Critica Sociale - Anno XVIII - n. 21 - 1 novembre 1908
CRITICASOCIALE 327 * i,:. E qui mi preme di mettere in (chiaro che, con tutto questo, non iuten{lo affatto ,li tessere l'apo• logia di 'l'ittoni ! No. Della felice congiuntura. of– fertaglisi per riparare in parte ai danni del trattato di Berlino, 'J'ittoni ha avuto confessatamente no– tizia all'ultima ora; il che, per un diplomatico, reduce appena 1lalPiùillio venatorio di alif:,burgo, nun è un complimento. Probabilmente i compensi ottenuti non si devono a lui. ma alla pressione russa. Infine fu certo iuopportnno e tale <la sva– lutare la posizione dell'Italia il frettoloso ed iu• genuo consenso di Carate B1·iauza, <lato mentre a Londra, a Parigi ed auche a Pietroburgo, abilmente si fingeva di indignarsi. I compagni del regno pos– sono dunque aver ragione, esigendo la testa <lei ministro degli esteri, ed affrontando anche il ri– schio che la decapitazione sua giovi a tutt'altro che ai fini proletari. lo ho voluto soltanto fissare la realtà della si– tuazione innanzi alla quale si sono trovati i socia• Ji9;ti d·Austria. E mi pare di potere, pur clalla ra• pirla corsa, trarre le seguenti conclusioni : a) Xessun danno, nè immediato, nè mediato, deriva a.ll1Jtalia dalla cosiJetta annessione; anzi, le ripercussioni che l'accompagnano e le rinunzie, a prezzo <leile quali l'Auf:ltria la comperò, costitui• f:ICOno, per la pem:trazione economica ed int.ellet,.. tuale {d'accordo, spero, che questo {' l'11J1icorero ililere"se dell'ltrt!ia nei Balcani??), un vantaggio e uu progresso; IJ) Nessuna lesione quindi ,lel!a solidarietà. in– ternazionale proletaria nel nostro contegno. . . . Ma quale ru, veramente, il contegno dei socia– li~ti d 1 Austria? Occorrn chiarire anche questo, per– c·hi•, a giudiea\·e dai commenti, si direbbe che molti C'Ompagni del regno non conoscano affatto la di– chiarazione, letta e chiosata da Pittoni in seno alla Commissione agli esteri della Delegazione au– ~triaca, in nome e per incarico del Gruppo parla– mentare. Sembra a me che in quella dichiarazione il Oruppo parlamentare abbia saputo felicemente i::cernere il lato antiproletario ed antisocialista del– l'annessione, da quanto vi è in essa cti formale e convenzionale. Dov'è infatti che il proclama imperiale del 6 ot– tobre urta brutalmente contro i principi elemen– tari di diritto pubblico generalmente accettati dalle democrazie~ Nel modificare la situaziolle (e sia. pur soltanto " giuridica,,) di un paese, senza chie• dere il pensiero degli abitanti, e uel mettere i fattori legislativi dello Stato (chiamati per legg·e a reg-olare i rapporti fra la :Monarchia e le rlue provincie) innanzi al fatto compiute. ~~ per questo che la dichiarazione socialista si apre u riaffermando il principio che soltanto i po– poli hanno diritto di decidere dei propri destini " e " p1•oiestwulo contro il fatto che le assemblee legislative dell'Impero vengano ad essere poste, in realtà, di fronte ad avvenimenti compiuti ,,. Ecco la protesta di sostanza contro quella che è l'iniquità w sostanziale,, dell'annessione. )fa, non si limita a questo la dichiarazione: essa vede anche, nell'annessione, ciò che ogni osserva– tore sereno vi vede: una mossa sgarbata e disgra– :,:iatA. che nnoce, come vedemmo, agli interessi della stessa e~pausione industriale austro-ungarica 1 e constata e deplora tale contraddizione. Infine la dichiarazione rivela ciò che veramente è stato Rinora il regime austriaco nelle provincie occupate: regime di burocrazia, di militarismo, di spionaggio, <li larga seminagione (l'odio naziouale e religio!