Critica Sociale - Anno XIX - n. 1 - 1 gennaio 1909
12 CRITICA SOCIALE perchè il Trentino, solo unendosi politicamente al– l'Italia, troverebbe le condizioni necessarie al suo sviluppo economico norma.le e assicurerebbe la po– sizioue militare dell'[talìa. E, <lata la nessuna ne– cessità vitale che l'Austria ha del 'l1reutino 1 è pazzia far dipendere il ritorno del Trentino all'Italia da una politica foggiata sulla iµotesi dello sfa.sciame11to dell'Austria, mentre ci condurrebbe più facilmente allo scopo una politica estera non catastrofica, ma accorta, dignitosa, leale, chiara, consapevole della forza non ispregevole del nostro paese. Assolutamente diversi sono i dati del problema io due almeno di quelle tre provincie, che il Go– verno austriaco chiama del Litorale (Kiistenland), e che gl'italiani chiamano Venezia Giulia (l). - :Mentre, infatti, nella contea di Gorizia e di Gra• <liscagli italiani (35,9 °/ 0 ) sono in questo momento (2) abbastanza nettamente distinti dagli sloveni (62 1 5 ¾), e raccolti comµatti verso il mare e sul confine ita• Jiano, e perciò si µossono, in un equo riordinamento amministrativo <li ,quei paesii associare a '1 1 rieste, e magari, in un riordinamento politico, riunire, come gli Italiani del 'l1rentino, al nostro Stato, senza danno degli sloveni e senza ledere nessun vitale interesse dell'Austria e perciò senza nessun biso– g110 che muoia il così detto II nemico ereditario" - una riunione, invece, all'Italia della città-pro– vincia di Trieste e del margraviato d'Istria non potrebbe avvenire senza gravi ingiustizie e senza Pnormi difficoltà che noi non siamo certo in grado di superare. Le statistiche ufficiali austriache, che sono sem– pre falsificate a danno degli $!avi dove prevalgono am'tninistrativamente gPitaliani e a danno degli italiani dove prevalgouo gli slavi, ci dicono che al 3.l dicembre 1900 la città•provincia di Trieste contava, su 151 mila abitanti, il 77,4 "'/, d-i italiani e il 16,3 % di sloveni. Agli italittni sud<iiti au– striaci, calcolati nelle statistiche ufficiali, è neces– sario aggiungere anche i 40 mila italiani risedenti stabilmente a Trieste ma citta<lini del regno: e questo aumenta la percentuale etnica italiana. Ma anche gli slavi sono più numerosi che le statistiche non vogliaoo far cre<lere. Nelle elezioni a suffragio universale <lel maggio, 1907 - le quali ci dànno coi loro resultati una statistica quasi perfetta, non solo dei partiti, ma anche <lelle nazionalità ~ i candi– dati nazionalisti sloveni ebbero, fra città e terri– torio, 8166 voti di fronte a 8423 voti toccati ai candidati nazionalisti italiani, a 9468 voti raccolti dai socialisti italiani; a 1958 voti raccolti dai cle– ricali austriacanti. E, quan<lo si consi<leri che, dei 9468 voti raccolti dai candidati socialisti italiani, un buon migliaio fu dato da lavoratori socialisti slo– ve}?-i,si deve giungere alla conclusione che, su ( 1) Della. Dalmazia ~ lnut1le parlare. In quQeta regione gll Italiani, pQr quanto più numerosi clii:, non ,·ognano rar credere le statistiche 11mc1a11 r111s1t1cate a.vantaggio d(ll oroatl, sono una Infima mlnornnzn. sparpagliata per le città cost.lcro, di rronte alla massa stral>ocohevole e compatht della popolazione oro11ta. t'lno a quando 111. minoranza Ha\1ana fu coonomlcumenti:, e !ntenettualmente superiore alla mag. glornnza croata, ect ebbe cout,·o _qu<!sta l'(lppogoto det G01Jen10 au• sll"taco, la sua prevalenza ammlnlstrutlva e politica ru possil>He. Ma v\l\ via che I croati si sono arrlcohltt e cottl\·at! e 1u1.nnocolmato Il c:llsllvello, che li rendevi\ una volta Inferiori ugl'lta\lant, e hanno l\c(l111stat11. la cosctonza della loro n11zlonAlltÌI, e h1rnno ottenuto dal Governo austriaco che non prlvileglasse 111m1norAnza Jt.Allana ma favorisse la mag'!'