Critica Sociale - Anno XIX - n. 10 - 16 maggio 1909

158 ORI'l'ICA SOCIALE La prima: che il fallimento del collet.tivismo, come tendenza ideale o come fìnnlità appro~sirnn• t,iva raggiungibile dal proletariat.o, è stato dichia– rato più \'OlLe..... dai suoi avversad: ma la uecessitk\ iu cni essi si trovano di ,l(.,verlo tornure a tlichitl.· rare ad ogni nuova stagione basterebbe a ti i mostrare che c'è qualche vizio di nulliti1 nella. loro proce– dura. Che i socialisti si occupino meno tlelle ultime mèt.e, f}Ltanclo 1 usciti dal perio1lo contemplativo delle origini. ~ono affaccendati a superare le tappe iutermedie, ò 1·orse abbastanza spiegabile. Quanto allA. prova del!a irraggiungibilit;\ del collettivismo, essa è alt.rettanto al di fuori (lei le possibilità. della dialettica umana, quanto, almeno, la certezza tlel suo contrario. Rimane la ,·a\utazione, opinabile. tli u11 complesso di sintomi, che a noi sembrano indicare una grande direttiva ti(';l\a storia, perfet– t,amente iu controsenso allo spezzett1tmento cli nzio11de, allo sperpero di energie, al contrasto feroce e gretto di int.eressi, di cui la proprietà prin,ta degli strumenti produttivi ù la sintesi. Erl ~ perciò che ogni giorno che passa reca alla proprietà pri– vata uuo,·e ferite. La seconda: che la verginitii gelosamente cu– stodita del partito socialista ci pare oggimai una frase. Esso ~i è già mescolato, prorond ame11te, a tutte le attività reali della vita soci.de . Quanto a partecipare al Governo - inte ndendo con questa parola, slJ'iclo scnsu, la somma del Governo, che ne è poi non ltt. mo.gJ;ior parte, ossia i Ministeri - sia pure che il partito socialista debba, un dì o l'altro, iusinuarvisi parzialmente, e non, alla bella. prima, conquist.arlo i11 blocco e tutto per sè 1 ci sarà. sempre da rare un calcolo molto positivo ed uti– litario: se, a una data ora, esso vi abbia le sue conveJ)ienze. E 11011 si traUa d'impotenza psichica: come non è segno <l'impotenza ridurre, via, via, i programmi, che indicarono tutta la lunghezza della via, a misure proporzionate alla possibilità. di im– mediate attuazioni. Ci pare am~i che questo sia JJl'Oprio la dimost.razione del contrario. La convenienza del partito socialista di prender po.rte a un Governo con determinat.i suoi uomini ò subonliuaia 1 evidentemente, a due condTzioni: che, per le circostanze politiche concomitant.i, quegli uomiui 1,ossano, nel loro passaggio al Go– verno, sia pure logorando se stes::.i, lasciare nella cosa pubblica tf\le uu'impronta, per cui lo speri– mento non debba cousitlerarsi in pura penlita. e fare il gioco rleg;li astensionisti, degli anarchici ..... e della borghesio.; e che il proleto.riato, uel cui nome e nel cui intere~se quegli uomini si immo– lerebbero, sia disposto ad intenderli, a seconclarli e a sorreggerli Persuadiamo pure le masse che non debbono attendersi il m.iracolo di subitanee palingenesi sociali: tutto il riformismo nOn fece altro che ques to. )fa vediamo <li non riuscire a persuaderle di r.iò che i nostri avversari vorreb– bero dimostrare , o ffrendoci occasioni a sperimenti preordinati al fallimento; che, cioè, tutti i Governi si equiva.lgono 1 e che il socialismo non è che una canzouatura. Guar<lautloci intorno, noi uon vediamo che co– teste due cornlizioni - oggi sopratutto - sieno molto prossime a,l avverarsi. E ciò potrebbe anche dipendere dal fatto che la trasformazione sociale non è cosa così spiccia come la fusione, poniamo, di due Opere pie. J!i conviene lavora.rei attorno da molte parti, µrima. tli pretendere tli impuguarla pel manico. Noi I.A Critica. Sociale e il 'l'cm(,o: pm· l'Italia, anno L, 22, semestre L. 12. FRA LIBl~I E lxIVISTE Scuola, e filosofia,. Nel render conto del l,bro di G-. $nlvémini e A. Gal– letti .!lu La rifonna della scuola media { 1 ) 1 ebbi già a far cenno rii un nitro nolevolo volume, della mecle:1imR serie dei Nuovi dovm·i, sull'i ... truz'one secondaria: Scuola e filosofia di Giovanni Gentile. ( 1 ). Ora 1 pur senzi\ di– scorrerne diffusamente come dell'altro, mi pare di do– verne dare tut,lavin ni lettori uostri uua notizia un po' più particolareg14iata di quella che nllora ne diedi; ché Mi tratta di uu libro, oltre che bello e concettoso, aclat.