Critica Sociale - Anno XVIII - n. 20 - 16 ottobre 1908
316 CRITICASOCIALE deputato sono necessari 3 o 4- mila voti contro for– tissime minoranze, da noi basta un migliaio di voti e anche meno pel' fabbricare un deputato. UN A. VOCF,. - Lo sappiamo. SALVgl\IfNJ. - :Ma non lo sentite, e non ne com– prendete I'import,anza. - E, mentre nel Nord il pro– letariato, avendo il diritto di ,,oto, può pesare con tutta la sua forza nella vita politica e amministra– tiva, o presidiare con le armi politiche la sua ele– vazione economica; nel Sud il proletariato è del tutto escluso dalla vita politica; e questa è mono– polio incontrastato della classe latifondista e della media e piccola borghesia dei professionisti, eser– centi, appaltatori, impiegati. Quella lotta. di classe, che nella vita economica e morale dei nostri paesi è un fatto continuo e netto e spesso eccessivamente nspro, sparisce non appena entriamo nel terreno po– litico ed elettorale: perchè uno dei combattenti, la classe la\'oratrice, è tagliato fuori da ogni influenza legale. VOCI. - Basta! GRAZCADEL - Va avanti. È la prima volta che nei nostri Congressi si parla di questione meri– dionale. PRES!DEN'l'E. - Lasciate parlare. SALVE~ffNI. - Queste interruzioni confermano pienamente quanto dicevo or ora, che voi non ci tenete al suffragio universale, e che ignorate quanto esso sia necessario per l'Italia meridionale. La prepotenza governativapermessadal suffragio ristretto. Perchè l'effetto del nostro sistema elettorale è che, nel .Mezzogiorno, non solo le classi lavoratrici sono escluse da ogni influenza politica, ma non è possibile organizzare nessuna 3eria resistenza contro la corruzione e la prepotenza del Governo. Delle persone che formano una massa elettorale, una parte non va mai a votare. Quelli, che vanno a votare, si possono dividere in tre porzioni: i due gruppi, che seguono stabilmente i due partiti impe– gnati nella lotta, e un gruppo intermedio che, spo - standosi, ora di qui, ora di là, determina la vittoria. - In generale ogni partito può contare su una massa, non molto estesa, ma s'.cura di elettori, i quali vo– tano ad ogni costo per esso, sia perchè profonda– mente convinti degli ideali propugnati dal partito, sia perchè interessati alla vittoria del partito, da cui hanno ottenuto o sperano cti ottenere impieghi, ap– palti, favori personali di ogni genere. Quando gli elet– tori sono molti, e sopratutto quando la maggioranza del corpo elettorale è formata da lavoratori, che non possono aspirare a impieghi, non concorrono agli appalti e non possono essere tutti conquistati con la corruzione personale, - i partiti sono obbligati ad occuparsi atth•amente degli interessi generali per mantenersi le simp!l.tie della grande massa non le– gata per vincoli persouali alla loro causa. Dove, in– vece, come nell'Italia meridionale, gli elettori sono pochi, e il proletariato non ha peso politico, e do– mina sola la piccola borghesia improduttiva e la grande proprietà fondiaria, ivi gli interessi generali sono del tutto dimenticati; e ogni lotta politica si riduce alla conquista degli impieghi, degli appalti, del libero sfruttamento dei bilanci comunali. [E la situazione peggiora nel Alezzogiorno ogni anno per effetto della emigrazione, che rialza i salari mentre resb stazionario o dimiuuisce il pt·ezzo dei prodotti agrari: perciò il reddito fondiario diminuisce; e tutta quella piccola borghesia cosidetta intellettuale, ma corrotta e oziosa, che prima era aiutata a vivere dalle poche centinaia di lire annue ricavate dalla terra, si vede a poco a poco volatilizzare nelle mani ogni reddito; e si precipita con furore sempre più aspro sui bilanci comunali e provinciali; e si divide in fazioni contrarie, capitanate da famiglie nemiche di latifondisti e di avvocati; e si disputano