Critica Sociale - Anno XIX - n. 4 - 16 febbraio 1909

ORI'l'ICASOCIALE 6l A questo punto. ~e tu non fossi Gaetano Sa\Yé– miui, potrebbe anche succedei mi di vederti scat– tare e pig-lianni magari per il colletto e gridarmi: " In tmppola. o socia.lista internazionale au– striaco! Forse che, con la scusa del feudalismo montenegnno e del.... (l1•aohismo serbo, tu <lo• mani batteresti le mani se l'Austria, dopo avere diYorato la Bosnia e I' Erze:,rovina. faces~e un altro boccone d@I\A. Serbia, ilei :Uontenegro e magari anche <lella Vecchia Serbia e cli un po' <li Mace• donia? E se noi protestassimo, verresti a dirci: E 1 l'ora dell'Internazionale? ,, Fortuuatamente, scrivo a chi scriveva nell'ul– tima parte del suo formidabile studio queste pa• role: u L11. tra<iformazione dell'Au~tria in uno Stato demo– cratico fortemlo, affermata tlA.IPartito socialista austriaco nello etorlco Congresso di Bruni\ e divinata cinquanta anni prima dal genio di Carlo Cattuneo 1 o non ha nessun senso 1 o vuol diro, nò lliÙ nò meno, cbe la fine del predominio burocratico, ecclel'liastico, militare sul popoli dell'Austria, l'abbandono di buona parte delle attuali funzioni di Stato ai singoli gruppi noz onali au• tonoml 8d eguali; vuol dire insomma la espropria~ioue che cia11cun popolo farebbe a suo vantaagio dei poteri dell'attuale casta dominanto, cioè dell 1 .Austria 1 mPntrP tutti si federerebbero liberamente in un nu0\'0 Stato. /:,' a questo ris11llalo o prima o poi cerlammle si arriverù. :Mtl ci si può arrivare prlrna e cl si può arrh•aro poi. E il solo mezzo, cbe la burocrazia ci vile, ecclesiastica, mi– litare austriaca abbia per ritardare la sua flue, è lo spingersi a fondo nell'avvontura balca11ica. ,, D 1 accorrlo. Ed è per questo che i socialisti hanno lanciato alle DelegAzioni, alla Camera, sulla stampa, nei comizi, col voto, il loro t1 fermo là ., e il loro " ba:sla.' ,,. Ciò non toglie però che, a chi, come te, vede, sia pur lenta. e fa.tic05:a, ma inevitabile la soluzione tederalista del groviglio austro-uug·a. rico, deve apparir chuna IA. conveuieDza per il serbismo di non sequestrarsi fi□ d'ora da qnel processo che tu sµlencllda.meute chiami cli "espro– priazione dei poteri tlell'Aust,ria attunle a favore <li ciascun popolo ,, ; e~q1ropr1Hzione nella qnale ai serho•croati, og-g-i an!-tro uugarici, dovrà toccare. per ragioni di nu111ero 1 la parte del leoae. I sociali~ti A.ustriaci. facendo il ~inoco delle di– nastie t1 tarate ,, di BelgTo.do e di c... ttinje, avreb– bero dnnriue agit:,o twlPintere~<.e <lell'evolnzione normale politic1t del popolo serbo? lo lo credo per lo meno a~~ai cliscutihile e credo, in ogni modo, che, asi;:ai meg-lio che con un cordone omhellicale che l'Austria avrebbe cento morii di otturare o di annullare. si possa giovare ai serbi della Serbia. con uua buona politica commerciale che i socia– listi rechnnano (anche io nome dei con sumatori aust,riaci) e i u patrioti ,, agrari ritinta.no. Quanto al ì\lontPueg-ro, esso, come verlem mo, riac qnist.a la sovranità del mare e la lil.>ertil. <li congiungersi, attraverso il Sa.ngiaccato (t1u·co) e la Serbia, con le grandi reti ferroviarie mondiali. . . . .Mrl eccomi infine a.ll 'avvenire, come tu lo chi.ami; all'accerLamento, cioè, ò i una formola teorica sca– turiente dal nostro dibattito sur un ratto concreto. " Che cosa farete (ci chiecli), voi altri socialisti austriaci, <li fronte alla. nuova rl'urchia? E preci– samente: Se, ail osen1pio, la 1 l1lu-chia volesse sta– tizzare la ferrovia tedesca di Bag-dad, reagirest,e contro la con!-luet.a parte cli µa.drino, che la diplo• mazia anstro-1rngarica assumerebbe di fronte alla G"'rmania, danneggiata da quella statizzazione? ,, lo, caro 8aln'.