Critica Sociale - Anno XIX - n. 5-6 - 1-16 marzo 1909
CRITICA SOCIALE 85 aver pregio, perchò nessuna cosa oggetto o per• sona - può essere detta tale se non è pregevole. L 1 uomo che è· cosa piglia grado, impone rispetto e comanda. La parola latina rex - comandante di moltitudine - che evidentemente 1.lcriva dall'asiatico ras, 1·àisi, raia, ed è metatesi di sa,·, zar, sire, zio - trova a fianco l'ultra parola latina ns, che significa cosll. Nel Yolgo sicilir,no, avere un qualsiasi grado nella gerarchia sociale dicesi essere cosa. Ma conrn si poteva arrivare ad imporsi nel mondo feudale dn individui, cho non sapeano rassegnarsi alla vita di soggezione, se non con la violeuza e In soverchieria? Quale altra attività era consentita in quel mondo a chi senti va di valere e per rozzezza di origine non poteva arrivare alla prelatura, ai posti gover□ath·i. ai ~radi militnri, alle lettere, alle arti? La mafia. solle\'<lVa il villano o il vassallo per raccorciare la distanza che lo separava dal barone; e costui dovea spesso venire a putti col mafioso. Nelle vicendevoli prepotenze e rapprcsnglie i Oaroni contavano sulla mafia, co me ora ci co11tano i competitori nelle lotte eleltora.li . 11 soverchioto dalle ribalderie baronali, contro le quali non nvea forza da opporre, pigliava la rivincita soverchianclo i pii't umili cli lui. Il ma– landrino spesso è un vigliacco che non sa reagire contro le soverchierie padronali, ma ur,cide un altro misero per derubarlo cli un sacco di grano. Questo stato di cose in grnn pn1·te dura ancorai perchè lo condizioni che lo fecero nascere sono solo cli poco mutate, e perchè il costume, una volta fat– tosi, non si elimina sì presto, finchè nuovi costumi non saranno sorti con l'organizzazione della classe lavoratrice. li bandito spes1;0 hà rubato per altri, restando solo soddisfatto di far parlare di sè imponendo rispetto ai grandi e mettendo iu amiJHgi le autorità: il volgo perciò lo circonda di simpatia, specialmente s'egli si mostra ardimentoso e generoso. E tale l'ambizione vanitosa d'incutere con la mafia paura, che, qualche voltA, pur difettando del relatiYO coraggio, si fingono lo più esagerate pose del mafioso. La più riuscita macchietta di tale ti1>0 di mafiosi è quella di mastro Pasquale Ardichella nella nota commedia dialettale del Rb:zotto. La pal'ticolare mimica di tutte le mcm• hm, lo storcimento de~li occhi smorti, il linguaggio masticoso, come se si masticassero le parole, lo sputo colloso, la foggia del \'estire con pantaloni a cillll· pana, giacchetta. piccola, cravatta svolazzante, CAJ> pelluccio a sghembo e la canna, americana sempre dimenata dalla mano, formano tutht una truccatura del degenerato mafioso, comechè vile, e più degno di manicomio che cli galera. C'è in questa tr11ccat11ra tutta la sopn1.vvivonza del barburo primitivo, che assumeva artifìcitt.lmente aspetto orrido per ispaven• tare i nemici in battaglia. Ad onore del progresso dei tempi, questo li1>0 di mafioso si 1>uò dire in pochi anni quasi scomparso. li duello mantiene il falso concetto della premi– nenza e della rispettabilità personale nel valore delle armi, ossia nella sopraffazione che il vigor fisico o la destrezza schermistica permettono sull'avversario. F. che è la mafia siciliana se non spirito cli sopraffa– zione? Perciò i frntellevoli rapporti tra duellisti o mafiosi in Sicilia; e perciò l'una e l'altra forma di cavalleria vanno ugualmente combattute come espres– sione di barbarie. li rapporto di mutuo rispetto tra. mafia del inquente o gcntilomeria. duellistica, tra la. cavalleria rust.icn.na