Critica Sociale - Anno XVIII - n. 19 - 1 ottobre 1908

294 CRITICA SOCIALE del mnteriale rotabile, trova ancora un avanzo che va a beneficio del bilancio generale. (1) Ma da noi non è possibile altrettanto. A noi le ferrovie occorrono per vincere gli ostacoli naturali del tenitorio, e numerose sono le difficoltà che ren– dono difficile in Italia un 1 industria. vera e propria in questo campo. Abbiamo, ionan7,itutto 1 grandi ac– clività nelle linee, che aumentano le spese per com• bustibile, richiedono un maggior uumero di perso– !Ht.ledi scorta, importano una maggiore spesa di manutenzione e rendono infine necessario comporre i treni di un minor numero di veicoli che altrove. Abbiamo poi estese zone malariche da attra\'ersare, donde la necessità di speciali indennità al personale; abbiamo una straordinaria frequenza di gallerie, acque di alimentazioni prevalentemente calcaree, che determinano incrostazioni nelle caldaie; moltiplicità. di passaggi a livello, ecc., ecc. Inoltre è sopratutto da ricordare che 11Italia è un paese in formazione, e che le ferrovie le occorrono più a promuovere la ricchezza che non a servirla. Per ciò il nostro ordi– namento ferroviario deve costituire un \'ero servizio pubblico, con metodi e prezzi che diversifichino da quelli di un 1 impresa privata. Ma) quando si parla di servizio puhblico, bisogna bene intendersi, per non cadere uella deplorevole confusione che regna spesso su questo argomento. Esistono infatti - e la scienza fin•anziaria li ha chiaramente distinti - servizì pubblici gP-nerali, come quello, per eccellenza, della difesa militare; e servizi pubblici speciali, come quello, per eccel– Jenza, della poste e telegrafi. Ai primi lo Stato fa fronte col sistema delle imposte; ai secondi col si– stema delle tasse. F~sistono infine servizi pubblici misti, come quello della giustizia, ai quali 1o Stato provvede in parte con imposte, in parte con tasse. Ora, a quali di questi tre ordini sì deve avvicinare il servizio pubblico ferroviario? Non certo al primo, il quale porterebbe all'abolizione delle tariffe e alla concessione, a tutti i cittadini del Regno, della carta cli libera circolazione; assurdità manifesta, non solo per l'aggravio che ne verrebbe all'Ammiuistrazione, ma, sopratutto, pel fatto che il metodo si tradur– rebbe in una colossale ingiustizia. E' noto infatti che il sistema delle imposte, se è indispensabile in molteplici casi, è però sempre un sistema imperfetto, da evitarsi tutte le volte che è possibile. Esso s'impone solo quando non vi è modo di stabilire il quantitativo del consumo che ciascun cittadino fa di un dato servizio pubhlico; allora, in mancanza di un criterio diretto, si ricone a quello indiretto del reddito, ammettendo che chi ha più reddito, più consumi. E' un espediente come un 3-ltro, necessario quanto si vuole, ma non rispondente, nella maggior parte dei casi, alla realtà. Ora, come si potrebbe giustificare tale espediente quando sia possibile precisare il consumo che ogni cittadino fa di un pubblico servizio? Come si potrebbe far pa– gare di imposte ferro,•iarie una maggiore somma a un milionario paralitico> inchiodato in un fondo di letto, di quella richiesta a un commesso viaggiatore, che percorra ogni giorno da un capo all'altro PI– talia? Ma, se a questo nssurdo non arrivano i teorici ferroviari di manica larga> non ne vanno molto lon– tani quando insistono per la tendenza che abbiamo già. notato e deplorato, con la quale> in conclusione, cercherebbero di ridurre le ferrovie a un servizio pubblico misto, concedendo viaggi gratuiti o semi– gra.tuiti a intere classi di persone privilegiate, mol– tiplicando il numero delle cosidette gite di