feroce– mente gl'impieghi; ed, essendo sole padrone del po· tere politico, non trovano nessun freno al loro mal fare]. In queste condizioni, la corruzione e la prepotenza governativa non incontrano nessun apprezzabile osta~ eolo. Basta, infatti, al Governo intimidire nelle ele– zioni le poche centinaia di persone aderenti stabil– mente al partito, che esso vuole abbattere, e corrom– pere le poche centinaia di elettori, che formano la massa intermediaria; e la vittoria gli è assicurata. La corruzione il Governo la fa, non solo permet– tendo la compera dei voti, che del resto da noi finora è stata scarsamente usata, ma distribuendo, per mezzo del deputato ministerh,Ie, impieghi, porti d'armo, grazie sovrane, condoni di imposte, sviamenti di pro– cessi, ecc. L'intimidazione si compie per molte altre vie. 11 delegato di pubblica sicurezza, specialista in operazioni elettorali, che è distaccato dal Prefetto nel Comune in cui occorre dare battaglia, toglie le licenze di minuta vendita agli esercenti contrnrì al partito, diciam così, deWordine; richiama dal domicilio coatto i malviventi e li aggrega alle squadre di propaganda del partito governativo; sorveglia i seguaci del par– tito contrario, li provoca e, al primo scarto, 1i mette al fresco; chiude gli occhi sulle bastonate, che toc– cano ai nemici, e interviene energicamente, con la fascia ad arcobaleno sul petto, quando sono in peri– colo i congiunti. Negli ultimi giorni, che procedono la votazione, il paese è in istato di assedio: squadre di elettori governativi, tra i quali non mancano mai questurini travestiti in fraterno connubio con la mala vita, occupano Je strade e i crocicchi; costrin– gono gli elettori avversari a rimanere in casa; in– vadono i Comitati elettorali nemici e li chiudono per forza; fanno la guardia ai locali, in cui ·sono seque– strati gli elettori malsicuri, e li accompagnano a VO· tare con la scheda visibile in mano. [Questa è la tattica nel caso che il Consiglio co– munale sia nelle mani della camorra governativa. Se nel Comune è stabilito un partito d'opposizione, il Governo aggiunge lo scioglimento del Consiglio comunale. Il Commissario regio riceve dal Prefetto, che alla sua volta 11ha ricevuta dal deputato, la nota delle persone, ai cui servigi egli si deve mettere. I consiglieri indicati dal Prefetto sono i capi della fa. :done, che va messa al potere; e amministrano il Comune sotto la maschera del Commissario; desti– tuiscono gl'impiegati avversari e mettono a posto gli amici; intimidiscono gli incerti e li obbligano a diventare agenti elettorali j moltiplicano le eontr~v– venzioni per l'igiene contro i nemici, annullando quelle degli amici, e lanciandone delle cervellotiche contro i poveri diavoli per poterle poi revocare e accaparrarsi così altri voti; ritirano o concedono, sempre in vista dei voti, i permessi di occupazione di suolo pubblico; adoperano tutti i fondi della be– neficenza. per la corruzione elettorale; disperdono in un mese tutti gli stanziamenti di un anno per i lavori pubblici, distribuendoli fra gli appaltatori se– condo le convenienze elettorali, e ben inteso che gli appaltatori intascheranno i quattrini e non faranno i lavori. E il regio Commissario firma i mandati, spiega al Prefetto la necessità delle canagliate, ga– rnntisce da ogni procedimento penale i suoi amici. Nello stesso tempo egli studia col microscopio i bi– lanci dell'amministrazione che vuole stritolare: se irregolarità vengono fuori, tanto meglio; ae non ne trova, le inventa; e sottomette a processo il Sindaco e gli assessori contrari, rendendoli ineleggibili. E, se alcuno si arrischia a resistel·e, è messo in carcere per ribellione fino al lunedì dopo le elezioni, affin– chè non possa votare. E, se qualcuno è così ingenuo
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