Critica Sociale - Anno XIX - n. 13 - 1 luglio 1909

Critica Sociale f?IVIST .Il QUJN!)fC/N.IILE DEL. SOC/.IILISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,60 Lettere e vaglia aWUfflclo di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XIX - N. 13 Non si, ve,ule a 1uone1•i sep<u·ati. Milano,1• luglio 1909 SOMMAl~IO Politica ed Attualità. l',!!' w dl(tilll del soclaUsmo: 1/ocrldO 1t1•ato Mlfl mMa (l'rof. GIO• va1.NNIzrnonol). 1.11 ~ Critica Sociale ~ nei movl»1t11to soclalidl/1 1-111e1·1wzio11ale (rro– fc.980r 010\'MIYI ~h;fl1,o,:1 e IL COlll'll,ATOtH:). ,\'ti mo11tl(' ftm•ocrallco: Lt ,·1-fonnt cht sl posll(J1tOfar subito (CIIA.Y• TF.CU :R). Il 1,·odllllttl/0 socioll:lttl I/tilt tltziOIII- C0/11/f/WU tll n·1ute (AlULCARl: STORCIII), Studi economici e sociologlcl. li Ytvf.$W,ilsmo soci-Olbia (p. f.). }.,(I Cmupogna Ho1mm11 (S. CA»lllARKKt•SCUkTJ). PEHLADIFESA DEL SOCIALISMO L'occhio levato alla mèta. Nelle dispute, querule spesso più che feconde, che intrattennero il Partito 8ocialist.a per gran parte del deceuuio che volge alla fine, la distinzione fra le clue aie, cl1e furon dette ri(onnistci e ,·ito– lu:,ional'ia, parve che si riassumesse in ciò: che la prima. mirava eLcessivameute al prognunma minimo e a' suoi vantagµ:i immediati e ai neceEtsarì pat– teggiamenti e ai !ogici pos!:libilismi 1 meutre la seconda teneva fiso lo sguardo al programma mas– simo, e fidava assai più nella diffusa u coscienza,, e 11elòesiderio di esso, che non nelle tattiche d'op– portunità. della spicciola lotta quotidiana. Programma minimo e massimo erauo, special– meute tla parte dei rivoluziouar'ì, ma un po' anche òalla part{' dei riformisti 1 concepiti come due cose iJeu nettamente <listiute. 11 programma massimo (J}1'0J)1'ietà colleltii;u) era come uu picco che sor– ~eva ertissimo e<l isolatoj il programma minimo (organizza;:,ione, conquiste etetto1·au, 1·i/ò1·me le• {Jislative) era semplicemente la strada che condu– ceva alta base <li quel picco, a cui poi si sarebbe (lata la scalata a suo tempo. Una li\le concezione .... alpinistica della azione nostra tenevn 1 uogo, generalmente, del la concezione, 11s~ai più organica e positini, per la quale il pro– gramma minimo non era, esso stesso, che una lenta ma. continua attuazione del prog-ramma massimo, e alla visione rettilinea e geometrica dell'azione nostra, che proce de orizzo ntale, per poi, a un certo punto, diventar vedica.le con un brusco angolo retto, si sostituis ce la v isione, molto più vera. e rispondente a tutta la realtà della vita, di un'a:,,:;ione "minima II quotidiana 1 la quale sale continuamente, pur con ondulazioni e<l avvallamenti) su per la costa ,Funa montagna a lunghissimo pendìo, e conduce di pari passo al compimento dei due pro– grammi, minimo e massimo, concepiti come con- catenati e inscindibili. . B giusto riconoscere che, dove l'azioue socialista viveva distinta o addirittura staccata dall'azione prolPtaria 1 e dove questa nou conosceva altra forma di lotta che la resistenza e la protesta, la conce– zione separa.La dei due progTamrni era naturale. Gli articoli di giornale contro un'Amministrazione clerico-moderata, o contro la borghesia dorata e gaudente; le lotte elettorali per la conquista di una minoranza, sia ptu- combattiva, in Consiglio Comunale, o gli scioperi economici o politici e le piccole conquiste cli salario e di orario, non hanno se nou rapporti molto indiretti e parentele assai lontane con la proprietà col letti va e con la socia– lizzazicme dei mezzi di produzione e di scambio. E chi esplica tutta l'opera sua in queste azioni, utilissime certo ma iniziali) ha ragione se le con– sidera come programma minimo, separato e distinto dal programma massimo. La co.!:lcienza della inscindibilità dei due pro– g-rammi, e del come l'opera immediata e presente non sia soltanto preparazione al futuro, ma ne sia una parziale attuazione, nasce invece là dove - come a Reggio Emilia - il Partito 8ocialista ha svòlto l'opera sua in inces~mnte ed intimo contatto col l'organizzaz ione operaia, e questa a sua volta s'è addeutra.ta . uell'org-anismo borghese con le forme co operative, ed ha. mirato a eliminare il monopolio e la speculazione privata, a sostituirne la funzione, a creare insomma forme, sia pur embrionali, di " vita socialista,,. Mentre in altre parti il programma minimo si trasciuava languidameute in opera prevalentemente negativa, di critica, di protei,.;ta, di controllo alla borghesia 1 e il programma massimo rimaneva uei cieli astratti <lella " cosciem-:a 11 e della previsione e speranza del suo avvento. su~citata mercè le predicazioni verbali; quivi, al contrario, l'azione i11unediata 1 così nel Comune con le nziende muni• cipali. come nel campo economico con le istituzioni cooperative, si fonde\'a nel prog-n\mma massimo, e lo andava concretando io forme vive o in pratici esperimenti. . .. J~erchè, adunqne, proprio dalla nostra ten-a ùi Reggio, e da parte degli org-anizzat.ori principali di que~to " divenire socialista :-i, partono oggi gli appelli ai supremi principi ciel massimo nostro programma? Io suppongo d'udire (e uon è questa una excu– satio ,wn pelila) qualcuno di quelli, che non cre– dono molto all'efficacia del movimento cooperativo, e che volentieri diffidano della g-enu111ità del so• cialismo reggiano, troppo u bottegaio,, e troppo alieno dalle parole grosse, formulare cou aria se– mitrionfale il sospetto e Pipatesi che noi stessi sentiamo il pericolo <lei 110stri metodi, confessiamo le conseguenze dei nostri falli, e cerchiamo di cor– rere ai ripari. lo suppongo d 1 udire 1 insomma, qualcuno che dice: Il socialismo reggiano sente che, con le sue bot– teghe e con le sue industrie cooperative, ha ali-

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