Critica Sociale - Anno XIX - n. 10 - 16 maggio 1909

150 CRITICA SOCIALE sere un'obiezione se non in quanto contenga un equivoco: l'equivoco frn, la qualità, ossia l'impiego, e li\. quantità delle spese. Noi pal'tiamo dal con– cetto; ormai comune, che guerre di Stati isolati, un solo contro uu solo, siano oggi in Europa estre• ma.mente improbabili; impossibili per l'Italia, se questa nou provochi; e che, nelle combinazioni di interessi, di azioni e di alleanze che possono for– man:ii, sia dato ad ogni 11azio11e ili l'ecare uu tanto cli prntese, di affrontare un tauto di pericoli - quel tanto e non di più - che la sua potenzialità. economica e finanziaria. gli consente. Se abbaudo· 11iamo questo concetto, nessun limite è più asse– guabile alla spesa, tranne quello dell'esaurimento assoluto e del YOlont.ario suicidio. Entro cotesto li• mite, anzi prudentemente, alquanto al disotto di esso, 11oi pensiamo che ogni nazione possa fare una llata J)Olilica e~tm·a 1 e non ci importa dir quale, perchè questo 11ou è il tema della nostra polemica e il nostro discorso è i\lg-ebrico e non aritmetico. L'essenzialità della spesa. è subordinata al tenore cli cotesta politica. che ciascuuo Stato si elegge, come può, nelle coud1zioui nazionali e•l iuterna.– zionali che trova. Ma 1101 non ci sognammo mai di uegare che, nel limite della spesa attuale, non si debbano fare le spese più neces8arie; è quello anzi che abbiamo sempre sostenuto; e ci parrebbe, insistendo su questo, di sciupare l'inchiostro. . .. Ma la " m.auvaiSe presse ,, non la troviamo sol– tanto sull'altra riva. La troviamo (dobbiamo essere schietti) anche in casa nostra. In questo stesso fo •• scicolo de!la CJ'ilica il nostro carissimo Cltantecle1· cauta molto chiaro che il no semplicista di uu tempo è e dev'essere, anche pei socialisti, passato di moda; che la raffica. milita.rista è inevitabile, che le nuove e maggiori spese ci sarà ·giocoforza subirle (e questo infatti sarà. tanto più certo, quanto più sarà. preventivamente ammes~o da noi!), anche scontauriole sull'imposta tlella fame, il dazio <lei grano; e che unico schermo, unico compenso pos– sibile, è l'esigere contemporaneamente un aumento di spese civili: scuole e pensioni operaie, da tro– Vltrsene i mezzi con una riforma tributaria e con l'accensione di un debito per le ferrovie. E sad, benissimo: come è pt>ssibile che altra volta ci dichiarassimo. in questo, <l'accordo con lui. Altra volta come oggi. Ma. oggi, come allora, a una con1lizione: che sia possibile quel compenso ottenerlo davvero. Ora, benchè la CJ'iticft Sociale non possa 1 di re– gola (11011 potrebbe neppure se la leggina Lttzzatti non fosse statr1. votata), aprire l()tterie ed offrire aµ;li abbonati premi di case, di ville, di viaggi at– Lorno al mondo, ecc. ecc., noi ci sentiamo di pro– mettere tutte queste cose allo stesso Chantecte1· o a qualunque altro lettore, che sia disposto ad aflermare sul se,·ioche, nell,Italia politica presente, di fronte alle proposte Spiugardi e Mira.bello, sin 1>ossibile anche soltanto il tentativo di ottenere - contro cento milioni di nuove spese dì guerra - cento milioni di pensioni e di scuole. E birba chi manca! I~l ora veniamo alla risposta di Bissolati. Essa ci fn data uell' Avanti/ del G corrente, e non µarve in geuerale - nou pare neppure a Chantecler - così perspicua etl univoca, da poterle applicare il mottetto: "dove chiara. è la lettera - non fare oscura chiosa 11 • Parve anzi, e pare a Chantecle1·, frn l'ironia e la tristezza ond'è tutta impreg-□ata, la risultante di un conflitto di coscienza delicato e profondo. Perchè, in fondo, il Bissolati, dopo avere giusti– ficata la polemica