Critica Sociale - Anno XIX - n. 3 - 1 febbraio 1909

42 CRITICA SOCIALE degli interessi e la necessità ,di coordinarli, per tradurli in una unica volootÌl e fitrli trionrare contro i gruppi estranei avver.:.i, impongono la disciplina di un esercito e l'illuminato ef!ercizio delle armi. Qui l'intere~se ch•gli individui deve essere subordinato all'111tere.:.se del gruppo e questo a quello della clas:-ie. Alla libertà. anarchica dell'individuo 1 di <mi solo si preoccupa il sindacalismo rivoluzionario, non può essere sacrificato l'interesse democratico di gruppo, di cate~oria, di clas:10. Un gruppo, che non vede se non il proprio interc~se 1 e non segue che il proprio impulso e bisogno immediato, non deve poter compromettere l'interesse della collettività di cui è parte. Da ciò la necessità di quelle misure che, limitando la libertà del gruppo, ga– rantiscono gli interessi e i diritti di tutto il corpo, cioè della maggioranza; di qui le forme apparentemente oli– garchiche delle organizzazioni mo1ernf', come l'accen– tramento finanziario, tanto per ciò che riguarda la re– eisten1.a1 quanto per i eu~sldi, e l'unità della politica einrtacale, come l'esperienza dimostra, create e sostenute, eia pure a fatica e lentamente, dai soci che ne sentono l'utilità. Limitare la dispo~izi_one dei fondi nel potere esecutivo centrale, è l'unico mezzo con cui coloro che hanno contribuito al fondo possono conservar.:ii un con– trollo sulla sua epesa. Accentramento del ronrlosigniflca necessariamente, in una or~anizz 1zione militante, ac• centramento dell'amministrazione e della politica. Soltanto chi consideri la democrazia nel suo lato pu– ramente formale può ritenere che debba io ogui caso decidert~ sullo questioni di tattica tutt <1.la massa. Ciò nOn è fJtt.ibile se non colla dissoluzione anarchica del– l'organizzazione io gruppi autonomi, impossibile allo stato attuale dello sviluppll industriale e dell'organiz1.a– zione padronale. Anzi, un'esperienza di lunghi anni, e acquistata a. caro prezzo, ha condotto gli organizzati alla conyinzione che nella lotta sindacale la democrazia non può, di regola 1 realizzar,ii se non mediante la dele– sazione dei poteri. l clamorosi disastri patiti recente– mente da forti orgauizzazionl inglesi e tedesche, magi~ stralmente commentati dal I3erostein 1 dimostrano i danni gra\'Ì rlella ril.ie! l1one rlella massa ai consigli illuminati dei tecnici, cioè dei loro stipendiati. " Se gli operai - osserrn Bernsteia - vogliono nella lotta tener testa ai padroui sempre io armi, è 11ece::1sarlo che nelle loro organizzazioni la democrazia &ia attuata in modo, che il sentimento conservi il suo valore come forza motrice, senza che all'intelletto che dirige ~ia strllp• pato il timone. ll principio della democrazia non rjchi~de che in ogui ca~o decida la massa, ma che la massa de– cida la cli.stribuzioue dei poteri. 11 (I) li sindacalismo rivoluzionario, per combattere l'oli– garchia, crea una oligarchia a rovescio: l'oligarchia della minoranza rivoluzionaria, impulsiva, indisciplinata, romantica. EsemJ)io tipico la resi:.tenza, da parte della. Confedero.ziunc ciel Lavoro francese e dei siudacalisti della stessa Coorederazione, ad o.ccettare il principio democratico della rappresentanza proporzionale. li sin– daclllismo oj>pone cosi alla democrazia sin,tacale una oligarchia rivoluzionaria; al principio democratico della maggioranza, il dirilto oligarchico e anarchico d..,lle minoranze, delle élites super.sindacati. Ciò che si ri:.olve, in fatto, nella demagouia più ste– rile e nell'assolutismo .sindacale il più pernicioso e il più ner1111to. A questo