Critica Sociale - Anno XVIII - n. 21 - 1 novembre 1908
CRITICA SOCIALE 333 lancio, anche se non foste 1>aralizzati in ogni ini– ziativa vostra didla masa1l immobile della deputa– zione meritlionale; e in queste condizioni la vostra opera è destinata a un insuccesso altrettanto sicuro t1uanto clamoroso; il suffragio universale, invece, è la sola riforma che non abhia contro di sè alcuna difficoltà finanziaria, dietro a cui possa nascondersi la mala voglia delle classi dominanti. E voi potete chiederla con la sicurezza di non chieder nulla di impossibile. E, innestandola sul tronco della que– stione meridionale, voi avete la certezza di trovare in vostra compagnia, non solo tutto le forze netta• mente democratiche di tutta l 1 ftalia 1 mfLanche tutti quei cittadini neutrn.li e bene intenzionati, i quali Hentono di quanta vergogna sia la questione meri· 1lionale ancora insoluta per l'Italia, e, non appena abbiano compreso come si trovi proprio nel suffragio universale il principio della via d'uscita, ci daranno il loro pieno appoggio nella. nostra campngna. Nella stessa Italia meridionale non solo noi potremo met• !ere in movimento per siffatta conquista la massa enorme del proletariato rurale; ma ci seconderanuo, per irritazione contro il Governo, tutte quelle fa– .i:ioni locali, che oggi sono oppresse e colpest.~te tlalle fazioni governative, e alle quali non parrà vero di sconvolgere, con la riforma da noi voluta, i vecchi rapporti elettorali. E se, mentre nel paese noi spingeremo avanti la tampagoa del suffragio universale, i nostri deputati nella Camera si oppor– ranno con tutta la loro energia, e non già col fare la commedia dell'opposizione e non andando mai alle sedute, ad ogni aumento di spese militari e in g-enerale ad ogni iniziativa legislativa, da cui possa derivare un peggioramento dello stato attuale, noi ci troveremo, fra quattro o cinque anni, al momento della \'ittoria 1 con le nostre forze politiche aumen– tate per la conquista del suffragio uuiversale, e di· nanzi a un bilancio che avrà acquistato l'equilibrio oggi perduto: cioè potremo esigere le riforme sociali, tributarie, scolastiche 1 con quella capacità di pres– sione che ci manca ora, e senza inciampare, come ora, nella invincibile resistenza delle condizioni finnn• ziarie.J Il metodo dell'agitazione. Oli amici mi consigliano a metter flue al mio di– scorso per non sciuparne l'effetto. Io sono venuto qui non a cercare l'effetto ma a dire quel che credo fermamente sia la verità. Avete perduto un giorno e mezzo a dir chiacchiero sull'Avm1ti!, mentre ci volevano dei quattrini ; o avete ora il dovere di ascoltare me che vi parlo del più grave problenm che affatichi oggi l'Italia. Non voglio 1>erò abusal'e della vostra pa1.ienza; e perciò sopprimerò nel mio discorso quanto mi proponevo di dirvi per dimo– strare errati tutti gli argomenti. con cui è combat– tuta nelle nostre file l'idea del suffrag-io universale (1). Beninteso che coloro, che mi succederanno, a\'fanno Pobbligo di non ripetere qui nessuno di tali argo– menti. Altrimenti riprenderò la parola e risponderò. Ci sono però ancOTa alcuni punti, sui quali mi ò forza, sia puro brevissimamente, di parlare. Se è vero quanto noi meridionali affermiamo, che il suffra~io universale, cioè esteRo agli analrabeti 1 è osrgi la riforma 1>iùurgente non solo per noi, ma anche per voi, ed è la sola riforma oggi .JOnquista• bile, ne consegue che noi dobbiamo assumere questa riforma come centro di' tutta la nostra azione poli– tica, fino a quando non l'avremo effettivamente con– quistata (li,inora il nostro Partito è stato come quei ragazzi maleducati, che toccano tutto, spostano tutto 1 ( 1) Ne tratterò nel prossimo 11umorodellfl. c,•Ulct1 S(Jdale. J.: questo dlsooreo o 1'11,rtlcolo11rosslmo san.uno rluultl !11un opuscolo d! pro– paganda. rompono