Critica Sociale - Anno XVIII - n.24 - 16 dicembre 1908
378 CRITICA SOCIALE Rimane, è veroi l'opera di difesa igienica generale, ma non pare che la propaganda contro la fabbricazione e l'uso della biacca possa favorire molto la profilassi igienica contro· il piombo. Quindi non farà meraviglia se tutta I.i lotta contro il piombo condurrà ad un magro risultato pratico, mentre forse la stessa energia, consu– mata con altre vedute, avrebbe portato a conseguenze senza dubbio benefiche. Il che fa pensare che, anche in questa materia, l'erlu– cnzione dell'operaio vale assai più di ogni intervento legislativo. F,. BRR'fARE:1.1,1. INTERMEZZO POETICO Tempo fa il compagno Varazzani, recensendo elegan– temente sul Tempo q ue9to Libro di vers~ ( 1 ), ne riassu– meva e prospettava il contenuto in una serie di antitesi, quasi a dimostrare che vi si palesa quell'eterno con– trasto fra opposti sentimenti, che costituisce l'essenza della ispirazione del Petrarca; e quel senso di vanità. e debolezza della vita nostra nella universale, che suggerì al Leopardi canti così dolorosi. Benchè i termini di con– fronto - che pongo io e non sono del Yarazzanl - debbano riuscire grati ad ogni poeta, e specialmente al Malagodi, che nella struttura ,lei verso e nella stampa del1 1 immaghie si mostra de.Ila buona scuola dei nostri classici; occorro che egli ed io ed ogni giudicante ci rinunzi, perchè nulla di contraddittorio, nulla di pessi– mistico è nello spirito del Malagodl, salvo quel tanto, che pur rispondo a realtà. inconrutabile e che nessuno spirito sensibile, per quanto sia equilibrato e sereno 1 può rifiutarsi di osservare. O mormoranti voci de la vita, dal possuto migmnti senza fregua 11n·sola landa pallida i11fi.nita, dove il futuro tacilo dilegua olt1·e il volo dei 11ostriultimi sogni i 1;oiche destate lievi le aspettanti fromli de l'oggi, giù, pioventi ad ogni soffio che passa, o voci.monnornuti; che importa quello chegià fu? Cheimporta quel che sanì? Resliam ne la serena ora, nel sogno che non muta asso1·ta, nstiam 11el'ora i la dolce 01·apie11a de le semplici cose che non sanno tempo e fortuna, e pm· nel moto alterno di vita e 11w1·te sempre al cuo,· daranno la buona vace del lor senso eterno. (Il giorno passa). Senza citare alcune poesie più spiccatamente ottimi– stiche (Ora buona), anche nelle più tristi - nulla più della tristezza sana ed umana, che ad ora ad ora vela tutti i cuori, ancor che alacri e combattivi. Ineisto su questo punto perchè mi sembra che segui quel che di nuovo e di moderno trovo in codesta contemplazione della vita uoiversa in relaiione alla uostra individuale; giacchè easa stessa spingeva gli antichi •a rifugiarsi, spauriti, nel tutelare fantasma. divino; e per simile ter– rore (ove per poco il cor non si spaura) i recenti spin• geva alla disperazione pessimistica; ma non così il poeta, anzi l'uomo d'oggi, che conosce la morte e la vita e ne intende le fatali necessità: Attendi, o cuore. Ora tu chiami -inva,w: quello che fu, più 110n sarù. lontano, con le sue soi·ti, esso è svanilo ormai entro la nebbia, che non sfum(t mai. Pm·ti dai vani, pallidi dolo1·i delle memorie; t'incammina; fuo,·i dal labi1·into del passato oscu1·0 cerca la strnda ormai del tuo {tdw·o; con la spe1·a11za che non mai s'a,.,-esta prendi- la stt-ada e va. (Sinfonia autumwle). ( 1) OLINUO M,1.J,AOOIH, Un ltl.11·0(U t·~1·st. s. T. E, ;,;,, Torino, 1908, ma un sognoha ancor la strada faticosa pe,· me: un miraggio ancor lontano splende; chiama una v1Jcea,1co1·mister·iosa lontano su la strada erma che asctnde. (Sa/11!0). Questa. delle strade, quale simbolo delle sorti umane, ò una immagine singolarmente cara al .Ma.lagodi,che ne ha materiata in altri tempi una squisita. serie