Critica Sociale - Anno XVIII - n.24 - 16 dicembre 1908

CRITICA SOCIA.LE 375 più giova - con il lor acume penetrnnle e sottile. essi investigano e istoriano la triste e trista odissea <le' nostri istituti mezzani, dalla legge Casati in poi, e li raffignrano, quali ora son ridotti, vividis– Rimameute. Ne fa.n risaltare, uno per uno, la man– canza di una fisionomia nP.tta e peculiare, l'ibri– dismo originario o... acquisito stradA. facendo, la ~proporzione e la incongruenza fra la struttura e l'indirizzo che ciascuno di t:ssi ha e lo scopo edu– cativo e sociale prefissagli, Jlinterezza goffa, uni– forme, priva di varietà e di dutt,ilità 1 l'intrinseca ed esteriore ineguaglianza delle parti e delle disci– pline, la distribuzione geografica incredibilmente irrazionale e dissennata. E, con felicità profonda e argutissima, denunciano e illustrano, nei loro rovinosi effetti, le menzogne convenzionali e gli ~tolt.i e tronfii aforismi che hanno sin qui infor– mato1 e in gran parte tuttavia informano, la ba• rocca e fatua pedagogia, sovra la quale si è ve– nuto esemplaudo il macchinoso e s~augherato edificio della nostra scuola mezzana: quella. grossa menzogna e insidia, sopratutto, che si annida entro la cosiddetta. l. coltura generale 11 e a cui ancor tanti fanno <li cappello. Fu ed è ben essa, la "col– tura generale ,,, che, con il suo ingannevole e in– cousistente miraggio, ba rimosso <lalla diritta via quanti in questi ultimi <lece1ml han posto le mani ne' nostri disgraziati istituti secondart, e ha gua– stato, meno che ne' suoi primi anni (guastati, però, per altra via!), l'unica scuola non del tutto cat- 1 iva che noi avessimo, voglio dire la scuola clas– sica. L'ambizione perniciosa del\ 1 1.1 enciclopedia in miniatura. 11 ('), la scioperata e meschina presun– ?.ione di aspi.tare entro i modici confini <iella scuola e <lella mentalità giovanile tutto o quasi tutto lo ~cibile umanistico e scientifico, han ridotto l'inse– gnamento e Jla.pprendimeuto 6. una fatica spia– cente, inorganica, soverchia e manchevole nel tempo stesso, iu una paroJa, antirlidattica e anti– pedagogica. Ben a ragione, di contro a quest.o fetiecio tlel– l'Pnciclopedismo superficiale e n.rruffoue, procla– mano, i rlue antol'i 1 il " diritto all'ignoranza ,, : 11uel diritto, senza il riconoscimento del quale non i:iarà mai possibile una proficua e sapiente educa– zione intellettuale, e quanti studiamo e pensiamo avremmo preclusa la strada del lavoro individuale e soffocata l'autonomia del nostro qualunque in– gegno. * .. Più dubitosi rimarranno non pochi lettori di fronte alle proposte positive che il libro afferisce e- propugna. Esse si oppongono, infatti, come ho accennato già, ad alcune delle stesse idee riforma– trici che due anni or sono ebbero il suffragio del maggior numero degli insegnanti e pochi mesi fa furono incluse in un molto discusso ordine del giorno dei capi d'istituto convenuti a Roma e son parte integrante del disegno escogitato dalla Com– missione reale; e son poi tali da apparire in molti particolari, e non tutti di secondaria importanza, discutibili o non accettabili eziandio da chi le ac– coglie ne' loro tratti generali. Ma, nel complesso, chi le esamini con ispregiu~ tlicata libertà di spirito e con Ja savia disposizione a ricredersi lealmente ove esse sieno in contrasto con un disegno precedentemente meditato e accet– tato, non potrà - io credo - non trovarle le più accorte e acconce fra le proposte che si conten• flono il campo. Nemici fervorosi di quella. scialba e farraginosa " scuola unica 11 , in che dovrebbero, frR. i dieci e ( 1) QF.NTILE, op. Cli,, J), 181. i tredici anni, sbocciare e differenziarsi le cosi– dette "tendenze 11 e che non sarebbe altro, quanto alla sua struttura, che una insipida fusione dellR. attuale scuola tecnica e dell'attuale ginnasio infe-– riore, con i danni dell'una e dell'altro e. per so– prappiù, con dei danni nuovi e incomparabilmente più gravi, il Salvémini e il Galletti propongono che s'instituiscauo, per la preparazione all'Uni\"er– sitfl, due scuole <h alta coltura, <li otto anni cia– scuna1 separate fin da principio, ma suddivise in quattro bienni suscettivi di mutue comunicazioni a di reciproci passaggi, e precedute eia un cor.