antiherveista dell' Avanlil - e su qnesto non occorre tomare - e affermato che il suo silenzio, sLdla opportunità di una. certa misura di aumenti, non doveva impensierirci perchè nella. conclusione egli aveva scritto che u il pA.1·titoSo– cialista ha nwlle e (orUssi,iu• 1·agio,ii pe,· OJJJ),?J'si ClfJli a'U,m,enti di spesa miUlw·e richiesti dal Go· verno,, - onde ptUTebbe che il no semplicif:lta. non sia ripudiato -; sogg-iu11ge che le ragioni di politica estera, che per quel no militavano 11el giugno, sono oggi svauite o ca.povolte 1 che 11mt. politica di neutralità, da piccolo B~lgio, ecc., po trebbe " richiedere per lo meno qualche cost ,sn. cautela ni ossia, se siamo buoni intenditori 1 fini– rebbe per costarci di più; che alla formula rlel limite segnato dalla proporzionalità necessaria col\R. potenzialità economica e fiuauziaria <lei paese si sottrae ogni pratica efficacia raccomandando (come 11oifacemmo) di "girare al larp;o da ogni questio– ne tecbica, p er tema che il tecnicismo ci traµ-ga fuor dei limiti fiua.nz, ia.l.'lpresegnati ,, ; che il punto di equilibrio <li cote sta proporzionalità non può u esprimersi iu una cifra esattamente determinata ,.,; e che, infine, tutto ciò può significare che ai socia– listi convenga forse ridursi all'antico antimilitari• smo metafisico, fosse pure herveista e rivolltzio– uario. Conclusione che - se non trasparisse un dolo– roso sarcasmo - sarebbe la più sconfortata e sconfortante delle conclusioni. Ma noi - senz'ombra tl1irouia - vorremmo dllre al nostro amico un po' di couforto ..... . • * No: l'ra l'affermazione herveista, che ci vorrebbe esposti inermi a tutte le offese, e il principio da noi posto che, per l'Italia presente, con tutte le miserie di cui soffre, mezzo miliardo all'anno, un quarto del bilancio generale, debba essere, per noi, la cifra che segui le colonne <l'Ercole delle spese di difesa - fra queRte due tesi non vi può essere identità, - nè è serio argome11tare dalla seconda la legittimità della prima. Il partito socialista, come tale, non può dare la ci(i·a tecnica della uecessa.ria difesa. La prova migliore è nel fatto che esso non la dà, 11è si studia di darla. Bissolati stesso, dopo avere acceo• nato a "qualche diecina <li milioni d'aumento"' coi quali si potrebbe forse rinnovare e fortificare la struttura. dei nostri organismi militari, non in– siste sulla dimostrazione, che sarebbe in questo momento più che mai necessario affacciare; e al– l'Avanti/, se siamo bene inforinati, non sono i progetti Ciccotti•8ylva \"iviani, a base e con intenti di di1'ensiva 1 che trovino molto favore. Il criterio tecnico che dovrebbe dare 1 secondo il Bissolati, " efficacia pratica,, alla nostra. oppo - sizione, il partito socialista, come tale, non lo pos– siede - o non lo possie<le ancora. Esso possiede bensì - e questo è veramente affar suo - il criterio economico e il criterio a.mmini• strativo. Perchè, ove non si ammetta che la politica estera sia una specie di fato greco, che s'impone agli Stati e impone loro sacrifici ch 1 essi non possano iu alcun modo limitare, la propensione ad aumen• tare più o meno Je Apese militari, la propensione a scegliere nel conflitto fra i bisogni civili e i bi– sogni di ,tifosa guenesca i più urgenti e i più necessari, dipende essenzialmente dall'apprezza– mento comparativo che si_fa di questi bisogni. E in questo senso (intenda, se può 1 la Pe1·severa,iza) noi parlammo di conflitto di classi, di contrasto fra civiltà. intlustriale e militare. Il proletariato, che non ha figli da collocare nel– l' u ufficialità.,,, ma che sopporta tutte le durezze

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