!ornnza, era re.tale che gl'ltallAnl perdessero le tradizionali posl1.1onl amm!nlsiratlve; o, o prima o poi, es1;1sono de– stinati a. spnrlro du\\a l)a\mnz!a non solo come elemento direttivo Joeale, ma for11•ancho come elt-monto etnico. È triste; ma \a retorloa lri·odonllsta nulla J)uò faro contro questa storica rata11tà. ( 1 ) ScrlYO in q11tsto mome1110, 11erchè qualche sintomo ra dubitare 11cr l'avvenire. Nella città di Oorlzla gl'1ta11a111, fra Il 1890 e 11 uoo, sono 80081 dal H,2% Ili 67,8 ¾, mentre gli sloYon!, rra Il 1880 o 111900, sono Slllltl dal 7,89 % al 20 ¾- per giù, il 25 % della popolazione òi ~rieste e del territorio e slovena. E questa poµolaz1one slovena non si può staccare .in nessuna maniera dalla po– polazione italiana, perchè non solo abita tutto il territorio fuori delle porte di Trieste, ma penetra in 'l1rieste e vi conserva il senso della propria au– tonomia òi fronte alla maggio1·anza italiana. E la riunione di Trieste all'Italia significherebbe la crea• zione di un inedeutismo slavo nei confini polil.ici della nuova Italia. Peggio assai sGanno le cose nel cosidetto Mar• graviato di Istria .. - Qui le statisticl\e ufficiali dànno, su 336 mila abitanti, il 40 1 5 % agli italiani, il 14,2 °/ 0 agli sloveni, il 42,6 °/ 0 ai croati. E, anche se si stacca dall'Istria nelle statistiche, come llo– vrebb'essere nell'amminislrazione, il capitanato di Volosca.. che, di fronte a 50 mila sloveni e croati, couta appena uu migliaio d'italiani, il numero de• gli slavi apparirà sempre imponentissimo nelle al– tre circoscrizioni amministrative di fronte a quello degl'italiaui. E questa constatazione è rafforzata in maniera impressionante <lai risultati delle elezioni a suffragio universale del maggio 1907, nelle quali i tre Collegi istriani prevalentemente slavi dettero 20.400 voti ai caoclidat,i nazionalisti ~lavi e 3700 vpti ai nazionalisti italiani; e i tre Collegi ufficiai• mente italiani dettero 3700 voti ai socialisti ita– liani, 10.800 voti ai nazionalisti italiani 1 8950 voti agli sloveni e croati, e 700) voti ai clericali a-u– striacanti. - Il giorno in cui l'Istria fosse unita politicamente all'Italia, che cosa ne farebbero l no• stri irredentisti di tutti quegli slavi e clericali au– striacanti, che dell'Italia non vogliono saperne, e che in quel paese souo la maggioranza, e che da– gl'italiani non possono essere divisi, perchè occu– pano quasi tutte le campagne intorno alle città e nelle stesse città sono mescolati con gl'italiani? Se nei tempi passati gl'italiani, che a Trieste e nell'Istria formano la massa della borghesia pos• sidente, commerciante, intellettuale, invece di op· primere e sfruttare e disµrezzare g-li slavi, che for– mauo la grande maggioranza dei lavoratori rurali, avessero usato con essi un po' di giustizia e eh umanità e avessero cercato di istruirli italiauiz• zandoli, oggi non esisterebbe in quei paesi una questione nazionale, e la lotta sociale fra proprie– tari di terre e lavoratori rurali, fra città e cam– pagna, non. coinciderebbe con la lotta etnica fra slavismo e italianità. Ma il terreno trascurato una volta, la borghesia italiana non lo riacquisterà più; e, meglio che i nazionalisti italiani 1 ipnotizzati nel sogno di un assoluto predominio, smentito ogni giorno dalla realtà, provvedono agl'intere::;si della nazionalità italiana i socialisti italiani dì Trieste e dell'Istria, sforzandosi di eliminare ogni odio fra lavoratori italiani e lavoratori slavi, riunendo gli uni e gli altri nelle organizzazioni di classe, rintuzzando energicamente le prepotenze dei na– zionalisti dell'una e dell'altra razza. E forse, ca• duta fra lavoratori slavi e lavoratori italiani la barriera di odio Cht, i due nazionalismi cercano <li tenere elevatai i lavoratori slavi, venen<lo a con– tatto pacifico con la superiore civiltà italiana, che non sarà. rappresentata più per essi (lai soli stroz– zini e azzeccagarbugli e proprietarì <li terre, ma parlerà ad essi con la voce dei loro fratelli di fa– tica, i lavoratori slavi accoglieranno senza sospetto il faaciuo <lella vecchia Italia dalle molte vite: e il male fatto in questi ultimi cinquant'anni alla idea italiana dal nazionalismo sfruttatore sarà ri– parato forse nei prossimi cinquant'anni <lal socia– lismo redentore. - Ora come ora, non vi ha re– torica irredentista capace di dimostrare che la Ve• nezia Giulia sia paese esclusivamente italiano. E il principio di nazionalità non può essere su quei
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