-io annuale preparatorio: la scuola classica e la scuola moderna; quella fondata precipuamente e ordinata sovra le discipliue classiche, 'l,uesta sovra le lin~ue e le letterature moderne; e Funa e l'altra pron·e· dute, in diversa misura e con l\iveri:-a distl'ihn– zione e graduazione, dell'insegnamento della storia, della filosofia, della geografia, dell'aritmetica pl'a– tica, della matematica e delle scienzf>- fisiche e naturali e, con scelta facoltn.th ·a, di una (!elle lingue non compr e2e ris pettivame nte fra le mf\– terie fondamenta.li rlella scuola; e tutte e due, senza differenza d i sorta. Yalicle ad aprir l'adito a tutte le Facoltà universitarie. Per la preparazione poi - a cni orn. provvede malamente e promiscuamente In. scuola tecnica, che fa insieme eia scuola popolare, da scuola pre– paratoria all'istituto tecnico e, per gli studi di matematica, d'ingegneria e <livet.erinaria, da tri~11- nio iniziale della scuola di alta coltura - ·· ai piccoli uffici delle amministrazioni, del commercio, dell'industria e dell'agricoltura ,, 1 propongono l'in– stituziooe di una quadriennale scuola pùpolare superiore di triplice tipo - commerciale, agrario e industriale-; e per la preparazione alFesnrcizio della ragioneria, dell'agrimensura e degli altri uf– fici a cui abilitano le attuali Sezioni professionali dell'lstitut.o tecnico, oltre che <lella farmacia e <lei segretariato <le' piccoli Comuni, l'instituzione cli una scuola di media coltura <lellR.durata di otto anni, suddivisi in due trienni - inferiore e supe– riore - e in un biennio - naturalmente a tipo diverso secoudo le città e le regioni - professio• nate; e l'instituzione di una scuola normale, pnr di otto anni e similmente tripartita, propongono per l'abilitazione ali' insegnamento nella scuoln. elementare e popolare. E anche queste scuole po– polari e di media coltura propongono che siano raggiate e ordinate in maniera da permettere, lungo il corso dei loro stUtlì, la pos~ibilità di scambie– voli passaggi e da afferire così un adatto rifugio per i deboli o i restii, messisi per un cammino troppo lungo o difficile, come la facoltà di inscri– versi nelle scuole di media. coltura agli alunni di– mostratisi adatti a meu modeste carriere; e simili reciproche comunicazioni propongono che sieno stabilite, per via dell'insegnamento di materie fa– coltative e de' rispettivi esami complementari, fra le anzidette scuole e gli istituti di alta coltura. Per tal modo, anche senza quell'incolore scuola, priva di sesso e povera di contenuto, che sarebbe la scuola unica, e senza il sacrificio dei lunghi e sostanziosi corsi professionali, umanistici e moderni, viene, secondo i due scrittori, provveduto e ov– viato in misura bastevole all'inconvenient~ delle scelte precoci e fallaci ed è data a tutti. in ma– niera razionale e adeguata e in iscuole orgauizzate iu armonia con le loro finalità peculiari, la facoltà di istruirsi giusta la capacità del proprio intelletto e i mezzi e le esigenze pecuniarie, sociali e dome– stiche delle famiglie. Qua.nto a.11,argomeuto, diremo così, democratico di quegli untciSti - è ornai il termine consacrato! - che osteggiano la divisione iniziale deJle scuole

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