tutto, e non conchiuclono rnni niente. Lu nostra ahitudine è stata fir1ora di iniziare le agi– tazioni con un grande slancio, ma, dopo quindici giorni, lasciarue una e iniziarne un'altra: così, mentre spuntava Pnnu, non maturava l'altra. Le spese militari, il divorzio, lo congregazioni religiose, il lavoro delle donne e dei fo.nciulli 1 il riposo festivo, la venuta dello Czar, i snnatori per i tubercolosi 1 le Università 1>0polari, la municipalizzazione dei servi1.i pubblici, l'a,•ocazione della scuola elemeutare allo Stato, il suffragio universale 1 già anche il suffragio universale: non c'è arg-omento, di cui non abbiamo parlato lJCr quindici giorni. l~ il solo resultato di tanto sciupìo di parole - non oso dire di pensiero o di volontà - era che una agitazione serviva a togliere ogni effetto all'altra. Se fossimo socialisti rivoluzio– nari, i quali badano non ai resultati concreti delle agitazioni, nrn all'agitazione in sè, che prepara al colpo decisivo il prolctariato 1 questa tattica avrebbe almeno il merito di essere logica. i\fa noi, corno oramai tutti sanno, siamo persone per hene. I~, se vogliamo essere logici, dobbiamo mutar tuttica. Dob· hiamo 1 cioè, determinare bene l'obbietth•o che vo– gliamo raggiungere nel momento attuale i e non di– strarci e non lasciarci distrarre da quello scopo, fino a quando non lo aVl'emo superato. Questo vale 1 sia nel caso che ci proponiamo di raggiungere il suffragio universale, sia nel caso che il Partito preferiscn. un'altra riforma. Quel che importa è che gli sforzi sieno concentrati sistematicamente e continmunente su quella riforma; e non sieno sparpagliati di qmL o di là, senza nessun utile risultato.] Intendiamoci bene. Un gioruale 1 dando notizia dogli accordi presi nell'adunanza privata dei socia– listi meridionali, ha novellato che noi ,•ogliamo ob• bligare il Purtito ad abbandonare ogni altra ngita1.ione per quella elci suffragio uni\ 1 ersale 1 e minacciamo cli fare ostru1.ionismo coutro qualunque ini.i:iativa non sia quella ciel suffragio universale. ~~videntemente o il giornalista ha frainteso le informazioni a,•ute; oppure l'informatore non aveva ca1>ito quanto si disse nella nostra udunanza. Di persone che non capiscono ce n'è sempre qualcuna, nnche fra i me– ridionali (risa). Ridurre tutte le nostre attività n non parlare cli altro che di suffragio universale, sa– rebbe quanto di peggio potessimo fare a danno dello stesso principio ciel suffragio uni\•ersale. l1 1 acciamo pure quante campagne vo~liamo per quante altre riforme ci pare e piace; e cambiamo pure piatta– forma d! agitazione via via che se no presenti In necessità. :Mn una idea dobbiamo sempre tener pro– sente in tutte le agitazioni, e pestarci su senza stancarci mai: che nessuna seria riforma è possibile in una Camera 1 in cui la quasi unanimità. dei do• putati mc1·idionali 1 imita a.i conservatori del Nord e del Contro, schiaccia la democrazia settentrionale; e che questa situazione non può essere mutata se non per mezzo del suffragio universale. Così il prin– cipio del suffragio universnle non sarà un 1 astrazione campata in aria e senza forza espansiva; ma sarà una necessità. concreta di cui le nostro moltitudini avranno la sensazione coutinua, o tanto più intensa quant o pii'1 vivo solleciteremo in es1m il bisogno cli alt.re riforme particolari. Qu esto metodo di agitazione non vi obbliga a sacrificare nessuna delle iniziative, che crediate utile nssumere a favore elci vostri organizzflti. Vi obbliga sQJOa rinunzinre alla illusione funesta che riformo serie sieno possibili nello condizioni politiche e par– lamentari attuali. Solidarietà economica e solidarietà politica. [Proponendovi, insomma, il nostro programma sem– plicissimo, in luogo ciel vostro cibroo variopinto di
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