Critica Sociale - Anno XIX - n. 8 - 16 aprile 1909
CRITICA SOCIALll 123 tito politico da dirigere, po~son dedicare il loro tempo a rifluire e raffiuaro le loro astrazioni. Il meglio del sindacalismo, con altre parole, sta nella teoria. Le masse lrovan più éonforme ai loro fini il riformismo. ,. Queste parole co~tituiscono la più se,·era. cvn– dauna. di non. teoria. ver1'0 la quale. invece, l1au– tore n1ole manif,,~tare la Rua simpatia più pro– fonda. Gil\ 11abbinm detto: tutti i "capi "'I - ci si perdoni la. brutte\ ptHola - 1lel sindacalismo sono degli intellettuali di marca genuina, dall'ex-iuge• guere Giorgio Horel, pernsiouato dallo Stato fran– cese, fino ai profossori i nilig-en i, agli av,,ocati ita– lici, a.i nostri giovani lt. ~ttern.ti e gionrnlisti <li belle speranze. Il che non ò u nA.colp a, nè una vergogna: è soltanto un contro~en-;o e una. a~.mrclìta .... Ginseppo l'rezzolini ò nn " simpatizzante lt non solo del sindncali!ii!mo rivoluzionario, mn. auche del cattolicismo modernista (altro osompio di affìniti .... elettiva). ~ scrivo, n. un certo punto (p. 201), queste parole che, molto proln~bilmenlo, Enrico Leoue nou sottoscriverebbe: .. il siuducalismo rappresentaw1os/u1·zo 1·eligioso 1 e ad esso :ii rivolgono lo ardenti simpatie di quel gruppo di modernh1ti p ù spinti, che tenta di innestare nel mo– vimento operaio l'ideulità religiosa, spogliala dalle forme del catlolicismo romn.no , ma recante for"e, se non la migliore eredità di questo, certo la pili utile in questo momento .storico. " Queste parole hanno un vago sapore religioso che rh·ela un altro punto 1lebole della dottrina siurlacalista: la ~ua struttnrn religiosa (nel signifi– cato nobile e fìlosofico della pnrola, con molte iri– descenze di venatun., mistiche. Que~to sno carattere peculiare si riv~la con maggiore chiarezza se esa– miniamo più <la ,•icino le teorie soreliane. L'itlea-madre, l'idea-principe di noti·e malt,·e So;·el, è, com'ò noto, qurlla dello sciopero gene– rale. Ma questa irlea dello sciopero generale, è una ipotesi scientificrt 1 nnn. previsione, una. legge storica, uu consiglio pratico? No, vi risponde 8orel; è un 1nito. E che cos'ò il mito? "Il mito ò una Mpellaliva di 1wvonimenti sociali, che sorge spontaneamente dal popolo, e che, anche non realizzandosi, è capace cli produrre in quello dei grandi movimenti. n Yerrebbe voglia. cli scherzare e di chiedere an– cora: che roba ò que~ta? Ma l'l\rgomento è serio. Il mito dei sindacalil'lti t, dunque qualCO$a come il mito rlei cristiani. Dat mito del Regno dei cieli è uscita. la Chie!òtl\ cat.tolica; dal mito clello sciopero generale uscir:\ la nuo,·a c.:;ociet.iL proletaria. A m– messa pure la. ,·eritìL tlelln. prolt>z!a 1 questa milo– lOgia soreliana non ci ,lico nncor m,1lla: ~n~ndo, come sorgerà., P in quali moch sarn cost1ttuta. la. società. futura.? }~questo ~t!reblJc il meno, visto che anche l'allro sociali~mo ha rinunziato a,l architet– tare utopie è a Rtrologaro i) fnt.nro. Ma c'è di più: il concetto son•linno del mito si confuta. e si di– strugge da sè. InfaUi ò qui ancora. il Prezzolini che pnrla: "Un mito, allorchè Rpparo alln coscienza come mito, non ha. più vnloro attivo; porchò l!ia attivo, bisogna. Che paia. i;e1·0, o non immaghrn.rio. SRrcbbe grazioso un cRttolico cho dice~i-io cli cred(lrO nl mito della verginità di Mal'ia: como so col dirlo lnlo non mostrasse già di non credervi più I 11 Arturo Ln.brioh\ lrn tletto che il concetto dello sciopero gcnemle è con~e ,il concctto-li,nile t!i 1!11~ funzione matematica, c,oe nu punto a. cm ci s1 a,·vicina inrlcfinitamento senza rag!,;iungerlo mai. r1 1 rari0Lto in un esempio al<iuauto ~emplice ma non meno matematico, s1 potrebbe stabilire 'lUesta specie di equazione: il proletariato com piri\ il suo sciopero generale t•spropriatoro e rcilcntore, quan,Io.. <lue rette parallelf' s'incontreranno . .All'infinito - cioè giammai. Cerchiamo di applicare 11 nostro rap;ionamenlo a un altro Ct\!-lO. 'l'utti i socialisti sono concordi nel riteuere che. il fine del movimento proletario è " la socializzazione dei mezzi ,ii prorinzione e <li scambio 11 • )la. qne~ta futurn. società colletti,·ista o comunista è concepita, non ~ià come una sem– plic€' lt'1ulen:,a d1•lln. ROCh•ti\ attuale, come nna " l'unzione-li1hito,, - hen~l come nna ,·callà sto– rica1 che, iu un t(>mpo più o meno lontauo 1 doni\ realizznrsi concrelltmontt) o completamente. Se un socia.lista romddenuise invece qnest.a sociefa futun1. come un 1nUo, ven;o il qtmlo si avvia la società capitalistica con u11n. serie di grn.dnazioni (statizza• zioni, municipnli:-::-:nzioni, Cooperative, riforme, ecc.), seu:-:a però poterlo tnl\i 1'11/ .. n,{in11g-ere 1 ed escludesse in modo assoluto il momento storico nel quale il proletariato, poliLicnmente maturo, prenderà pos– se..:so dei pubblici poteri, e~propriaudo, ,·iolente– mente o leg1\lmento 1 la. borghesia della ricchezza che ancora detieue, e cnmbinn1lo CO!-!Ì radicalmente le basi della attuale società capitalista - costui, diciamo, non sarebbe più un SO::!ialista,ma. tutt'al più un buon radicale. L'.\ pre\'i-;ione, la sicurezza. intima di questa l'<'fliilÌ storica (futura. quanto si vuole, ma certa) e 11desiclerio di collaborare a·l affrettarla sono i dne coefficienti, diremo così, psi– cologici, che ,lif forenziauo un $OCìnlista da qualsiasi altro .... anima.le politico, più o meno riformatore o progress i~ta. Pa rimente un sin,lac ali::Jta,che è giunto a concepire lo ~ciopero genera.le come un - mito "\I non è più un sindacalis ta nel se n;:o, almeno (ed è 1l solo importante), 111 cni questa parola è accessi– bile al pul>blico 1 cioè al proletariato .... u Il lato cur;o'IO (dice ancora. l'autore a pag. 251 par– lando della dottrina sorolinna) cli questi conati degli apologititi della azione o clol moto, ò il loro rimanere fermi e iuerti, nò più nò meno dei concettualisti e degli intelleUunllstt che combattono. Ln filosofia della p,·axis, che era ancor spiegabile in Ml\rx, agitatore politico 1 e a'isolutamente trasformate. in cosa ridicola quando vieu vantata dal Sorel, che è teorico, si, di un partito, ma non è in contatto colla. ma111sa. n • .. Ma la~ciamo ,Ja parte questi fioretti trascen,len– tali e quelòite dis1ui~i:1.ioni alquanto inutili. Dice– vamo dunque cho il Preu:olini non ha reso: col suo libro, uu buon ~enizio alla teoria sin,Jacalista, della quale, uonostnute tutte le sue esitanze e le sue riserve, può consi,lerarsi un neofita. L'ultima. parte della sna opera. dedicat.'\ alla filosofia di Enrico Bergs,,n, C"i sembra poi fuori di posto in questo ,·olumo. E1~a t\.\Tebbe potuto formare og• gelto di uno :studio 1i parte: qui bastavano pochi cenu:. Che vi sie110 molti punti di contatlo tra il sin– dacalismo e IR. fltmmfla bergsoniana è fuori dubbio. Ambe(lue sono apologio dc! movimento, e contrn– stauo colla rigidtLlt meccanica tlelle concezioni ma• teria.lisUche o posiLivisticho: sono n.mbe·lue movi– menU 1 ' ro1m~ntici 11• Nò le affini ti\ del sindaca.lismo colla filosofhL berg::Jonitrna sono i soli puuti de~ni d'esser net.liti. Jn renltìt, il sincla.calismo ha stretta parentela cou t1mte n.ltre manifestazioni u d'ecce– zione n 1lello spirito c_ontem_poraneo: filosofia del)a contingenza, pragma.L1smo, 1mperml1smo, apologia
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