Critica Sociale - Anno XIX - n. 10 - 16 maggio 1909

CRlTICA SOC[A l,F, 157 di non preoccupar~i dell'f'!lislenza. Ma, art ogni elezione, ci si domanda se il dovere di ogni buon sogoat.ore nell 1 avvento della giustizia umana non sia oggi quello di non dar il voto ai candidati !lOCialisti, per impedire che, portati a operare, finiscano nell'impotenzaj o se il dovere sia invece di cooperare, colla voce, colle opere, con IR fe<le,ad avvicinare un giorno, che può essere la crisi della febbre dei desidert Si è a corto di temi? Pochi si interessano alle mo• dificazioni del sistema tributario? o a quella del ma– trimonio (non si è detto che, se il matrimonio è un male 1 il divorzio è una maniera per centuplicare il male?), o al problema dellA. nazione armata, o a tutti gli altri piccoli temi di acce!sit alla vita pubblica di questa grande e bella nazione di analrabeti? Ecco il tema vecchio, ripresentato al 1·eferendum: devono i soeinlh1li diventar partito di Governo o restare perfet– tamente vergini e serbare la loro interezza virginal(>, auche a costo di renderla coriacei\ colla senilità.? .•. Oli orecchianti come me non dubitano nella risposta. L'ora si avvicina nella qual(> 1 o 11i assume il poterP. o si resta nel romanticismo politico. Se pericoli sonvi nel potere, que~ti dipendono più dagli uomini che dalle cose. Le folle non sooo impreparate alla libertà, ma sono impreparate a comprendere che il mondo si muta quando le leggi fatali - che non 11000 le nostre - lo vogliono, e uon quando noi lo desideriamo. Il potere va accettato, anche se sarà ragione di de– bolezza. Coloro, che si preoccupano delle fiamme iJeali, e del mantenimento del fuoco sacro, sono degli esteti: e gli esempi di quanto accade in 1-'rancia non contano nulla. Si deve dire fin d 1 ora: i socialisti al potere po– tranno far poco, sovratutto fino a quando metà della nazione è analfabeta e l'altra metà è isterica. Frenare ingiu11tizie ed abusi è facile, quando attorno c'è l'in– telletto e la virtù: non quando l'adattamento psicolo– gico della razza è l'inganno e Il\ menzogna. Istituire riforme è facilej renderle efficaci è un pro– blema tre volte meno facile. Vedete ciò che capita per gli infortuni sul lavoro e per l'assicurazione obbliga– toria i le leggi hanno portato come frutto tangibile di moltiplicare gli infortuni, proprio quando il tecnicismo doveva diminuirli della metà. C governanti del domani, S;peclalmente 11e socialisti, si accorgeranno della grande verità definita da Voltaire, quando ha voluto sintetiz– zare le caratteristiche dell 1 homo sapiens: l'animal me– chant par excellence ! llisogna quindi incominciare una propaga.uda che può flembrare negativa: disilludere che no Governo, al quale partecipino gli elementi riformiHti, pos~a instaurare dio !!a cosa. Che se non ci si mette per questa via 1 meglio è pregare in seguito gli amici che alle pros:iime ele– zioni non si rechino a votare, per impedire che l'e :cesso delle vitlorie renda la vita di partito impossibile. Una volta si diceva: non serve conquistarn dei Col– legi, se non si sono conquistate le anime de~li elettori. Oggi bisogna andar oltre: bisogna conquistare le anime degli elettori rendendole partecipi alla vita della collettività, e ammaestrandole che la pratica è davvero una cosa peggiore della teoria. La vicendn dei Comuni socialisti o popolari è istrnt– tiva, e i liberali di spirito sauno che un partito al po– ltire è sempre un partito in pericolo e, nel fondo, de– siderano che i socialisti si imposses11ino dell'ammini– i,trazione per provarne le deli~ie. Se molti. che forse sono Rtti alla vita pubblica, ne ruggono, è per questn impreparazione delle masse: esse ,·ogl:ono le riforme, le quali subiscono un po' la leg~e di tutti l preventivi, e vanno bene quando vogliono anrlar bene. Ed ecco perchè i sociali~ti molte volte, mano mano che si avvicinano al potere nei Comuni, restringono i programmi, tantocbè, negli ultimi anni, l'impressione delle riforme popolari proposte e sostenute fa esclamare se valeva la spesa di tante parole per arrivare a così mode~le pretese. Egli è che, sedici anni fa. il potere lo vedevamo un po' nel modo col quale gli spettatori ve• dono gli attori 1 fissandoli col biuoccolo alla rovescia: e oggi, invece, il binoccolo è in po,izione normale. Dunque propaganda illiziale: dire forte che si avvi– cina l'ora di accedere alle pene del potere, e che le masse non debbono attendersi gli spostamenti del si– stema planetario coll'avvento di un paio di socialisti al Minh1tero. Se una propAganda tiimile penetrerà nello spirito delle mas11Je, bene: se no, da un lnto e dall'altro - inerzia meditativa paragonabile ad un assurdo onanismo p~i– chiCflf•o parteoipnione mal tollerata al Governo - sarà il fallimento. li popolo deve fare lui le interpolazioni tra il desi– derio lmme11so e la vita imminente meschina: se non arriva a risolvere questo problema, è inutile il parla– mentarismo. L'accusa di essere diventati poco più o qualcosa meno dei radicali non deve far paura. I socialisti de– vono essere degli sperimentatori: ma, sgraziatament(> 1 la colletlività non è un animale di laboratorio. Eppure tentare bisogna: questa deve essere la sintesi dellA. futura partecipazione al Governo. I liberali, i radicali intelligenti van cosi piano da star fermi, percbè han paura, anche se so110sinceri nel desiderio di wiglio– rare la colletUvità; i f,lOCialisti devono fare perfetta– mente l'opposto, correre - cioè - qualche rischio 1 perchè i tentativi non rim9.ngano nelle cellule corticali. Perché oggi, a parte le mA.s~imetrasformazioni della proprietà 1 che - perchè naf,leonderlo? - sono assai più un desiderio che unn visione positlea, noi potremmo stabilire netlA.mente il programma futuro del rifor– miemo di Governo in queste parole, che non soltanto parafrasano il prflgramma liberale, ma sintetizza~o mo– ralmente tutta la nostra condotta: mentre i liberali nffermano che nei regimi attuali (politici ed economici) è conseguibile ogni miglioramento (asserto antiscienti– fico perchè non dimostrato e non dimostrabile): i so– cialisti invece dovranno porre a base di ogni parteci– pazioue al Governo questa massima: nessuna modifica. zione lieve o profonda, 1>olHicaod economica, prossima o remota, l!arà la'leiRta da parte, e nessun tentativo logico sarà, risparmiato, pur di migliora.re la società.]~, se, giunti al Governo, i fatti dimostreranno che le nostre vh1ioni sono daltoniche, tanto meglio per la so cietà: sarà tolta di meno una forma d'errore e l'uma– nità continuerà egualmente verso la sua mèta. Pel momento 1 questQ è ben certo: che, se il socia– lismo non è maturo, i socialisti, partito di Governo, van diventando maturi.. .. 1 eccetto che, fiduciosi in una par– tenogenesi senza fine 1 preferiscano non maturare mai. E. Bl:RTARl:LLI. 1./al'Licolo qui sopra ci era stato mandato pel Nnmero ili l O n:agg-io: e, come divagazione letteraria primaverile, non abbiamo nnllf\ df\ obiettargli. )fo, se altri pretendesse veden'i un concetto di politica. pmtica attuA.le, noi ci sentiremmo soltanto in do– vere ili o~servare ciue co~e.

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