Critica Sociale - Anno XIX - n. 11 - 1 giugno 1909

166 CR!T[OA SOCIALE li combustibile varia un po' nel suo consum1 nel 1908: la spesa di combustibile è stata di L. 931,30 per kilo– grammi I19.094 di pane: e cioè L. 0>0077 per kg. e centes. 5,7i al quinta\0 1 ossia una cifra discreta, o che taluno afferma riducibile. Il rendimeuto della farina nel dar pane si è aggirato sul 16 °/ 0 : il che ne dice subito che il pane è discreto, non troppo ricco di acqua. Un punto di interesse riguarda il prezzo di vendita: esso, come è naturale, oscilla in dipendenza del valore dello farine, ma non mi consta che l'azione del forno mu11icipale sia molto sensibile. Forse avrà impedito sovra.prezzi: al momento del rilievo di questi dati, anche forni privati vendono pane a f.,_ 0.,40 il kg. Però è quasi certo che il forno municipale spinge i privati ad una reale concorrenze, mantenendo il pane di questi forni privati a prezzi c·1e altrimenti uon sarebbensi ottenuti. 'l'utto questo ò bene mettere in rilievo per dare un giudizio fondato sul risultato pratico di questa munici- palizzazione. · . *. Vediamo come ha camminato questa azienda muni– cipale, che può servire come tipo di una buona pauifl. cazione municipale rurale. ~el '904 (1° anno di esercizio) si sono lavorati 79.139 kg. di pnne, spendendo L. 26.737: il pano è quindi costato, ferruo al panificio, circa 0,35 il kg. L'azienda chiuse con una perdita di L. 1346. Si noti che, a parte le materie prime e i salati (L. 2762,40), non si ha che una spesa di L 459 di direzione e L. 1637 di riparazioni, energia elettrico, ec<'. e non figura in bilancio alcuna somma per l 1 affltto del locale. .Kel 1905 il forno produce !2-t.71S kg. che vende per L. 41.593, si chiude con L. 195,43 di utile, in vero appa– rente (il forno ebbe L. 1500 rli aussldiOj però si accolla la perdita di L. 13-16 dell'esercizio precedente). Anche qui non pare si aia accollata spesa alcuua di fitto o alcun ammortamento. Nel 1906 la produzione sale a 148.020 kg. e l'utile ap– parente a L. 709 1 eh:, si riduce a poca cosa coll'ammor– tamento sull'impianto, che non è esposto nel bilancio contabile. Pa'jsati questi pl'imi anni di prova, l'a1.ieuda si con– solida un po', e per questo, in un esame, ci si deve sof– fermare ai due bilanci t9Q7-908, che non sono più quelli di una azienda in formazione, ma di un'azienda già a,,. ,,iata a una certa maturità. Noi 1907 si f11bbrica.no kg. l-16.707 di pane, venduti a f.,. 43.853,71 (quindi a<l un prezzo medio di venrlita al forno di f.,. 0,36 per kg.). Le spe~e toccano L. 44.613 1 97, con una perdita <li L. i90,26. . Nelle spe:;:e questa volta sono compresi l'affitto del forno, le spese di direzione, le spese di ufflcio 1 ccc: manca ancora l'ammortamento, e neppure vi è comide– rato il IOJ:l,ico interesse sa.I capitalo impiegato. Nel 1908 il pane "enduto è· rappresentato da soli kg. 119.094,H, per una somma di L. 38.664,63. Le spese sommano a L. 37.795 1 ivi comprese la mano d'opera, le farine, la forza motrice, il combustibil<', i diversi ingre– dienti, il deperimento dell'impianto (f,. 1346) G), il fitto dei locali, eec. In totale, nel 1908, Il forno munidpale hn guadagoato L. 908,14, non tenendo conto, ben inteso 1 dell'interesse sul capitale di fondazione, di circa L. 1 J .000. Si aggiunga a schiarimento che a Ilorgo si fabbricano poche forme ~i pane, formo grossolane, e che, senza esercitare o tentare una speculazione sulle farine, si sono fatti acqui<iti molto vantaggiosi durante alcuni anni. . *. Non voglio affermare che il forno municipale di Borgo S. Donnino dobl >n.es .'lere il paradigma idealo di un pa– nificio municipale: ma è un forno che funziona oramai da 5 anni e che si presta a considerazioni. Queste dicono: 1° È possibile rare senza sperpero, nei Comuni ru– rali, la produzione municipale del pane; e cioè senza eccesso rl.i mano d'opern. e senza sperpero di combu– stibilt:'. 2° Aoche fatta con saggezza - evitando un troppo basso rendimento delle farine, il pericolo del pane rar. fermo e Jlaggrnvio di speso di negozio per la rivendita minuta - la municipalizzazione del pane non è un'im– presa redditizia. Si noti che a Borgo il bilancio miglioro del quin– quennio, quello del 1908, presenta un utile, che clo– vrebbe essere ridotto di almeno L. 500, per gli interessi sul capitale iniziale, e che, in ogni caso, dovrebbe la– sciare un certo margino per lo impreviste, lo riserve, ecr. 3° Tratta la conclusione che anche un buon pani– ficio municipale, ben ordinato e saviamente funzionante, difficilmente può essere redditi\'O, resterebbe da vedere se esso almeno agisce da calmiere, impedendo i prezzi affamatori. Nei paesi rurali non è facile la verifica del fatto. Ho già detto come a Ilorgo, nel giorno in cui scrivo, il pane, che il panificio consegua al grossista a cent.. 38, vien venduto al negozio a 40 (con un picrolo margine per compensare il trasporto, le i,apese di negozio, le eventuali perdite sui minuti crediti, ec('.). Ora si è sog– giunto come 1 anche tra i privali, taluno faccia uguali condizioni di vendita. A rigor di logica ciò non esclude che il forno o.bhia agito da calmiere; ma l'esame lo ~a.le dimostra che l, almeno dubbio che il prezzo del pane municipale abbia premuto coi;l da mantenere il pane privato ad una stessa valutazione. Ne conseguo che, in tesi generale, lo mnnicipallzza• zioni del pane nei Comuni rurali sono fattibili, pur di procetlcre con grande oculatezza, e senza creare illu– sioni. l privati, nei Comuni rurali, hanno ancora buoni riJ)ieghi nella panificazione (alto contenuto d'acqua, ag– giunta dl farine inferiori o scadenti, in qualche raro caso adulterazioni o deflcien:r.a. di peso) che un Comune non può adottare: e i privati, per giunta, nei Comuni rurali, non hanno neppur molto da temere di una sorveglianza igienica che non si può in effetto manirestn.re . Con ciò non si vuole dissuadere dal tentare, ma si vuole far presente quali periooli racchiude questa mu– nicipalizzazione, e, in ogni caso, la necessità di non creare illusioni insostenibili. E. IlER'l'ARRLLr, Avete le prime tre- annate i L'Amministrazione della Critica è disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva unnata, rilegata, oppure cori un anno à'abòonamentu, Vinvio che le venisRe fatto della 1a, 2a o 3" annata {1891,1892, 1893) di Critica Sociale in buono stato di conservazione.

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