e quella codificata per le persone cli qualità , è rivola to dalla ai,.:çnificazione che in molta parte di Sicilia hanno la parole "malandrino ,, e "malanclrineria ,.,. Si dice malandrino colui che mostra coraggio cavalleresco o di nccoltellatore, sia. cho si batta in duello, Ria nelle sfide mafieschc al largo, sia in rissa. Lo spirito di mafia non è stato sempre cavalle- roseo: i n passato, più di un mafioso lrn fatto la hra– vata cli chiamo.re a.I lnrgo l'avversario, ma, avutolo a. solo, gli hu gett ato un pugno di polvere negli OC· chi, µortuta appositamente in tasen) e immediata– mente <la vile hn til'ato il colpo. Così dicono a Vizzini che abbia fatto com1>are A \fio della. Cavalleria 1·ustirana per uccidere compare Turiddu: tutt'altro adunque che cavalleria! )[a l'atto cavalleresco è più spesso usato dallo sfidante col grido allo sfidato: metti mano, C<tl'Ogna/ Perchè non è leale colpire ae pl'ima J1n.vversarìo non abbia 1n11· esao messo mano al coltello. J'n seguito a(\ unrl qualsiasi presunta offesa per una parola o per un gesto, i rissunti mafiosi, prima di accoltellarsi nl largo, si !:ifidano a ragio11amn1to con gesti e linguag,:rio che esprimono l'assenza pilt completa della rngione uman9. e sono invece degni dello studio dello psichiatra. L'omer~à applicata alla delinquenza spesso non re· siste allo erompere di altri sentimenti più de,1.\Ta• danti assai della stessa omertù nurnutcngola. Lo spi– rito sbirresco e di spionaggio ed il tradimento del compagno io malandrinaggio sono mossi da fini non mai morali, ma sempre turpi; per cui l'atto della spia è qualificato antonomasticamente infame. E' chiamato sopratutto infame chi so In intende con la Polizia, o, per lo meno, chi sotto la pressione di :essa cmita. Cascitluni ò sinonimo d 1 in{am(' 1 e si riferisce alla punizione ohhrohriosa che si dava nelle prigioni alla spia col metterle la testa dentro la ca:scetta (pitale). L'aver sofferto il carcere per delitti di sangue è titolo di onore presso hl mafia, perchè l"uomo di guai sofferti ha mostrato di aver fegato o di essere uomo. Oìcesi anche cristiano un uomo che sa farsi rispettare e non canilt. ri sentimento ancora grossolano della propria ri– spettabilità si manifesta col rìsentiri;i atrocemente per una parola, un gesto, un futile moti\·o e nel vendicarsi col sangue. L'omicidio è pili frequente, è vero, ma più spesso per rozzo sentimento eroico. Però <1uel rozzo sentimento eroico, che rende im– pulsivi ai facili omicidi, degenera. nelhl. più !)rutta p.iaga del carn.ttere siciliano, cioè nel poco rispetto per la vita unutnn.. Molti passanti guardano con in– differenza un ucciso sulla strada, limitandosi cinica– mente ad esclamare che c'è canwzzo. La giuria, eia parte sua, si fu. indulgente per reati di sangue, i-,pO• cialmeate se si è voluto lavare nel sangue il cosl detto onore, e fa invece il rigore per altre specie cli reati. rrra la geute della mafia delinquente riscontram1i due diverse mezie morali. Alcuno si vanta di avere ucciso pP.r ,,endetta, ma di non ei;sere stato mai ladro. Qualche oltro ragiona diversnmente: se to– gliumo, dice, ad uno l'avere 1 non dobbiamo togliere la vita; e si vanta di non essersi mai macchiato le mani cli sangue. Queste due momli esprimono lo stato primitivo della coscienza. di certa gente che si dà alla delinquenza. (Coutimw) s. ÙAMMAIUJRI SCUR'l'I. Abbiamo pubblica/o: G. SALVÉMINI Suffragio universale Questione zneridionale e Riforzniszno. Opuscolo di pag. 56 1 Centesimi 2.'i. Pe1• IO copie sconto 20 °/ 0 •
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy