Critica Sociale - Anno XIX - n. 8 - 16 aprile 1909
122 CRITICA SOCIALE dore, la gioventù intellettuale sembra. polariz– zarsi verso due mète: da un lato il sindacalismo .... intellettuale, dall'altro il nazionalismo, che rinasce nella sna <lupi ice forma di irredentismo patriottico e di imperialismo militarista. Sono come due "sur– rogati 11 della vecchia idealità socialista, i quali hanno - e lo vedremo - assai più punti di con• tatto di quel che non seml>ri ... In ren.ltà il sindacalismo si inquadra maguifica– mèute in quel moto complesso e svariato di neo– idealismo, di rinascita spiritualistica, che da qual– che tempo - è inutile negarlo - contende vitto– riosamente il ca1npo al materialismo e al positi– vismo che <lomlnarono incontrastati, fino a dieci o qnindici a.uni fa, nelle alte zone del pensiero. E questo sarebbe anzi il su0 lato più bello e più degno, se non n~ fosse anche il lato più debole, perchè, in sostanw, il sindncalismo, che aspira su– perbamente n.d essere una filosofia della pratica, uua p1·cu·is del movimento operaio, si riduce a.d essere una concezione dottrinaria, una pnra teoria - e, qnel ch'è peggio: nua teoria borghese .... .·. La prima parte del volume di Giuseppe Prezzo– lini non è che una esposizione, assai obiettiva e precisa, ma troppo dlluita 1 della teoria sindacalista, nn riassunto, senza troppa originalità 7 di quanto fu giit scritto da altri in questa materia. Ma 1 qua e lit, vi sono spunti di pensiero che costituiscono argo– menti preziosi a sostegno del la nostra tesi. Per non contra1fare il pensiero dell'autore, ci serviremo, il più possibile, de1\e sue stesse parole - ciò che costituisce il miglior metotlo di confutazione e di critica. Hm 01·e tiw .... Perchè è sorto il sindacalismo? 11 Il sindacalismo (scrive l'Autore a pag. 53) è sorto per s~orghesizzare il socialismo e per spogliare la bor· ghesia dalle inclina1.ioni socialistoidi; per mettere le cose al loro posto, il capitalista nella sua officina a far rendere il denaro e a migliorare il macchinario, il pro– letariato nella sua lega ad acquistare le virtù che lo devono rendere domani padrone. C'è in questo movi– mento uu desiderio di chiarezza, di logica, di realtà, che lo rende subito simpatico; ed un odio degli ab– bracciamenti teneri, delle· riconciliazioni umanitarie, ·delle confu9ioni indebolitrici, che ne fa, nel senso vi– rile della parola, un diretto erede della sana politica machiavellica. Perciò esso è 1 in certo modo, più av– verso ai simili che ai lontani; e, pe1· il momento, più pl'eoccupato d~ combattere il socialismo 1·iformista che la borgh~sia reazio1iai·ia. " È già quakhe cosa. Qnesta specie di atto di na– scita del sindacalismo dimostm le sue origini bor– ghesi: esso è una pura reazione intellettuale o, se si vuole, sentimentale, contro certi atteggiamenti, vari o presm1ti, del socialismo tradizionale 1 e ma– nifesta la sua gratitudine figliale col combattere più il socialismo riformista che la borghesia rea– zionariti. Ma v'ha di più. Confessa ancora l'autore (p.109): u lt sindai:alismo é ( almeno nella teoi ia) assai più sanainente con.çeri,ato1·ddel 1·i(o1·mis11io. Il sindacalismo .è come un figlio impaiiente di ereditare dal padre per sfruttare meglio i suoi beni; il riformismo è come un servitore insinuante che, mostrandosi di buona pasta e di facile contontatura, cerca di captarne l1eredità." Se questa similitudine, alquanto puerile, rispon– desse al vero, il problema importante sarebbe uno ·solo: qual è il contegno migliore, più utile, più conveniento per raggiungere il fine: quello del "figlio impaziente,, o quello del '-' servitore insi– nuante "? l\Ia il fine, e\·iùeutemente, sarebbe lo stesso. A che cosa mira dun1ue il sindacalismo, che di– sprezza le piccole conquiste, la ·1egislazioue sociale, i miglioramenti parziali, le faticose ascensioni? Mira a fondare" il nuovo uomo, il nuovo diritto, la nuova morale ,,. L'idea fu già. svolta dal Sorel nel sno AveniJ• socialiste des syndicats. Ma chi ha un po' di pratica di leghe e di organizzazioni proletarie, chi ha vissuto in mezzo all'ambiente operaioi co– nosce quanto sia utopistica questa attesa messia– nica dell' 11 uomo nuovo 111 quanta miseria mo– rale e intellettuale si asconrla ancora e serppre tra le falangi proletarie, quanto sia fallace ed as– surdo attendere la creazione dell'homo nov-us per sola virtù del Sindacato re(lentore. Il Prezzolini che, senza fargli torto, non ha forse mai visto funzionare da vicino una Lega di resistenza o una Cooperativa operaia, uou può certo nutrire questa illusione. D'altra parte, egli stesso, in un'altra sua preziosa confessione (p. 205), ammette che finora è piuttosto la borghesia che continua a dare " dei tipi migliori che non la classe operaia. I cercatori, gli idealisti, i sognatori escon piuttosto dalle classi alte che dal le basse. Il rinnovamento delle coscienze si sta facendo piuttosto fra la media borghesia che fra gli operai n· . .. Vediamo altri punti di contatto della teoria sin– dacalista colle dottrine e colle filosofie borghesi. Anzitutto l'affinità col liberismo. t, C'è una certa consonanza - scrive l'A. - delle teorie sindacaliste con q_uelle liberiste manchesteriane. Antistatismo, libero scambismo 1 antimilitarismo, anti– umanitarismo, ecco tanti punti d'accordo. Ciò che le differenzia è che i liberisti credono all'eternità. del re– gime borghese, mentre non ci credono i sindacalisti• Ma questi ritengono poi giusto che anche la borghesia. abbia i suoi difensori e teorizzatori entu~iasti .... Il male è che dà retta ai socialisti di Stato e con ciò si cor– rompe .... Numerose affermazioni di liberismo s.i pos– sono trovare negli scritti di Leone 1 di Arturo Labriola, del Berth, del Sorel, e via dicendo, mentre il Pareto è volentieri citato dai sindacalisti in sostegno delle loro idee. 11 E la simpatia (p. 191) è ricambiata. Non c'è perso– naggio importante del liberismo, da• Giretti a Panta– leoni, da Pareto a Racca, che non abbia fatto la sua dichiarazione di orrore per il riformismo, di augurio per il sindacalismo. La teoria, anzi, delle aristocrazie del .Pareto, fonda le sue previsioni sociali sopra il sindaca– lismo, e vede nel futuro scaturire dalla cla9se operaia una élite che vincerà la borghesiaj ma che metterà anche &otto i pieçli il proletariato meno forte e meno serio, e lo ridurrà nella posizione che hanno sempre avuto le clas~i dipendenti. n E, in questo caso, agginngiamo noi, la tirannide sarà assai più dolorosa. di tutte le precedenti, per– chè proveniente da una classe- che non può van– tare i secoli rli coltura, di sviluppo inlellettua.le e morale, di capacità. amministrativa e politica della borghesia. La buona costruzione logica della, teoria sinda– calista, secondo il nostro autore, sta proprio in questo: " Essa è fatta, in generale, da inlellettmtli e da bor– ghesi, da persone cioè che, non aveudo un grande par-
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