Critica Sociale - Anno XIX - n. 10 - 16 maggio 1909
154 CRITICA SOCIALE venga. deviata a snlo scopo cli speculazioue o cli ricatto a da.uno delle clerivaz.ioni inferiori, così e;embrn opportnuo acconiare il diritto di espro– priazwne della :-ioq.ren le privata (al solo scopo d1 nssicnrare al fiume il natura.le deflusso), salvo il cn:-:v che ei-~a \'enga adibita a d alimentazione di 1.tcqucdutti per uso potalJite. Con questo pro,·ve• di mento non sono 111euomamente scon,·olte le nonne della legge generale, ma ~i estende solo alle sor• genti una facoltà. di espropriazione, che la legge 8peciale ce.rtamc-ut,e sa11c1ri\ 1 sia per gli autichi di– ritti d'u:-o delle acque pubbliche, sia per le con• ces.sioui mi11ori, t\. l.ie11elicio delle maggiori. .·. 11 dbegno di leg"ge destit,niRce d'ogni pratica ef• fi.cacia il criterio d1:lla JJJ·iol'it<i flt JJ1·esentazione d'una do11m11du,come fonte di diritto a.Ila prece• den;,;a per la coucessioue; e pur qnesto, sino act nn cnto punto, i:;to, bone. Gli scopi della deriva• zione, la sua importanza t.ec1iica ed economica 1 il modo di regOh\,-,ioue della portata, e <H utiliz• zazione dell'acqua pubblica, l'esercizio dj servizi pubblici di l'ru,·incie o Comuni) sono questi i cri– teri proposti per una ordinata e successiva. pre– fereuza. fm più domarnle concorrenti all'occupa• ::i;ionedi un tratto di fiume, indipendentemente dall'online d1 pres entazione d elle domande stesse. Sarebbe però bene conserva.re un resto <li efficacia al criterio di pri orità., a pa rità tli tutte le altre COU(lizioni; e tra. queste io porrei anche 1 ed in prima linea, il servizio m1111icipalizzato di distri– Luzione di energia e di luce, mentre uel progetto di legl.!e uou se ue parla, e fa iu\"ece inopportu– namente capolino l'unghia del Ministro delle Fi– nanze, colla propo sta di una licitazione fra con– correnti, a parità d 'alt.re condizioni, per nu aumento del canone. Questo criterio di fiscalità non è pratico, perchè ha tutti gli inco11venienti delle aste, e nou e savio, perchè intro(luce il concetto bottegaio dell'utile fiuanziario immediato del bilancio, che in questa materia <leve essere lasciato completamente in di– spH,rte. Quale irnportanza hanno i possibili incre• menti di uu cespite di bilancio, che è oggi di circa due miliuui amrni, <li fronte allo sviluppo di una industria, che ò mac\re e nutrice vigorosa di tutte le altre, e più ancora di fronte alla creazione di un patrimonio 1 che è (lestinato ineluU,a.bilmente a costituire uno dei più grandi e più vitali nuclei della proprietà. collettiva futura? Poichè ~ bene alla nazionalizzazione delle forze idrauliche c!1P <lobbiamo giungere; una coorte eletta di economisti, primo il Nit.ti, ci incuora a difen– dere questo granrle principio. che sgorga dalle fonti stesse ciel diritto naturale, che già nella legisla– zione vigente ecl in quella che si prepara è impli– citamente e timidamente iutravisto, e che - anche all'infuori della socializzazione generale dei mezzi di produzione - può essere accettato e tra.dotto in atto dc\-<1uauti, al di fa ,lella iniziativa iudivi– dLtale, veggouo e1l an~picano il trionfo <lelle rina• scenti energie e dei diritti più n.lti della collettività nazionale. Già nel progetto di legge Massimiui era prevista la devolu zione gra tuita. allo SttltO, dopo due con• cessioni trentenna.li, di tntte le opere di presa e di deriva zionf!, e d i tntto l'impianto generatore ,iella fonm; e questo concetto preludeva alla for– nrnzione di uu demanio idrotliuamico dello Stato: inver:e, ne! nuovo progetto, di tale devoluzioné non si parla più, certo per effetto delle pressioni vivacissime del ceto industriale. Ma le resistenze deg-li industriali, basate esclusivamente sul tenace spirito di conserva.zioue <lei monopolio, e non su