Critica Sociale - Anno XIX - n. 10 - 16 maggio 1909

CRITICA SOCIALE 151 della caserma, che non ha peculì da impiegare iu aiioni di società metallurgiche o di cantieri navali, ma che ha estrema necessità di scuole che lo rli– rozzino, di provvidenze sociali che gli rendano meno triste e malsecura l'esistenza) non può avere - quando assurga a coscienza di classe - i me– desimi sentimenti e criteri della borghesia, di fronte al problema che ci preoccupa. E vi e di.fferenzai del pari, fra i sentimenti, sotto questo rapporto, dl epoche e di regioni. Nei mo– menti romantici della stol'ia, quando una nazione deve formarsi, emanciparsi, cacciare lo straniero, tutto può sacrificarsi alla guerra redentrice. Nel– l'Italia meridionale, nelle regioni più povere e prive d"industrie, per un paradosso facilmente spiegabile, l'imperialismo, il colonialismo, la politica estera, la speranza nel terno al lotto di una guerra for– tuuata, trovano uo culto - anche nelle classi po• polari - che nelle regioni più evolute e più ricche farebbe sorridere. Or noi pensiamo che, se oggi, in Italia, la raffica miliLarista, come scrive Chantecler) è divenuta irresistibile, ciò deriva essenzialmente dal fatto che il bisogno delle riforme civili è ancora tropl_JOpoco sentito - che il riformismo è al sommo della bocca più che non sia nelle coscienze -· e per questo, nnicarnente per questo, Governo e Parlamento tutto possono osare. Ma, se questa condizione di cose non può essere da uoi improvvisamente rimossa, i suoi effetti sa– rauno tanto meno deleteri - la sbornia militarista sarà tanto più contenuta - quanto più la nostra opposizione sarà convinta e recisa - quanto meno ci lasceremo trasciuare sul terreno avvel'sario; il che significa, quanto meglio il partito socialista 1 nell'interpretazione dei bisogni nazionalii compirà quel!o che è l'ufficio specifico suo. Se è utopia sperare oggi, d'un colpo, cento mi– lioni di pensioni e di scuole - è dovere fare quant'è in noi perchè quanta maggior parte è pos– sibile degli avanzi di bilancio, presenti o almeno futuri, sia sottratta alla devastazione militarista e perchè non si aggravino quelle condizioni di am biente che producono l'apatia del proletariato di fronte alle riforme più necessarie. È perciò che, negli attuali tentennamenti dei partiti popolari, dello stesso partito socialista, noi ve11iamo assai più ed assai peggio del semplice olocausto provvisorio di alcuni milioni - noi ve– diamo un'abdicazione. Un'abdicazione a profitto precisamente di quel sindacalismo rivoluzionario e di quell'herveismo pazzesco a cui - con ma.li_nGonicaironia - fa ap– pello il Bissolati nella conclusione del suo articolo. E i quali a,l\ora solo avra1mo qualche chance di temporanei ma. disastrosi trionfi: quando il socia– lismo riformista e ragionevole sì lascerà trascinare: non fosse che per un istante, e sia pure per quegli eccellenti motivi che nou difettano mai a giustifi– cazione dei più grossi spropositii sul terreno degli interessi e dei sentimenti della borghesia. Il nostro " camaleontismo,,, la nostra " involu– zione senile,,) consiste tutta quanta in questa'. pre– occupazione! LA CRITICA SO()IALE. Avete le prime tre annate ? L'Amministmzione della Critica è disposta a ricat'1bia1·e con una qualsiasi successiva annata, rilegata, oppu1·econ un mmo à'abbonamentu, l'invio che le venisse fatto della l", 2a o 3a annata {1891, 1892, 1893) di Critica Sociale in buono stato di conservazione. PER LEASSICURAZIONI 01STATO (A proposito della legge inglese sulle pensioni di vecchiaia) P,·egiatissimo sig. Di1•elto1·e, I-Io notato in questi ultimi tempi l'allarme gettalo da alcuui giomali, orgaui specialmente di Società di Assi– curazione1 circa il pericolo dell'esercizio di Stato delle Assicurazioni, e fui particolarmente sorpreso dalle af– fermazioni del prof. Arias dell'Oniversità di Roma (nel– l'Assicw·a.Z"ione di Roma, 16-31 marzo) contro la P"msione per la Vecchiaia testè concessa in Iugbilterra. Mi ri– volgo perciò a Lei perchè voglia essermi cortese di pubblicare qnesta mia. In primo luogo, debbo far notare all'esimio Professore elle la legge inglese 1 od altre che le Romigliassero, non sono ostili, come egh pretende 1 allo spirito di previdenza od al bene comune. Saranno ostili 1 e la cosa è molto diver,a, alPinteresse di una piccola clas~e, che vive del lavoro del!