piacere, costruendo linee improduttive e via dicendo, cioè ( 1) V. li btl1rndo ftiTOl'im·lo ttrlltano c\l FILll'J>O 'l'AIANJ, In Ras- 8t(lll(I C1mltmportmta llcl maggio scorso. seguendo un sistema che, il più dello volte, torna a diretto vantaggio ciel pubblico che viaggia e che paga e a indiretto e molto problematico vantaggio pel resto del Paese. Tn vero, se ò manifesto che, nel servizio pubblico, ad esempio, della giustizio, vi è tutta una parte, quale quella penale e quella rela– th•a alla procedura, che interessa quasi pili la ge– neralità dei consociati che non il singolo cittadino che ne usa, altrettanto non si può dire delle fer– rovie le quali anzitutto giovano a chi ne ha diret• tame~te bisogno. In questo cnso, il concedere so– verchie agevolazioni a una pnrte degli utenti, signi– fica pregiudicare gli altri, che sarauno naturalmente costrettira pagare!per i primi i o significa aggravare ingiustamente tutti i contribuenti, anche quelli pei quali le ferrovie non costituiscono, in modo patente, utile alcuno E, in questa seconda ipotesi, abbiamo un altro gravissimo danno per la stessa. Amministrazione; la quale, quando si mefta per la via di non far rica– dere tutta la spesa sugli utenti, viene a privarsi i:Ii un controllo diretto ed effi0ace sulla bontà della spesa stessa. Quando gli utenti pagano, e pagano per intero, l'aumento o la diminuzione del traffico denotano chiaramente se il servizio procede bene o procede male, risponde o no alle esigenze del pub· blico ed è proporzionato al costo; quando invece i treni si affollano e si empiono per l'allettamento di eccezionali tariffe, per via di soverchie concessioni, o per qualsiasi altra ragione che prescinda in tutto o in parte dall'onere che ne risente l'Amministra zione, allora questa non ha più un criterio esatto per commisurare l'utilità della spesa cui va incontro, e, annaspando nel buio, può facilmente lasciarsi con· durre alla deriva. f.:: questo il caso dell'attuale Amministrazione? Noi non vogliamo essere troppo pessimisti; ma, certo, i parecchi indizi di sperperi, la diminuzione del pro– dotto netto, i grossi ed illegittimi prelevamenti dal fondo di riserva 1 l'impressionante aumento del per– sonale, la confusione e la poca chiarezza della con– tabilità ed altri notevoli inconvenienti venuti in luce, debbono metterci in guardia per preservarci da in– cresciose sorprese. :M) sopratutto, devono consigliare una via di condotta precisa e cosciente, che, pur tenendo conto delle speciali condizioni del nostro Paese, non trascuri lo stato delle sue finanze. Ora, è evidente che queste non navigano più a vele gonfie, com'è evidente che il Paese, il quale ha tanti e mai tanti bisogni, più urgenti anche di quelli fer– roviari, ecl è già tanto sovraccarico di balzelli, non può sopportarne dei nuovi per concedere il lusso o il comodo di viaggiare meglio o d'avere più sollecita– mente le merci a coloro che ne abbisognino. E in– dispensabile pertanto che le ferrovie italiane prov– vedano a se stesse, e vi provveda.no pure senza n ver di mira, come le ferrovie prussiane, straordinart pro• venti da regitlare al 'fesoro. Costituiscano dunque esse un servizio pubblico, ma un servizio pubbEco speciale a tutto e solo vantaggio degli utenti che pagano, senza extraprofitti, ma anche senza perdite per l'Amministrazione. UN CON rROLLORB. Avete le prime tre annate i L'Amministrazione della Critica è disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva unnata, rilegata, oppure con un a,mo d'abbonamento,l'iuvio che le venisse fatto della 1a, 2a o 3a annata (1891, 1892, 1893) di Critica Sociale in buono stato di conservazio,1e.

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