rogioni appre~za.bili di mancata convenienza eco– nomica. deg-li impiauti, debbono cedere cli fronte alla tutela dovt>rosa. di un grande interesse, e di un altissimo diritto della collettivita, rappresentata <lallo 8tato. Un iudnstriale lombardo, che è anche un tec– nico valente, 11mg. Ettore Conti, ha esposto con molta abilità, nella Ri/Onna sociale di'rorino (1°fa• scicolo di quest'anno)i le ragioni dell'industria. e del commerc·io della energia elettrica, dimo strando come i dividendi di 100 Società elettriche italia.ue, a tvUo it !OOì, i:iiano stati in medi a inf eriori a l ,l O 0 • -J1~ naturn.lmeute non risparmia gli stra.li contro ogni proposta d'inasprimento dei pat ti di c onces– sione. F.' 1Je11certo che non è tutto oro quello che 1uce nell'indu~tria idro-elettrica. Ma quei dati troppo sintetici non snffragano abbastanza l'assunto dello scrittore. Jn primo luogo notiamo che è caratteristica <li questa industria il prngresso graduale dei profitti, dalle lunghe annate infruttifere iniziali fiuo al completo sfruttamento delle centrali di prorltrnione. Qut\lsiasi impianto di considerevole potenza richiede almeno due anni per la sua esecuzione; reddito zero .. L'oi incomincia la vendita dell'energia, e, poichè il mercato l'assorbe con gradualità., e uem– men tutte le ::i;onedi distribuzione posseggono già Hna vita industriale propria e formata, l'utilizza.– zioue tiella forza è lenta e l'incremento rlei pro• fitti la segue. Infine, a vendita completa, inter– vengono le riserve, a vapore od idrauliche, gli aumenti di portata tlei canali, tutti insomma quei mezzi razionali di intensificazione <lello sfrutta– mento deg-li impianti, l'effetto utile ed il conse– guente profitto dei qu ali è di regola superiore all'interesse normale del capit.A.le impiegato. Quante delle Società elettriche attuali h anno compiuta la prima parte <lei ciclo della loro vita economica? Quante delle z.one <li distribuzione sono giunte ad una relativa. saturazione? Quanti grandi impianti di risel'va idraulica ori a v.apore restano ancora dU. fare? Si ag-giuoga. che, in questo primo energico ri– goglio di impianti elettrici, certo sono stati acca– parrati ed esegui ti mo!ti dei più faci I i 1 ma sono pure stati commessi errori <l'inesperienza, e certo molti impianti grandiosi restano da fare, la sicura convenienza dei quali riposa sulla formazione di bacini di riserva cl 1 acqna. 1 con altissimi salti 1 per compensare la deficienza d 1 acqua o di energia nelle magre, e che non furono eseguiti finora per la loro complessi lx\ male ,li fesa dalla legge vigente contro le esorbitanze dei proprietari dei bacini espro– priandi, contro il misoneismo campanilistico dei rivieraschi, contro l'attaccamento ciecamente fana– tico e'l intollerR.nte allo slatw.; quo <legli ultimi derivatori del piano. E 1 lecito quiudi affermare che un esame più analitico dei bilanci ultimi delle Società. elettriche, e la formazione parallela di diagrammi rappresen• tanti l'ascensione <lei profitti medi, toglierebbero molto valore al pessimismo del I' ing. Conti 1 e gin• stificherebbero la nostra convinzione della imman– cabile ed ascendente fortuna riefPindustria elettrica in Haliai la quale, del resto, si svolge per sua slessa natura in concliz.ioni di monopolio. Colle fi. gliazioui di nuove Società, colle ramificazioni, colle compartecipazioni reciproche, cogli acquisti reci– proci di energia a migliaia di cavalli, è limitato qualsiasi pericolo di concorrenza. Le Società si sono ripartite le zone di distribuzione, per svol– gervi pacificamente le proprie reti; e vanno uai• ficando i tipi cli corrente in modoi che lo scambio dell'energia fra di verse reti è un fatto nòrmale, e non è un vano sogno od una volata retorica il
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