Critica Sociale - Anno XVIII - n. 20 - 16 ottobre 1908
CRITICASOCIALE 313 Il male sia ditruso, o come urga provvedervi con uoa larga iniezione cli coltura, che faccia salire questa. massa nostra segllace, dal primo graclino di una rudimentale conoscenza o di una istruzione che ru appena dirozza• mento e inrarinat1rn1, a un gradino superiore, e a una coscienza di sè, del la propria modedia 1 e della vastità del sapore, che le impedisca di adagiarsi altezzosamente su un11pietra miliare, scamblaudola per la mèta ! Ora, il modo come ru accolto, non dico sui g:ornali e nelle Riviste, ma nella massa, l'atto dei due cristiani socialisti di noma, è un sintomo e un effetto di qaesto male. Io non ho simpatie, a p1·iori, per una delibera– zione piuttosto che per un'altra, nè ho tenerezze por coloro cho possono conclliA.ro In sò la metafisica del teologismo con Il positi\'ìsmo che ò l'anima dell'idea e del ratto socialista. Ma mi sdogno cho, per il lato fl.lo – soflco, si rlpudilno como teologicamonte incompatibili quei duo giovani, da parto di socio.listi che saranno cento volto più teologici di loro; o, pe\ lato morale, si tra~tlno da imbroglioni o da ipocriti doi giovani, che probabilissimamente sono migliori della maggior parte dei nostri seguaci dobitamento tesserati e bollati. D'altra parte, il J)roblema o la crisi morale di questi, che son già socialisti o sono o.ncora cattolici, è o fu un po' il problema o la crisi di molti di noi, che, cresciuti o no nollo pratiche esterne del cattolicismo 1 nacquero però e respirarono in un ambiente impregnato di cri– stianesimo nel senso puro della parola; e che non pur divennero socialL,ti 1101wsta11tt fossero dei cristiani, ma lo divennero, anche 1 in parte 1 perchè eran tali, o educ,~ti in quei princlpt e in quel sentimenti di giustizia, di egualità, di pietà. per lo miserie, che ò una forza mo• raie non plccola 1 specialmente nel determinare le vie e gli orientnmenll nlla giovinezza. Nè il fatto che noi, o per natura nostra p!ù antime– taflslco, o per le vicende della \'ita, abbiam risolto quel problema e superata quella crisi nel senso sociali>ìta, ci dispensa dal guardare con Interesse e con simpatia ad altri che sinceramente dichiarino di dibattersi in quello stato d'animo che, più che debolezzn mal certa, può attestare squisita o delicata coscienza. I faciloni super– ficiali, uhe, ragazzi, vanno ad a<Jcoltar messa per paura di acapellotti o per cupidità dei due soldi, e che, adulti, s 1 inscrivono al Partito socialista per andazzo, per timore, per interesso, 1,er vanità, per s!mpalla, inconsapevole e non meditata, possono ridere - per scusarsi di non comprenderli - del dubbt, delle crisi, ciei tormenti di tutte le redi; essi 1 che sono incapaci a intenderne seria– mente e fortemente nessuna. Noi no. E neppur il fatto che noi, e taut 1 altri della nostra generazione, abbian risolto il problema o superata la crisi da oltre un ven– tennio, può raroi pensare che la questione sia definiti– vamente oltrepassata e decisa, e che questi giovani mi• stici o socialisti aian del ritardatari sporadici, di cui non vale occuparsi. li melafisicismo (comunemente, ma altrettanto inesat– tamente chiamato id,ealismo, come se ancho noi non fossimo, o non dovessimo essoro, degli idealisti) non ò spento nò si spegne In vent'anni o in un secolo. A parte In ragion di classe che, senza ch'esso lo sappin, lo stuzzica o lo ra. risorgere e Io alimenta (qual più chiara coincidenza di quella tra 11o<liernoneo-misti– cismo sincero di molti 1 in letteratura e in filosofia, e la 11 ripresa. n clerlco-moderata 1 economica o politico-elet• torale, del proti miscredenti alleati cogli atei sconcia• mente abbracciantisi agli altari