olig:uchismo sindacalista fa riscontro 1't111ti– democrat1smo sindacalo del doimati:uno sociali.:ita. Mi• chel<i 1 facendosi portavoce del militarismo socialista te– desco, spezza una lancia contro gli impiegati delle or– ganizzazioni tPdesche, ancora in q110sti giorul, come già. clumoroiiamente nel 1906, attllccati dagli inquisitori del marxismo imperiale in nom~ rlella libertà dei soci contro lo czarismo dei loro stipendiati, troppo lautamente man– tenuti 1 1 ). Il dogmatismo rivoluzionario fa temere a questi tar– digradi del socialismo che gli imJ)iegati sindacali di::1tol• gano le ma~se org11nizzate dalla dominazioue della oll 4 garchla degli " illuminati II del socialismo ortodosso. Perchè, se in un punto il Michels ba ragione, è nel rilevare le tendenze oligarchiche di questi dogmatici. E il motivo è questo, che il dogmatismo astratto è ne– cessariamente e fatalmente autoritario e imperialista. Solo l'aztone può essere democratica, perchè presuppone il cordiale, efficace appoggio della massa, ed è una somma di sforzi e di volontà autonome. 4. - La democrazia ·sindacale in atto. li movimento operaio moderno, dopo una serie fati– cosa di prove e cli esperienze, ci dimostra come esso, auzichè giungere al governo oligarchico di una buro– crazia irresponsabile e incontrollabile, o allo si;roverno delle masse incompetenti, è arrivato, nella sua Faso più evoluta e più alta, ad un ordinamento veramente demo• cratico. E vi è arrivato rinuuciaudo appunto a "Quelle forme rudimentali di garanzie democratiche - nferm– <lum, turno delle cariche tra i soci iudistiutamente, au– tonomia amministrativa - che si sono dimostrate inca– paci a garantire una vera e sana democrazia, dopochè lo sviluppo della organizzazione aveva reso indispensa– bile la specia.Hzzazioue delle fonzioni e la creazione di un personale fisso. Difatti, il movimento operalo moderno ci presenta la risoluzione del problema di combinare il coordinamento dell'azione e l'efficenza della gestione, indispensabile ad organi di batta.glia, col controllo popolare. Le orJaniz– zazioni dei cotonieri e dei minatori inglesi, in modo perfetto e, meno perfettamente, gran partt} delle altre orgauizzazioui principali_ d'lnghilterra, e le organizza– zioni tedesche, ci presentano l'esempio di una organiz– zazione di fatto democratica. Minatori e cotonieri inglesi hanno un vero e proprio potere legislativo, nominato dai distretti elettorali in cui è divisa la massa dei soci; che nomina il potere esecutivo, lo rtirlge, lo assiste, lo controlla e rappresenta. le varie provincie e i distretti inclul!i nell'associazione. L'assemblea dei rappresentanti, che costituiscono questo parlamento sinrtacalo, ò assolutamente sovrana e i suoi poteri e funzioni non sono soggetti a nessuna espressa limitazione e le sue decisioni non sono passibili di ap– pello. Questi rappresentanti o " deputati 11 sono però consci dei distinti e spesso divergenti interessi dei loro mandanti, dai quali sono eletti annualmente e coi quali re,.tano in permanente contatto per opera delle assem– blee alle quali sono chiamati a riferire. Ma il carat.tere rappre:1entativo e, di ratto, se no11 in teoria, permanente dà a quettto " parlameuto 11 uua autorità incontrastata sugli organi esecutivi, o la capacità amministrativa dei suoi membri assicura un efficace controllo. Il Oabinotto, poi, è composto di elementi fissi e di operai ancora al lavoro, ciò che serve a garantire una azione illuminata e ad 110 tempo in armonia con lavo• loutà e le aspirazioni delh1. massa. (,) Kor1"6Jpo11deuzblrit1, 10 dl.oeml.Jrc 1908.

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