Critica Sociale - Anno XIX - n. 3 - 1 febbraio 1909

CRITICA SOCIALE 41 colla partecipazioue ad un movimento sempre J>ilt largo o profoudo, e ad nna vita sociale pili multirormc, il pro• letariato si eleva Intellettualmente e moralmente e sale, dall'indistinta categoria della plebe, alla coscienza poli• tica proletaria. Non è solo l'm·istocrazia degli Impiegati che si elevtr, ma ò tutta la massa che si eleva, tanto da poter o.11prirneredal suo s1wo queihl éliles cho sono in essa in potenza. E queste élites che progredi:icono colla massa - la qualità degli impiegati essendo uno dei piÌI sicuri misuratori della qualità della massa ~ sentono che esse sono tali solo per la forza doliti massa che le elegge, che la loro roua deriva dal valore, d&l\a qualità dei soci che costituiscono il loro esercito e che la politica migliore consh1te nel migliorarne continua– mente la qualità. ('). Così uno scambio attivo di volontà e <li idee corre tra la ma<Jsae i rappresentanti, e si stabilisce in tal modo una vera democrazia jj ratto, anche nelle (orme che possono conservare apparenze oligarèhtche. Senza questo scambio di idee, la democrazia non è tale che a metà. e perciò sempre in pericolo di trasformarsi nel suo con– trario. Il movimento operaio produce, insomma, le forze che controbilanciano le tenrlenzo oligarchiche e, anzichè tendere ver.iO la co~tituziono di una organizzar.ione mo– nopolistica o di una burocrazia tirannica ed irresponsa– bile, te,idc , •er.io le rorme della più perfetta o della pili sicura democrazia (2). L'organlr.zaziono operaia è tanto più democratica quanto piì1 è perretta e rispondente ai propri scopl 1 percbè le tendenze oligarchiche nascono, sovratutto 1 dalla inca– pacità della massa o dalla sua diffidenza e Ignoranza degli ordinamenti democratici superlori 1 che le ranno preferire forme imperfette di controllo e di governo democratico. [,a quantità di vera domocrazià, che c'è in una orga– nizzazione1 è la misura della coscienza rivolutionnria o della forza raggiunta. dal proletariato. 3. - Forma e sostanza. Democrazia sindacale e oligarchia sindacalista. Perehè 1 non bisogna confondere apparenza o so~tanza, fermarsi allo parole senza penetrare nello spirito. Bi– sogoa1 anzitutto, teuer ben fermo che democrazia non è anarchie, ma il goveroo fatto da.Ila meggioranza e por In maggioranza, cioè, per dirla. col Micbel•, ~ quello in cui la collettività è responsabile delle condizioni do– minanti di cui è arbitra. li Nè democrazia 1 che etimolo– gicamente significa " Governo del popolo m va conrusa con "Governo diretto 111 che non è se non una rase ru– dimentale della orgauizzazione democratka, una demo– crazia infantile, che deve lasciar il posto, in un ordina– mento democratico più complesso e superiore 1 ad una forma piì1 adulta. Una democrazia incondizionata non si è mai flno ad ora affermata che in a-,tratto; non ha possibilità rea lo che come pl'iucipio ngolatol'e e si risolve prnticameuto nel Governo del la maggioranza. Ma il riconoscimento che il sorgere di una burocrazia ò un inevlta.bile fenomeno concomitante al credcero e al consolidarsi interiore di ogni organizzazione, non può esser motl\'O per valutare alla stessa stregua tutte le forme di burocrazia e con,iderare tndi~tintamente tutte le loro manHestazioni come conse~uenzo ueccs1arie C). La democrazia ò un princi))io e non una formula ratta. E1sa ammette diverse appllcazioni 1 che variano con la grandezza 1 le coodlzioni di \·ita e lo circostanze dinn– rnicho delle organizzazioni; mentre nel seno stesso dello organizzazioni