per salvare la borsa dal proletariato socialista?), Il metaff.sicismo ha base nella vita. Finchò v'ò dell'inconoscibile o dell'indistinto, vi sa– ranno menti che vogliono indagarlo, o che, non appa– gandosi della spiegazione - se tale può chiamarsi - positiva o laica, cercano la chia\•e del ml$itero nell'at di lù, e volono delinearsi, nell'allucinazione del loro bisogno cli sapere, oltre lo nuvole, la figura dì un arte– fice dell'unh•er30. Coloro che ne ridono a cuor leggero, se non sono essi stessi 1 per altri versi, dei solennissimi metafisici e teo– logici che vedono la pagliuzza nell1occhio altrui o non avvertono la travo nel loro, sono spes,io degli uomini cho non pcnsl\no, nò cercano, nè A.nelnno a saper nulla, e vivono tamquam vaecudes, in una in1ifferenza igno– rante e piatta ch'es1:1Iscambiano per positivh1mo. Credere boriosamente che tutto sia spiegflto p,r tutti, e che la Scienu ba<Jtl a tutto comprendere e a tutti appi:igaro, ò nlbngia di varve1111s di un positivismo orec– chiante, cd ò anche inabilità. cli politicanti baldanzosi, che si credono ns9n\ pit'l rortl di quel che sono. Il meta• fisicismo rlsorue a quando a quando, e noi dobbiamo combatterlo con armi <la razionalisti e non da preti, e dobbiamo sopratutto scomporlo nei suoi elementi e divi• derlo (,.e la tattica riformista deve insegnarci qualche cosa!) ,·edendo quel che in esso può giovare alla cau~a nostra, e quel cho può essere, consaputamente o no, a servizio della reazione economica e politica. Se un prete (e vedremo più innanzi che ce no sono) viene sinceramente col poveri e li aiuta a liberarsi, poco m'importa s'egli lo iaccia per seguir Gesù Cristo anzichè Carlo Marx, o per obbedire una sua legge mo– rale a cui mette nomo Dio anzichò Giustizia. ... Quando 1 come una novità. simpatica o strana, si vide urflcialmonto conres!lata la adesione di due giovani cat– tolici al movimento socialista, si dimenticava o si igno– rava che a Reggio d 1 Emilia la cosa era già avvenuta e da tempo: non nel senso che qui vi siano dei preti ascritti al Partito, ma perchò vi sono dei preti (mosche biancho rarissime flnchò si vuole) che simpatizzano e anzi si Identificano con noi In tutto quello che ò ma• teria sociale, e che clànno il loro appoggio 1 sl nelle ele zioni che nelle lotte economiche, al nostro movimento proletario. Dopo che la Democrazia cristiana di Don Murri e di Leone Xl Il si tra<irormò qui nella losca organizzazione affarislico-krumlresca del preti Intriganti e politicanll, alleati dei padroni nel campo del la,·oro, e dei rea~io– nart atei ed ebrei nel campo elettorale, un manipolo di preti giovani e arditi tenne redo al p!ogramma antico, anzi lo sviluppò e lo spinse fino a esser tutt'uno, pel rispetto economico e politico, col socialismo. Essi ammettono l'organizzazione di classe, il movi– mento dei lavoratori contro il capitalismo, e la mèta collettivista, cho ricollegano al primitivo comunismo cristiano. Sono, In effetto, del socialisti che credono - o che credono di erodere - in Dio, e che obbediscono al Papa In materia di fede: e, per quanto deplorino cbe la messa lavoratrice abbia perduto la religione, non pongono però Il riacquisto cli essa n pregiudiziale neces• saria por un'azione sociale. Riconoscono, prima di tutto, elle In. colpa maggioro ò dei proti che tradirono e ab• bandonarono I poveri; res))iogono il principio che la fede religiosa deva e~ser pa<isnporto all'organizzazione o ai suoi benefici:; e sperano che la fede ritorni, ammet– tendo del resto che, se una civiltà e una educazione nuova può rar vivere la gente secondo una sana e savia legge morale tant't, quanto una ben iote!la religion
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