•mi11i 1 non ho autorità nè mandato di p ,irln.re in nome dei ~ociali:-;ti austriaci e uem– rneu o dei ~ oli triestini, ma risponde rò, per conto mio, con un'altra esemplificaz.ioue iuterrog-a.ti \·a: - E voi, ~Ol'ialisti del regno, fa .rete lo sci opero geuera.le il g iorno, forse viciuis::1imo 1 in cui l'Italia, aiutata da.li ,\ Russia, dall'Inghilterra. dalla Fra.n<.:iH, otterrà. la c oistrnz.ione rlella. 1iuea )fonastir-Yallone o 1lella. Antiva.ri-Du.uubio, indeholendo cosi la. pe– netraz:0110 a,11stri1-u..:a. in confronto dell'italiana? Con l'he mi pc\re di a.ver toccato il vero pun– clwn saliens ddla nostra conversazione; il pro hlt>nrna.mpio e 1,rofon1lo, che permane e jlermarrà. anche qun.nrlo i fotti che lo suscitarono saranno Sltpeni ti. \'i nc<.:emul.i di volo. ed imperfettamente nell'esordio del mio primo articolo; tn lo prospet• tasti superbamf\nLe in uu periodo meraviglioso di forma. e di pensioro. Per111ettimi di sciuparlo sprnmendone il succo: u Oli a,ntau;-onismi, fm gli 8tati ca.pit.alisti<.;i più. forLi ed i più deboli, si ripercuotono - t.n dici - autumltticr.unente sui rispPLtivi proletariati: l'oro, che lo Sta.Lo iudustrit\lmente e commercialmente più forte accumula a sacta per le sue clas:~i pro– prietarie, scende in pulviscolo minuto 1 ma pure un po' ristoratore, f.!ll! suo prolt>ta.riato. Guai al pro– letariato e al divenirt' c!E.lla :ma civiltà. se si lascia abbuglinre eia quel ltu·(.'ichio t entatore. ~e le sc..:hiere più forti e compatte si sviauo dier.rn il suo mi– ra}.q.{io,abbandowtndo le altre, più s milze, al loro peg-~iore destino . ., Grave e cnwcio~o problema, <la.vvero. cha \·a stu diato seoza ,logmi e se11Z1\ aprioriNmi ! Dov·è che la cointeresse-.nz.a d'ogni prol~ta.nato all'espansione capitalistica della sna borghesia - cointt':re:-:seuza sulla quale iml11bbiu111eutes'imperniA. la concezione riformisticu 1 cioè positivista, del socialismo - dov'è, dico, t·he trova il limite. separante la civiltà bor– ghese che è, dalla proletari~\. che le matura in grembo? 'l'u pensi di trovarla, questa linea, in nn criterio soggettivo nelht struttura de,-.di Stati in g-ara: Vi so110 tn dici - 8tA.ti borg·lie8i e Stati proletari, cioB Stati ricehi e ::it,11tipoveri. li proletariato de– gli St,11.tiriccbi deve lottarP 1 irnche contro gli in– tere~si imnwdiat,i propri, perc..:hè 11011 si ~offochino le energie dei pruletari11ti deg-li Sr,,1.tipoveri, pena, a lnn!.{a o breve :-.<.:atleuz.a, hi soffuettzione o il de• cadimento ('Omniie. Ora 1 su ci.ò 11011 vi è nulh\ da riclire. Ma resta sempre da. concretar:,:;i il mo llo, la tattica. Dovranno fori-e i proletariati degli t :lt.ar ,i ricchi costrin!.{ere 11uesti ultimi a di:=it"arsi di une \ pA.rte delle loro fonti di ricchezza (che vùol poi dire dei territori su cui esercitano un mo11opolio politico erl eCono• mico) a favor" deg-li Sta.ti poveri ptlr pareggiare le condizioui di gara.? l!"'inchè restiamo nelle nu– vole, cpiei:ita formula. potrt>hbe auche sedurci; ma proviamo un po' n. cimentarla con la realtà: Vi è uno Sta.to che è riuscito a rnonoµolizzare a suo vaut.agg-io ht massima. parte delle ricchezze indnstriali e comrnerciflli del moll!lO: l'Iug-hilterra. Imagini tu cira il proletariato inglese coalizzarsi con gli altri proletariati, a11zi con gli altri Stat,i, par togliere o diminuire all'lughilterra il suo grau serbatoio di milioni, le Indie, o pf'.r fiaccarla in Africa, in America, in Austndia, sul Me1literraueo 1 dovunque eRSa ha affermato .. la sua egemonia ca– pit,\.listica, e ridare così le giuste proporzioni l\lh.i espa.nsione ind11strit\le borghese? Io credo che riuesta nuovi$simt~ tattica proletaria potrebbe ora venir discussa sul serio da uu proletariato sol– tanto: quello terle,mo; ma li\ rliscu~sione sarebbe fourlata sn criteri assai poco .... internazionali ! E' chiaro che il movimento proletario si mute•

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