A questa sua funzione specifica essa adatta i suoi ordinamenti e la sua tattica ~ alte quote, Cas,o di reslstenza 1 mutualità., accentramento sin'dacale, nomina di funzionari stabili, tariffe, trattative pacifiche, Com– missioni di conciliazione, ecc. -, tutte cose combattute dai sindacalisti, e attuate invece dai Sindacati più forti e antirivoluzionari. L'azione sindacale si rivela, infatti 1 non già come una forza in oppo3izione necessaria alle fondamentali· leggi economiche, ma, ben al contrario, come una forza che ben si adatta ad esse per meglio raggiungere i propri flui, e per diventare una delle principali cause della. loro stessa tr!lsformazione. Man mano che diventa matu,·o e vede aumentare la somma dei suoi effetti, il movime11to operaio si affe,-ma sempre J)ÌlÌ, t1on come dintlo a negm·e il presente 01·ga– nismo sociale, ma come di1·etto ad immedesimarsi sempre più della sua vita, 1w· partecipare con quote crescenti ai suoi bemfi,zf. La predicazione dell'isolamento, a cui si abbandona 11 slndaca.li: imo rivoluzionario, corrispondo a. quello stato giacobino dell'animo, che è proprio delle organizzazioni, come degli uomini, giovani, ma che non può convenire alle organizzazioni mature. Perchè gli 01·ganismi ope1·ai diano tum i lo,·o effetti e li dia no secondo la legge del mi• nimo mezzo i pe,·chè divengano 1rno dei più poderosi coef– ficienti di trnsfonnazio11e, bisogna, 1101i giù. che si isolino 1 ma, al contrm·io, che penetrino semp,·e pih nella vita del corpo sociale, per improntttrlrt di sè. La. politica dell'isolamento e del peasimismo sistema– tico sarebbe in qualche modo giustificata, se rosse ,,era la teoria dell1immiserimento crescenle. ì-.Ia, in una so• cietà, In cui la ricchezza è in aumento, non esistono li– miti assoluti alle conquiste operaie; bensl solo limiti t·elat-ivi, che si riferiscono a quel dato momento o che tendono a spostarsi nel tempo con sompre maggior fre– quenza e per spazi i.empre più grandi. L'azione sindacale è, del resto, contro il sindacalismo rivoluzionario; si preoccupa. ,talle conquiste-positive da ottenere, cioè dell'eleYamento materiale e delPeleYa• mento intellettuale e morale, e co~ì, formando le qua– lità e preparando nella massa operaia le conoscenze ad essa necessarie perchè possa diventare padrona di sò medesima, - prepara. la emancipazione operaia, che non sarà possibile flnchè permarranno le condizioni da cui deriva l'inferiorità economica e sociale della classe operaia. Una classe operaia, elevata colle conquiste pro– gressive e incessanti 1 è ben pUt vù:itia alle ultime vittorie, ben pih sostanzialme·nte rivoluzionaria, di uti 1 attra, la quale voti tutti i giorni mi ordine del giorno pel colletti• vismo universale. Por cui la predicazione dello sciopero generale e la concezione sindacalista rivoluzionaria dello sciopero a ripetizione, del 14 conflitto libero e civilmente selvag– gio 11 , la opposizione sindacalista rivoluzionaria. alla le– gislazione sociale, oltrechè essere principi sindacali ri– pudiati da tutti i movimenti operai seri 1 e caratteristici dolla F'rar.cìa per le sue condizioni economiche e demo• grafiche speciftche 1 Aono anche principi che contraddi– cono alle necessità e ai fini veramente rivoluzionari del movimento operaio. Tanto vero che il movimento ope– raio e sindacale, per i suoi caratteri e le sue leggi In– trinseche, per le sue intime necessità tecniche, si va orientando fatalmente verso un sindacalismo evoluzio– nista o riformista. .. Questa, in larga sintesi, e riproducendo quasi sempre le stesse parole dell'autore, la sostanza della conferenza del Oraziadei, mirabile per chiarezza 1 per la. vastissima serie di problemi che agita In breve sintesi, per la erntta e larga conoscenza del movimento operaio, su cui saldamente si fonda. La conferenza, in piccola mole, ribadisce le tesi so– stanziali d~ll'ultimo libro del Donomi (Le vie nuove clel socialismo) e rappresenta, come questo, un forte contri– buto a.Ila teoria riformista. E viene in buon punto. Il partito socialista soffre, sopratutto, di miseria teorica e brancola nel buio. È orecchiante e ignorante; non fa neppure il più piccolo srorzo mentale; è la cosa più antimarxista che imma– ginar si possa. È il vuoto assoluto. U-ua parte dei so– cialisti, fba la mente agli imparaticci di un socialismo rivoluzionario a parole, non sa capire che il socialismo è sopratutto noll'azione positiva, e sogna nostalgica– mente un ritorno alla vecchia predicazione catastrofica e messianica <lei socialismo semi-utopistico delle origini e, impotente e impreparato all'azione, perchè la ritiene, in fondo, una cosa secondaria, si agita nel vuoto e si consuma. negli sterili conati di un giacobinismo, che non ha. nulla eia vedere col socialismo. Mentre la parte ope– ron e fattiva agisce troppo spesso senza meta 1 senza. metodo, senza coordinazione, per cui l'azione socialista si perde in un'infinità di esperilllenti locali, senza as– surgere alla uniformità. e vastità che costituiscono un vero movimento." Bagologia 11 inconcludente ed empirismo sono i due scogli contro cui urta il movimento socialista, il quale, anzicbò un grande fiume che va lentamente e senza tregua verso la foce, ò un caos di rigagnoli e rigagnoletti che si perdooo nella sabbia. [,a crisi è sopratutto una crisi di idee e di principi. Bisogna vincere veramente le sopravvivenze utopistiche del socialismo, tanto nelle idee quanto nell'azione, rico– stituire una unità spirituale al partito, che serva a uni– ficare gli sforzi 1 a coordinarli, a illuminarli, a. dirigerli. Occorre recidere tutti i rami secchi del grande albero socialista, per impedire che dissecchi la pianta o che ne venga. intralciato lo sviluppo. Cosl l'azione sindacale troverà la sua strada. e diventerà una realtà concreta; - l'azione politica del partito sarà una vera azione dl partito e non Hna. cosa indefinibile; - Pazione parla– mentare non sarà più un'azione senza principi, atomi– stica, senza un programma, e perciò senza ardore, senza spina dorsale, sterile. Occorre che il riformismo, che è tutt'uno colPespe– rienza del movimento operaio io lato senso, diventi ve•
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