-!O, e chiede che il promesso ,)ostituzionali:-:mo migliori tale insopportabile situazione. (Qui, di passata, e il caso di osservare a coloro, i quali parlano tli u violazione dei diritti tiella 'JUrchia .,, che la Hosnia-Erzegovina è t,,tta slava, perchè anche i musulmani di religione sono serbi di lingua e di coltura, tradizionalmente autonornici - siuo al 1830 Seraievo ~ra una cittù. libera nella <1uale l'odiato pascià manrlato da Stambul non a,·eva. diritto di entrare - e che l'irredentismo musulmano è - come quasi tutti g·li irredentismi fra noi - una creazione recentissimf1. 1 dovuta alla nota. balordag- gine poliziesca dell1Auslria). · . . . :\La - diranno i critici - va tntto bene: mauca però una cosa sola: la protesta contro la viola:done della fede internazionale; il trattato di Berlino è stato violato e i socialisti d'Am~tria 11011 hanno protestato. \'i sarebhero molte riserve. anche teoriche, dA. r~we a proposito di questo culto che il proletariat<, dovrebbe avere per i patti fabbricati dalla spada e Sfl.nciti dalla forza delle classi proprietarie, spe– (·ialmente poi quando - come nel caso concreto - le ,·iolazioni sono soltanto constatazioni. (\-i i.• partito proletario nel mondo che abbia cre-duto sino a ieri alla possibiliU\ dello sg-ombro austriaco didla Bosnia-Erzegovina~) J\fa andremmo troppo in là. Restiamo sul terreno prati..::o e domandiamoci: Questo benedetto trattato di Be1·li110viene forse violato per la prima volta? Rappresenta esso, si o uo. la garauzia d 1 integrità che le potenze ha.uno dato nel 1878 alla Turchia? E non violarono for:,;e subito dopo quell'iuLegriLìt. !'Inghilterra e la Francia. occupando l'Egitto e 'L111nisi, l'Italia stessa sbar• cimdo a Massaua? ·E, in quei casi, si trattava di violazione effettiva e la protesta dei rispettivi pro– letariati sarebbe stata certo (come l't\.ttuale) pla– tonica, ma forse doverosa. Nel caso nostro violazione effettiva non c'è. C'~ dell'assolutismo dinastico, dell'iucostituzioualit,it, dell'arbitr io, e coutro tutto ciò il Gruppo parla• menta.re socialista ha protestato. Non h a protestato contro la ces~azione di una ipocrisia che costituj, poi. sino a ieri, un ottimo pretesto per tenere le tlne provincie occupate fnori della legge, prive anche di quel po' <li libertà J)O· litiche e di previdenze sociali di cui gode il pro– letariato <lell'Austria e, sino ad un certo punto, quello ctiUugheria. Ma guardiamoci un po' attorno. Chi esigerebbe, sotto pena <li lesa ~olidarietà inter• nazionale, la protesta e la rivolta dei compagni di Francia se domani, pnLa caso, la repubblica de· ponesse l'imbelle Bey di 'l'unisi e rompesse così In. fede al trattato del .Bardo? Io penso che J<mrèfl, che ben socialisticamente si ribellò contro l'av– ventura. marocchina. non si scalderebbe troppo il sangue per la depoSizione del Bey erl avrebbe ra• gione. E, se domani (com'è probabile) l'Inghilterrn, legalizzerà il suo effett,ivo dominio sull'Egitto, si potrà dire sul serio che son rotti l'equilibrio medi– terraneo e la fede ai trn.t.tati e qnin,1i dovero~a. la rivolta del proletariato ing-lese? . • * Siamo dunque ancora tlegni, noi socialisti del- 1'Austria, di far parte dell'Internazionale prole– taria? E noi, socialisti italiani dell'Austria, pos– siamo portar alta la fronte di socialisti e di ita– liani? Dubbio più alto e tormentoso ancora: La solidarietà internazionale tlel proletariato si è spez– zata di fronte agli ultimi avvenimenti balcanici? To spero che, non le mie povere parole, ma \'e-
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