~ altre e il cui affaunar.si per il u beninteso interesse n dei lavoratori fa pen.~are alla nota favola di E,;;opo, nella quale il cavallo dice al garzone che lo colmava di carezze e gli rubava. la biada: dammi, t.i prego, \i.o 'poco più di biada e un poco meno <li ca– rezze! Per àimostrare i funesti effetti che la legge inglese ha sulla previdenza spontanea, il prof. Aria:i non porta che affermazioni gratuite. A. me basta consultare l'uffi• ciale Libro az:;urro per provare che il contrario è il vero. Da esso infatti si ricava che le F"l'iendly Socielies, le Società cioè alle quali la classe povera si rivolge per provvedere ttlle malattie, alle pensioni di vecchiaia, ecc., e le quali 1 secondo il pro F. Aria si, avrebbero dovuto chiu• dere, hanno invece sempre più progredito, aumentando i loro membri, e nel 1907 1 l'anno appunto in cui si di– scuteva la famosa leggo, incassarono L.it 89.S.18.100 di premt contro L.-it. 84.386.200 <lelPanno precedente, con un aumento di L.it. 5101.900. Lo cifre del 1908 non sono ancora pul.iblicate, ma già si conoscono i risultati di molte fra le Società suddette, le quali, come il pro– fessore Arias dovrebbe non ignorare, confermano l'au– mento, sebbene sia stato appunto nell'aprile di detto anuo che fu approvata la legge. Il 21 gennaio scorso, al grande banchetto annuale dato dalla Royat Live1· 1 i membri del Consiglio si compiace– vano col persouale pel grandij progresso fatto dalla Società anche uel 1908. La Liverpool et Vicloriai al tra colossale Società. di tal genere, al banchttto annuale dato lo scorso marzo, elogiava specialmente alcuni dei suoi agenti distrettuali, i siguori Daxter e Comìns, per aver contribuito, anche pel detto anno, al grande iu– cremento della Società. Il primo di essi 1 iu uno dei più poveri distretti di Londra, " Finsbury ,,, aumentò di L.it. 350 per settimana l'incasso dei prbtni e l'altro di L.it . 681.45 1 e ciò meutre già ora stata approvata fin dall°aprile !a tanto temuta, deva',!tatrice legge delle L.it. 6.25 la settimana a 70 anni. Ma anche la Gene1·at Fl'iendl!f, che è una delle minori, e che avrebbe dovuto perciò ormai essere fra il numero dei morti, e invece più viva di primai e se ne rallegrava il Consiglio net suo banchetto annuale testè dato . .Parimenti le u So– cietà d'Assicurazioui Industriali 1:, quelle cioè a cui si rivolgono i poveri per l'ass1curaz1oue sulla vita di pie• colo .somme, lJ6r le spese dei funerali 1 ecc., pagando perfioo '20 a 30 centesimi la settimana 1 zsouo,anche per l'unno 1908 e per quello correutr, ln aumento continuo. L'Annuario dell'hisurance ,llait (giornate conserva– tore) così .:1i esprime: u L"anno 1908, quantunque vot– gannenle lo si pl'evedesse infrutluoso dal punto di vista delle assicurazioni industriali, produsse cifre, da ogni agento e distretto, che reggono bene il confronto con quelle degli anni precedenti. n Le CaiS6 di risparmio postali e lo stesse Penny Banl(s, quelle cioè dove si può depositare. auche IO cente.~imi, i.ono pure in continuo progresso. Dove sono o.udate le previsioni terribili, dell'egregio prof . .A.rias? Vuole aver egli la bontà di dimostrarmele con fatti Invece che cou semplici sue affermazioui? E' tauto vero che la ìngereuza dello Stato per l'esigua pensione di L.it . G25 la settiwaua a 70 anni, (e l'età. dovrebbe almeno portarsi a 65 onni), non danneggia affatto le sudde1,tA Società 1 anzi le favori.-Jce, che qneste 1

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