Critica Sociale - Anno XVIII - n. 20 - 16 ottobre 1908
310 CRITICA SOCIALE m11ggloranza tedesca e una minoranza italiana; e la maggioranza tedesca approHtta della sua prevalenza per sfruttare nel tributi e nella erogazione dei tributi gl'ita– lianl. Manca ngl'ltaliani dell'Austria una Università na– zionale. Le due questioni nrdentl dell'autonomia ammini– strativa del Trentino o dOll'Untversltà a Trieste tengono perennemente agitati gl'ltalianl dell'Austria, e hanno fra noi contraccolpi perturbatori, i quali rendono impos– sibile una Intesa cordiala fra noi e l'Austria. Noi non dobbiamo ,•olere mutamenti di frontiere. Noi dobbiamo volere con l'Austria una pace dignitosa e sicura. La pace dignitosa cc la saremmo aa,iourata, à'aCC()rclo con l'lrl• yhilterra, sistemando equamente gli affari balcanici. J1 suo desiderio di una pace sicura l'Au.stria può e devo dimostrnrlo soddisracendo gli ito.llnnl, che vivono nei suol confini, nella rieblestn di cib ohe del resto è o.d ossi gnrentlto dalla costituzione austriaca. Il Cautalupi ha detto utopistica quest'Idea, mossa avanti con la sua geniale intuizione pratica dal lllssolatl, per il semplice moth,o che si tratta di questione Interna dell'Au1tria, in cui l'Jtalla non bo. 11 diritto di entrare. Ma, franca– mente, cl sembra che ti Cautalupi si dimostri proprio l iù Ingenuo del naturale. Non è la prima ,•olta che In un trattato Internazionale uno o più dei contraenti si obbligano a certi determinati atti di legislazione lnleroa. Che altro sono I trattati di lavoro di cui uno esiste fra la Francia e l'Italia? Lo stesso trattato cH commercio Italo-svizzero non stabiliva per l'Italia l'obbligo di isti– tuire a Como una scuola di setificio? Sono dunque cosl Ignoranti della storia diplomatica i nostri giornalisti cosl detti competenti In politica estera? V. Tutto questo, nella Ipotesi cho nò l'Inghilterra, nò la Russia chiedano qualcou per sè. :lla questo è assai dir– flclle. L'Inghilterra non J)Otrebbe chiedere che la ces– slono definitiva dell'Egitto o l'Isola di Creta; ma è troppo poco tlttonlann. per sacrlflcare la magnifica posizione, obo s'è acquistata in Oriento In questi ultimi mesi, a Ingordigie territoriali. r_,9, Russia potrebbe chiedere Il libero pusagglo delle suo navi da guerra per lo stretto del Dardanelli, che avrebbe certo per lei enorme im– portanza . .i\la l'Inghilterra difficilmente le consentirebbe questa domanda, che arr('oberebbe un grave danno a lei, e che riescirebbe a scapito della giovane Turcbia 1 la cui potenza risiede In buona psrte nel dominio del Dardanelli. Nè noi avremmo Interesse a ,•edere nel Me– diterraneo una nuova potenza na,·a\0 1 come quella della Russia. Dato, però, che l'Inghilterra cousenta a mettere sul tappeto altro questioni all'Infuori di quelle finora accen• nat(', la condotta dell'Italia ci sembra sicuramente se– gnata. L'Italia deve anzitutto rlftutare energicamente, riso– lutamente, a compenso del nuovi acquisti russi o inglesi, qualunque terrltorlo lurco, e In modo speciale l'Albania o la 'l'ripolitania. li ministro che accettasse questi com– pensi meriterebbe che l'dlta Corte dl giustizia lo con• dannasse per alto tradimento alla galera a vita: 1°percbò sarebbe Ignobile pirateria derubare la Turchia liberale; 2° perchò quest'atto di Ignobile pirateria ci renderebbe odiosi a tutte le popolazioni musulmane e rovinerebbe I nostri commerci; 3° perchò l'occupazione dell'.Alba.nla o della Trlpolitnnla ci obbligherebbe a nuove enormi spese militari di terra e di mare per fortificare e difen– dere questi paesi ed aaslcurarcl con essi le comunica– zioni; 