Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908
358 CR['l'fCA SOCJ ALE universale lo avrà: Prtalia meridionale, pur conti– nuando aucora per un pezzo a mandare a Roma deputati quasi tutti conservatori, manderà fino da principio consen'atori meno egoisti, meno abbietti, meno sistematicamente ministeriali di quelli che manda ora. Perchè, delle immense nuove forze en– trate a un tratto nella vita politica, i rappresen– tanti politici del Mezzogiorno .avranno quella preoc– cupazione, che og·gi non hanno affatto; nella libera 1.:oncorrcoza dischiusasi a tutti i partiti, essi cer– chenrnno di non lasciarsi scavalcare da chi meglio di essi sappia attirare a sè le simpatie delle masse; non potranno più ridurre la propria opera presso il Governo alla, sollecitazione di impieghi e altri fa– vori personali peL' qualche centinaio di piccoli bor– ghesi affamati o delinquenti ; la classe lavoratrice, per il solo fatto di avere un peso politico 1 anche in quel periodo iniziale in cui non abbia, peL' dannata ipotesi, nessuna coscienza della sua capacità, eserci– terà una. pote11te pressione sui suoi stessi avversarì) perchò rappresenterà sempre una oscura minaccia o una forza virtuale. Quanti, fra i conservatori del Nord t~ del Centl'o d'Ltalia, sarebbero reazionarì ben più te– naci di quanto oggi non abbiano il coraggio di mo– strarn, se non fossero costretti dal suffragio larghis– simo a barcamenarsi fra il nucleo solidamente con– senatore, che li sorregge, e quella massa intermedia, tluida e oscillante, il cui concorso è necessario alla \'ittoria e che da un atteggian1ento troppo rigidit– mentc reazionario sarebbe sospinta propl'io ne11efile dei partiti democratici? Analfabetismoe ignoranza. " Un'agitazione pcl suffragio universale - ceco un altro argomento - un'agitazione, cioè, per dare il diritto di voto anche agli analfabeti, significa in• nalzare la bandiera dell'ignoranza. n Donde si ricaverehbe che, per non essere igno– nrnte. basta non essere analfabeta! - C'è bisogno di confutare questa comoda illusione di tanti gior– nalisti, senatori e deputati, anche ..... democratici? La politica è fatta dagl1iuteressi e non dalle idee: le idee non sono se non le formulazioni teoriche di bisogni, corrispondenti a determinate categorie d,in• teressi. ~ sono legittimi tanto gli interessi e i bi– sogni dei sapientoni che han fatto la terza elemen– tare, quanto quelli della vile plebaglia analfabeta. rntendiamoci bene; la cultura voliti ca e la com– petenza tecnica sono certo tanto più utili a un paese quanto più diffuse: nè sarebbe bene che un anal– fabeta diventasse minislro o direttore genernle, sebbene accadano tutt'altro che di rado i casi di questo genere. Ma i problemi sociali e poltici non sono suscitati) e la loro soluzione non è im– posta, dalla coltura e dalla competenza tecnica degli individui, bensì dai bisogni e dalla forza di pressione delle classi interessate. C'è nel processo storico una divisione del lavoro: le moltitudini si muovono sospinte non dalle idee, che per esse non esistono 1 ma dai bisogni rinnovantisi; e, nella ca– terva degli individui più o meno colti, più o meno competenti, più o meno ciarlatani, che si offrono a salvarle, organizzati in partiti politici, scelgono volta per volta coloro a cui tocca l'altra parte del lavoro) cioè la soluzione tecnica dei problemi. Nella concorrenza politica prevalgono volta per volta quei partiti, le cui idee e la cui azione meglio soddisfac• ciano i bisogni di quelle classi o di quei gruppi, che 1:1i trovino in un dato periodo ad avere un peso so· ciale. Un regime di suffragio ristretto assicura la prevalenza a quei soli partiti, la cui azione risponde alla psicologia e ai bisogni di quella sola parte della popolazione, che ha il monopolio del voto, anche se le manchino i motivi di prevalen;-:a natu- I raie: ed è proprio questo