di no\telle: ed anche qui, in questi versi, l'usa quasi di continuo, insieme ai sogni, in che l'anima si aggira e respira 1 a significare quella viti\ irreale che noi tutti viviamo, fatta di memorie e di speranze. Questo si protendono nel ru– turo; quelle si sperdono nel passato i entrambi moncli ideali, fuori cioè della realtà presente, dove operano i sensi; eppure, a ben pensarci, la nostra attività psichica, almeno la più intima e recondita, si svolge quMi tutta in questi cieli eterni e sconfinati del passato o rtell'av– venire1 ove brillano come astri ricordi e desideri. Certo che ai lettori, avvezzi a considerare ogni poe• siola come una scatola à surprise, donde salti su l'im– maginetta mirabile e nuova, tale uniFormità della poesia del Mala.godi può recare un senso di monotonia incre• sclosa; ma chi pensi che l'arte è l'eco pem1osa della vita, non può giudicare un diretto quella uniformità, onde la vita stessa si svolge. 11 sole, che, come dice il poeta latino, è ogni giorno " un altro e lo stesso m co– lorisce di luce sempre un po' diversa i nostri giorni pure uniformi: così l'arte, nel monotomo ritmo della vita 1 sa cogliere le più tenui e delicate variazioni dei toni del nostro sentimento. Ma quel che interessa, nell'arte, è appunto questa meravigliosa sensibilità di percezione e una fedele espres– sione delle nostre sensazioni : ora a me pare che il Ma– lagodi, pur nel fragore della vita operosa che lo cii:• conda e in cui usa mescolarsi, abbia tale sensibilità. 1': in lui (come forse un poco in tutti noi) qualche angolo segreto del cuore, in cui la voce del mondo penetra non più soffocata dallo stridore delle cose presenti, ma lim– pida e chiara, e così gli parla il linguaggio più solenne ed arca.no che palpita nelle cose inanimate; nei giorni trasvolanti, nelle morte stagioni e nelle vive; nelle notti dormienti, negli astri vigilanti a ignoti destini; nelle selve imsurrauti, nei fiumi fluenti. Va 'il fiume, va: dai 1·01·idi mattini va della vita ai cupi suoi tramonti; col munnure de' suoi lenti destini va al ma,·e eterno, dagli eterni mo11ti; e quella voce pei sile,1zii ap1•ichi richiama e lascia sovra la sua via una melanconia di giorni antichi; cle' (Jionti eterni la melanco,iia; 1m confuso membrar di morte storie sale ne l'om che co,t noi si strugge, e anch'essa pnsto con le sue memorie scenderà con la vana onda che fugge ; ma fm il passato rifluente in pianto fuo1· dai silenzii de le mode etù, frema pm· già miste,·i.oso un canto di quello che col tempo ancor sa1·à. (la canzo11edel fiume). Potremmo moltiplicare le citazioni: ma, salvo ad al– cuni fugaci accenni a scene ed affetti domestici (Memorie rammenta il Pianto antico del Car,tucci, ispirato dallo stesso dolore) e t\ sobrii tocchi descrittivi per delineare qualche singolo paesaggio, in tutte le poesie domina, maestoso e severo, l'inno alla vitn. Vita, che si rinnova ad ogni alba, ad ogni primavera ad ogoì formazione di mondi; vita, che Yibra in ogni atomo come nell'universo; vita 1 che si propaga dalle mute cose naturali allo spirito umauo, a volta a volta. in esse assorbito e di esse dominatore, rua sempre arca• namente da esse distinto, perchè cosciente; fugace scin– tilla, brlllante per un attimo sulla cecità <lelt'inflnito 1 che non conosce se stessa; eco, anzi parola intelligibile delle mille voci misteriose, che corrono seuza un espri– mibile pensiero pel mondo; animatrice delle sue solitu– dini infinite: l'io, come dicono i filosofi solenni. Non è tutto questo " di poema degnissimo m se non di sto1•ia, come recherebbe a. dire la citazion~ comin– ciata? E degna poesia ne ha espresso il MalagoJì. R:i'"RICO CARRARA.
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