4° perchè dall'occupazione militare nulla guada- ~uerommo, es,endo certo che l'Inghilterra imporrebbe a noi Il sistemo. della porta aperta e c'impedirebbe di fare del protezionismo a nostro vantaggio: e in queste con– dbionl ò indifferente che quel paesi steno politicamente nostri; e a noi devo solo im1,ortare di difendervi il 11- hero scambio, da cui noi approfitteremmo più degli altri, data la. nostra maggiore vicinanza geografica. F;sclusl i compensi a danno della Turchia, non resta che un compenso a danno dell'Austria, che noi potremmo ~ do,,remmo eslgere 1 d'accordo co,i l1hfghilte1-ra: la ces- 3ione del Trentino; cho cl permetterebbe di assicurar meglio la nostra rrontiera orientate, perciò di diminuire lo noslre speso militari di terra, e mantenere l'equilibrio fra la nostra potenza marittima e le cresciute potenze dell'lnghlltcrra e della ltussla, senza dissanguarci troppo o per terra o per mare. Ma ai tratta di ÌJlOtesl, a cui forse monca ogni baso i ed ò bene che manchi ogni base. \TJ. ln tutto questo groviglio di Idee, l'on. Tommaso 'fit– toni - beato lui! - non ba capito niente. Questo figlio di mercante di campagna, la cui madre raceva ancora parte a Roma del ge1m·o11e; questo uomo d'affari man– cato; questo prefetto della camorra napoletana, sbalzato a un tratto a reggere i destini dell'ftalia percbè .... sa– peva parlare Inglese - si è ubbriacato 1 come tutti I pezzenti arricchiti, delle suo rortune immeritate. Non sa rare altro che gite in automobile con la vecchia auten• tlca aristocrazia diplomatica, godersi l'incenso del conti e delle marchese e,otlche, e farsi corbellare. Dl spropositi finora ne aveu ratli più d'uno. Alla conferenza di A.lgesiras aveva destinato quello squilt– brato del Sllvestrelll, suo cugino, che già ci aveva mesAI malo con la S,•izzera o con la Orecia 1 e a cui manca– vano tutte quelle doti di Intelligenza e di tatto, che oc– correvano In una posiziono co.!-lestremamente difficile come fu qnella dell'Jtalia. nella vertenza marocchina: per fortuna il Alinlstoro ttortls cadde a tempo; o il San Giuliano ebbe la Intuizione geniale di mandare ad Algcslras Il Vhcontl-Venosta, che salvò ed onorò l'Italin. La concessione della rerrovla macedone, ratta dal Sul– tano all'Austria, gli cadde sulla testa come una tegola: per fortuna intervenne la Russia a chiedere in compenso la rerrovla transbalcanica; o lui si afferrò alle faldo della Russia e co~l anche questa fu rattoppata. Quando scoppiò in Turchia la magnifica rivoluzione costituzionale, l'ex-amm!nlstrr..toro del Credito immobi– liare, secondo la sua abitudine, non ci cai,ì nulla; e lasolb cho l'ambasciatore Imperlali - un uomo oggi pericolosissimo in Turchia perobò asservito all'ambascla• tore germanico - aiutasse la ruga di un pascià ladro e concuSllonarlo e odiato da tutti i liberali; cosl suscitò contro di noi lu recriminazioni ed i sospetti dei Giovani turchi: e questa non ebbe il buon senso di accomodarla, neanche col dare un congedo di salute all'ambasciatore Imperlali. Ora poi, mentre tutti gli Stati si accingevano a protestare contro l 1 Austrla, egli solo proclamava a Carate - nuovo balordo Pangloss della diplomazia - che tutto va bene noi miglioro del mondi possibili. ~~inora - bisogna dlro la verità - l'on. Tittoni ha avuto due fortune che gli hauno permesso <li sproposi– tare relicemenle: 1° una racola tosta a tutta prova; 2,, avversari ancor meno competenti di lui in questa materia. Codesti avversart sono l democratici massonico-irre– dentisti, che parlano nel Suolo, nella Vita, nella Ragione
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