il caso dell'ltalia meri– dionale. Il suffragio universale, invece, apre il campo alla concorrenza di tutti gli interessi e di tutti i partiti. J~scludendo dal diritto elettorale una parte della popolazione, si dispensano i partiti politici dall'occ11parsi in via normale dei bisogni degli esclusi; e si sopprime una grande causa di educa– _z-ione politica, perchè la. moltitudine esclusa dal voto non troverà mai nessuno, che sia interessato in vin normale a muoverla, a trascinarsela dietro, a illu– minare neppure con luce falsa la sua coscienza, a sospingerla alle prime osservazioni, alle prime cri– tiche, ai primi raziocini, che in principio saranno nella peggiore delle ipotesi sbagliati, ma che sa– ranno sempre lo scalino indispensabile per salire alle osservazioni, alle critiche, ai raziocini esatti. Nel discutere 1 insomma, se convenga dare una maggiore o minore estensione al diritto di voto, non vi sono che due vie. O si parte da.I princi1>io che le grandi forze animatrici del moto sociale e poli· tico sono non gli interessi delle classi e degli indi– \'idui, ma le idee e le dottrine dei sapienti: e allora altro che la terza elementare dovrebbe occorrere all'acquisto del diritto di voto! Sarebbe carità di patria escludere dal diritto elettorale non solo gli analfabeti, ma chiunque non conoscesse a fondo l'eco– nomia politica, la storia 1 la sociologia) l'enciclopedia giuridica, la psicologia, tutte quelle discipline che dovrebbero essere la base di una solida coltura po– litica. E bisognerebbe togliere il diritto elettorale a quasi tutti coloro che oggi lo posseggono, e concen– trare ogni sovranità nelle mani di un re 1 a cui la infinita competenza venga data da un Dio. Tutt'al più, in via di transizione, occorrerebbe concentrare la sovranità in una piccola minoranza di esseri su• periori, i quali giustificassero il loro monopolio po– litico con qualche indice più o meno artificioso e ipotetico di alta coltura, hen diverso sempre da quello che è dato dal componimentino e dal proble– mino della terza elementare. E allora dQve andreb– bero a finire quasi tutti i deputati e i senatori della nostra cara Italia? Oppure si ammette che la poli– tica è fatta dagli interessi, sotto la cui pressione i partiti politici formulano le loro idee: e allora sic– come, seconà-0 la, teo1·ia democratica, tutti gli inte– ressi sono legittimi, ne consegue cl1e il voto si deve dare a tutti i cit[adini, anche se non hanno la in- finita sapienza di chi ha fatti e...... dimenticati gli stndì della terza elementare. Il suffragiouniversale virtuale. 11 [I suffragio universale in Italia virtuitlmeute ersiste: basta imparare a leggere e scrh•ere per di– ventare elettori. Lnvece di chiedere il suffragio uni– versale, non sarebbe meglio curare efficacemente la irstrnzione infantile, combattere l'analfabetismo degli adulti, preparandoli ag·li esami elettorali) curare la iscrizione nelle liste di molti che oggi avrebbero il <liritto di voto, ma non se ne servono per pigrizia o ignoranza? Abbiamo sottomano la soluzione age– vole del pL·oblema. Perchè sperderci dietro al suf– fragio universale~ " Quanto alla ricerca dei maggiorenni che avreb– bero diritto di voto e alla loro iscrizione nelle liste, essa. va. certo compiuta con la massima cura 1 perchè nulla ci deve autorizzare 1 in attesa del suffragio universale, a trascurare l'uso di tutti quei diritti, che la legge attuale ci concede. Ma questa ricerca 1 mentre può dare utilissimi risultati nel Nord avvi– cinandolo sempre più al suffragio universale effet– tivo, non potrà dare che frutti insignificanti nel Sud, dove proprio la, legge attuale rende ristrettis– simo il diritto elettorale. Quanti elettori extravaganti si crede di poter pescare in co11egi, in cui la i10 ... polazione è pel 70 per cento ~nalfa.l)eta?
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