– ti"'$imo, insieme ..,talvolta di coutro a qnello d~i nostri due valorosi amici, a fornire una informazione com– piuta e, quo\ che più gio"a, criticamente meditata o coordinata, dei problemi teoretici e prntici onde consta la gravissima questione - fra le maggiori e le più urgenti di che dovrà occuparsi questa Legislatura delta riforma dell'istruzione media. Non si tratta, per vt-rità, di un volume che abbin, Rlmeno e~teriormente, l'org-auismo armonico e la solida compattezza di quello del Salvémiui e del Galletti; ché resulta e<iso da me1110riee da articoli vari, di varia proporziùne e intonazione, saltuari1unente scritti o pub– bli<"ati.Ma possiede nondnneno una i-Rlc\a unità intrin– seca, e perché gli argomenti in esso rtibattuti sono tutti pertrnenti alla scuola mediH, e perché, pur senza studio retorico di materiale ~,mmetria, i i.ingoli scritti vi ~ooo così euritmicamente distribuiti e collegati, da apparire via via come i diYersi capitoli di uu libro coucepito di getto, e !-iopratutto perchè e5si sono tutti informati e pervasi dallo 11le~!<o rlevoto entul11iasmoper il loro augusto - e JJUrcomunemente co~i negletto! - as– snnto1 dallo ste~so abito di probità peusosa e peuetrantf>, dallo stesso Hpirilo filo~o6co. Uno :-piri10 1 invero, troppo incertamente ondeggiante fra ~piritualismo e positi– vismo e talvolta incapace, a cagioue appunto di riuesta sua, del resto filosoficamente one~tii-,sima, perple,'l!'.lità, di pervenire, tosto che 1-i vuol concretare in atteggia– menti e proposte pratiche - come, arl esempio, nel problema della scuola laica - a conclusioni netto ed attuabili; ma, in comple~so, uno spiri lo libero, sagace, nutrito di umanità non meuo che di dottrina 1 remoto da ogni ossequio reverenziale, così per gli aforismi e i dogmi della pedagogia tradizionale, come per i luoghi comuni dellR. pedagogia modernif-lsima,. Appunto Rlla determiliaziono del u roucetto scientifico della pedagojil'.ia,, e dei rapporti che iutercorrono II tra pedagogia e filosofia dello i--lpirito 1, si riferiscouo e son rivolti i due primi scritti del volume; e souo, credo, fra le cose più succose e precise e drittamente argo– mentate che siano state pubblicate iu Italia in questi ultimi anni su tale materia. Il Gentile, ha sopratutto il merito di avere impostato il problema su di un fon– damento scientifico e filosofico o di averne circoscritta l'indole e i confini con rigoroi,:a ed esatta precisione. Ha però il torto - egli che è sempre cosi scrupolosa– mente diligente nelFadditare gli E,Critti, anche men noli ed accei-~ibili, di coloro che si occuparono prima di lui dei medesimi argomenti che egli tratta - di non aver tenuto conto affatto di un libro, che e certo fra i migliori della letteratura pedagogica italiana: La scien.;a dell'educazione delPArdigò. Vero è che non è questo nostro filo,ofo e maestro nelle grazie dei culti ed insigni cultori rli filosofia che fan capo a Benedetto Croce e alla sua Cl'it ca. Ma il Gentile, nella sua sere– nità veramente filosofica, è certamente alieno da ogui i;iettarismo di scuola e di gruppo; e però più fa specie questo suo peccato di omissione, non certo dovuto al fatto che a lui, cofli erudito 1 il notissimo libro arcli– ghiauo, teslè pubblicato in una nuova edizione, sia ignoto. Sul fondamento e al ]llme dei concetti esposti e pro– pugnati io qn<'Rta trattazione teoretica, con che il libro si apre, si rivolge via via il Gentile negli scritti se– guenti all'e:::ame e al dibattito degli argomenti ondo (') Nel rasclcolo dOI 1G dlll4Hnbro 1908, t'J 010,·ASSI 0►:STll,V., Sr110/a 4! ftl080(/(1 - C,mufU (Olld(l/11tll/(IU 4! 8(i(IQI di p>d(l(IOtJW ,wlla 1'(1101(1llttdla (voi. I degli studi fUClfl(IO(llr, - concz10110 do\ X11or,1 dovtri). - Mlllrno, Palermo, N11.po11,nomo S11.naron, ectltoro, 1908,

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