c 1 ò una serie di differenze pili sottili o dl tonalità divers8 noll'dttuazione della dernocra:t.ia 1 che sorgono man mano con lo sviluppo della grandezza delle organizzazioni medesime ( 2 ). Oli è perciò che bisogna ben netta.monte distinguere democrazia da anarchismo sindacalista e da tcocratismo socialista. Il sindacalismo anarchico, o, come lo chiama il Lagar– delle (') 1 " presi11dacalista m non meno di quello rivolu– zionarlo, mentre ripete la maggior J)!lrte delle critiche esposto dal M1cheh contro la delegazione e contro l'or– dinamento superiore della organizzazione operaia, che chiama burocratica. e ollgarchics 1 e vi contrappone il federalismo, che rispetta 1 per dirla col Pour.ret e), Pauto• nomia dol socio nella Lega, della. [,ega nella l•'oderar.ion<', della 1"ederazione nella Federazione Internazionale, cho non vuole autorità. e di~ciplina coatta 1 ma solid/\fietà e se• criflcì spontanei, che ripudia mutualità e ca,so ferlora.li , contratti collettivi o fariffe 1 ma difende localismo, pnr– tlcolarlamo, questua silltenrntica, e esautor..1 11li impie– gati, per timore del pericolo oligarchico, cambiandoli spesso e pagandoli male: il sinrla.calismo ò una teoria. aristocratici\ e o\lgaNhica che 1 pet bocca del suoi Pouget 1 Lagartlello, Oriffoelhes, ha creduto ftno a :eri ai diritti dl imperio delle élitu, delle minoranze coscienti sulle maggioranze supine. Por costoro, come per Proudhon 1 il Governo repubblica.no , quello della maggioranza, " ò il più p1Jrnlcioso perchè possiede quello zrtegouvtr,ieme11tal fanatico, poliziesco, che croci~ rti poter faro tutto impu– nomeote, por l'unica ragione che il suo dispotismo ha sempre a sua disposizione il comodo preteSto dolla iltessa repubblica o della libertà collettiva .,. È queste. la caraiteristica delle organizzazioni rudi: menta.Il o ai primi pas,i della democrazia, nelle quali troviamo la fede più infantile, nou solo nel principio " che tutti i soci i;:onouguali nei riguardi della capaciti\ al Governo ni ma anche nell'altro che " ciò che rigu~rda la collettività devo essere <leeiso dalla colletth•ità. li e). Forma di democr11zia compatibile solo colla minor sommi, di còmpiti possibile, e destinata od essere sostituiti, perèhò l'esperienza diruo:itrn che l'orgauizza.zlono ope– raia1 rondata. sul potere a turno, sulle assemblee gene• rali, sul referendum o sul diritto di iniziativa., o sui de• legati con mandato impe1·ntivo, riesco o all'im1JOtenza o al di,igrcgamP.nto, o al dominio incontrollato di un dlt. tatoro o di una buro;m1zia esperta ('). Questa form11di democrazia. rurlimeutale, come quella che può esi,itero in piccolo comuultà. politiche o roli– giose, nelle qua.li l'unità dogmatica e la comunanz11 dell'interesse ideale impediscono il contrasto e il preva– lere degli interessi personali o di gruppo, dove necessa– rlnmonto cedere il ca.mpo ad organismi più complessi, a.d una forma democratica Indiretta, quando il crescere (') ED. u~:Rt-STEI:;": J)lt D1moc,·n11, hl dc,· So::taldt1110c,·atlt. - So– :lal4$tl!1Cllt MvnflUMflt, 1'. 18·19, 1908. \1) t;I) llt:R!(STt;n{: Gt!IC-&l'kSClu,fl.idtlllQCl'(l/ie. - $/1,1:folistif<Cht .Ilo• ÀrCllil.l fii,· Suzifllil'i8S llllrl :Wzlfllpr,{, - J11,Jllltll' lleft 1008, (') o,: novsn:ns: r,, 'l',•aile U,1io11111,1u tn A11qltlt1Tt; l't\rls, 191.l?: ( 1) l'ouo~:·r: U1 Co11flllil'atll111 ql11é,·a/t c/11 11·,,i:a;t, - I'nr!9, 1903, p, 3:) 6 8l'IJ. /~) Wt;tlU, O;>. Clt., Jlilll', 6. (1) WKDB: op. clt.; 11 . .ff; C eeg. le:)Id., llllk'• 96.

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