Critica Sociale - Anno XIX - n. 12 - 16 giugno 1909

186 CRITICA SOC!AU stra Ji amare lo sciopero per lo sciopero. invece, st oegm SCJO})erl SI tll)U4'ù, IHL~..:c HeJJ inùuStna ,UIJO stato di mcertezzu cnt e dtrnnoso ulla proouz1oue, e cne perc10 s~ nso1ve w u11 cta11no aucue degli open11 l'\e11e auuu11 co11a1zorn1 delta eco11ornia socwle e gli sc1uperi si fanno appunto nell.t: attuali e va le '.Ht11,.H!co1:d1zwni ~ella societa - coloro cne vog.10110 rnvesL1re 11 proprio capitale in u11a lu\orazione in– t,us<nute _oct agricola corrono un riscl11u. vuuntu niugg10re è 11 nscn1~i, tanto menu tucile è Cile e~i s1 u~..:io"no od antieci11are il loro cup1tule per 11np1u,1- w.re quu1c11e nuovo n,mo di proauzione o per tur 1J•V/{•t.·u1re quello in cui sono già 1n1pegnut1. vra, se sonu t,·oppu 1requo::nti ed 111consicteruu, gli sciopcn uumenianu eccess1vame11Lt~ 11 riscuio, tuigono ug11 10ttust.rrnl1 cd ug·Ji agricoltori Ju possibilità di cul– cv1ure cu,1 sicurezza uno degli ~te1nent1 del loro C?St? di pro<.lt(zione cturuntc un ceno te111po, e quin– .d1 J1 scorngrr1ano dall'rn1p1egure prooutLlvurnente i .>J.v i.:dJ.Htuli, oppurn li inducono ud i111p1egu1·1111 (}llt:Jle torme in cui sia minimo li 1Jisog11u ae11,1 •• -dllO d'opera. Altro ea analogo errore del sindacalismo ri,ulu– zionario è quello Oi opporsi <lÌ contrntti colletl1, 1 (11 lavoro che abbiuno una certa durata, per esiJ1np111 it, :.-5, •i unni. La utilità soci~le di Udi contratti risunu invece evidentissima dalle osBervazioni che sw111u venuti esponendo. ~s::.ì costituiscono unu d~i migliurl mezzi per conciliare lu c,·~scente ascensiune cconu– m1ca della classe eperaia cogli interessi uelhL prv– duzicme, e quindi della collettività inter<.1, 11clle pre– senti condizioni delltt soci~tà. Come tiu dett,) lo stesso Marx, la socielà so ·i;1L~1a non può essere se non la conseguenza di un co1u– p1eLo sviluppo del capit.alismo, cioè ùi u11 colllplc10 svi,u11po della. ncchezzu né!ila societU cupitalistu. Il mo, 1ru.:into operuio (~unque deve s,·OJgers1 nel ::-e·i:--,) cti aiutare tale sviluppo, 11011 nel senso di rcn(l•'l'll) impossibile; deYe essere, inso11rn1u, u11 coefficiente dell'oumento dell1l r1cl'hcz1.o socitlic, non un roel'ti– ciente del suo arresto. STA'IO. Un altro ClTOl'C del sindaçulis1110 rivoluzio11~1,·io è> quello di concepire lo Stato semprn e solo come " il comitato es~cuLivo (:egli 1Hteressi della borghesia )), Una tale definizione infatti è straordinanurnente umiliunte, e non co111prende quiudi che una piccolo p<1 rte della verità. 111una società divisa in dassi, è naturnlc die le clussi più ricche, più istruit,", più preparate alla pubblica cosa, conquistino nello Stato una preva- 1enzu lien maggiore ctelle altre classi, e riescano quin– di ud a.sservirlo al proprio iuteresse. l\la questo fe– nomeno nou dipende ctulla natura intrins~ca dello Stato. Dipende solo dal fatto che la società è divisa 1n clussi, e che alcune di esse sono più forti tt..21.1.– ultre. Lo Stato - come del resto, in unu sreru più risti,~t. ta, gli al'tri e-nti pubblici rninori - è anche un O1·– guno di coordinazione degli interessi generali della società. Esso perciò - naturalmente colle debite tra– sformuzioni - esisterebi)e anche se la. società non fosse divisa in classi, oppure anche se le diverse classi sociali avessero tut.le lu medesima forza. F'in– chè poi lu società è divisa in classi, la possibilità e lu necessità dello Stato come coordirn1tore degli in– t]ressi generali della sodetà non rappresenta se non un caso ed uno sl,rumenlo continuativi d11Ja cooperuzione di classe: di quella coopcruzione di classe di cui, nel tempo e;::onornico, abbiamo dato J1ill sopra un esempio a proposito della prodt11.ione; ma della quale si possono :1vcre tante altre manife– stazioni in uHrì curnpi: per esempio, nel campo igìc– nico colla lotta contro le malattie infeUìve, e nel campo politico-rnilitarc colla difesa della i·ndipenden– Ut nazionale. J\ concetto che 11 sindacalismo rivoluzionario si formu dJllo Stato è poi erroneo, non solo percllè lo considera esc\usiYamente come ,( il comitato esecu– livo degli inter•'$Si della borghesia n, ma anche per chè ritiene che f'SSO, fìnchè esiste, non po~sn ·non rimanerP- sempre tale. La verità invece è questa: che in un regime demo. cratico (in un regime cioè in cui si abbia la costi tuziouc cd in t:ui 1i su1f1 u.giv siu u.iivcrsalc u, quuH– lO rnenu, su1111.:1eult.:111e11te ullyrguluJ ,o Sta tu su111~~ l' 1 m11u.:uzu preponcte1·u11te 01 cene c1u:ss1, sow 1Jt:1- c11c eu lll (JllUIIIO ;e ullre claSSI IIUll Sulll10 Ulh..Ora farsi ,a1cre. i\lu, :::.equeste co111i11cHwu u lur.si 111i.1- ture e uu ucquJ.SlélH' UHU ,orza Cd UIIU IUlJ)Ol'IHllZd cres..:ente, possvno ancnesse he111ss1n1O esercitare 1111aziu11e se111prC 111uggiore sullo Stato. è l~~1~ 1 ~·~·;~~n;~t~f/l 1 /e~~;~ut:~1~•c~~:i/1~\\';u,ui~ u·7i~uliu 11 ~:~ l'altra c1usse. ·1u.lUJ le classi - e qurndi u11c11c Ju cta.ssc operaia - 1::usso11Oturvi se11u1·e lu pruJ)rH• mMue11zu, so•u che vog11a.i1v e supp1uno. u.1e_c1O 8JU possibile e .elle i ~111{tucuu operui di tutti I JJues1 più pn!gredlli lo riconuscuno utile, ,_. Ol!llOStrulo IJUI fotto CJìC questi stessi Sinoucuti S0'11C 1a\u1·evOJi allu 1eg1swz1one socrnle, e, mentre ·ne l!anno gw. OUcnut1 inuegubili valllaggi, ne chiedono una es1e11sw11e selllpre 1n<.1.ggiore . Con clic 11_011 voglia111Ocerto dire che ;u legislazio– ne sociule s1u unu J.una.:eu. Essa non C se non uno <ll~i tunti mezzi di cui puo e de\è servirsi l'organiz. zuzione operaia. Im 1 llre esse, è un mezzo necessaria– mente proporziofìato, così ullu foi'za dell'orgunizz:.i– zione stessa, co11~ alla ricchezza del paese in cui si esplica. Corretlu la concezion," dello Stato, che C propria del sindaculisrno rivoluzionario, viene naturalmen– te u correggersi ànche la conseguenza pratica che es.so ue trae: lu conseguenza, cioè, di considerare lo st.ato come .stnnr:ento assolutamente impotente per nfonne politiche od economiche utili alla classe operaia. Per le n:igioni già. espo$te, invece, anche la classe operaia può c.Uenere, per ntt:zzo dello Stato, quel tanto cli riforme che corrisponde al suo grado c11 forza. Non ·vogliamo con ciò dire, ben inteso, che i Sin– ducai,i operai delibano niunifestare lu loro forza esclusivamen.te in n,pporto allo Stuto. No. l~ssi de– vono r:imento.rlu in cgni ct.nipo della attività. eco– nomico. e sociale, e sopra ogni istilutc>. Lo Stato 11011 è che uno dei moli i istituti e delle mullc munife&tu– zioni tiella vita socialè. Si deve am.i dire che l'im– portanza che il ve:::cllio sociulisrno marxista attri– buiva u.lia conquista dei poteri pubblici era grande– mente esagerata, e che essa dn<' venire ridotta a termini ben, più mod~sli. u; FINAl,IT\ Lll~J. i\lùVli\lENTO OPl!.R/\10. Quunto alle estrenie fina!ità del movimento ope– rnio, ;1 pri·ncipule ernire ciel sindacalismo rivoluzio– nario consiste 11el prPdicare la proprietà dei mezzi di produzioni~ 11Onalla intera collettività e per es.sa ai suoi organi coordinatori, rna uile singole cate– gorie: le miniere ui minatori, la terra ai contadini. le fen,Jvie ai ferrovieri, ecc. ln lai modt\ ~1tla proprietà individuale di oggi - i cui inconvenienti sono Jlmeno Jirnitati in molti casi d1\llu libera eon<.:on~nzu - si sostituirebbero veri e propri monopolii di gruppo, ed ogni gruppo potrebbe usare del ~uo monopolio a danno di tutti i consumo.tori. La conseguenza di questo errore C di educare lf' singole categorie nd un corporati\'ismo eccessivo, e di annebbiare in ess~ la coscienza che la loro atti– vità sindac4le non d€xe svolgersi indipendentemente nP, tunto meno, in opposizione all'intèresse della massa consumo.trice, cwè del.a intera colletlivitU. Uno dei più carnlteristici effetti di quest11 ccluc,1- zione anti-sociale, e, C!Uincli,u maggior ragione, anti• socialista, è l'atteggiamento ussunt.o i·n ltaliu ed in Francia da certe ~ategorie di ln"oratori add(~tti d pubblici servizi. Certamente, nnch~ i lnrnralori uddettì ai pubbli– ci servizi devono avere in modo completo il diritto ùi organizzarsi. Tuttavia, siccome lo sciopero nei pulJ!Jliri servizi determina g-en~ra'mcmlc a danno della massa dei co11sun1:1tori - nella quale sunn pure moltissimi lavuruturi delle altre categorie -– danni più gravi che non In sciopero nelle industri(• ,prhatc. i luvor:1tori d~i pul,l,lici servizi - ::.e vog·liu no soùdisfure i loro oh!Jlìghi verso ta restante co!• lettività, e se vogliono guacl:.ign,1rsi lu siuipaUa pub blica, senza la qualç nessuna vittoria economica. è

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