Critica Sociale - XVIII - n. 18 - 16 settembre 1908

CRITICA SOCIALE 277 Rendiàmoci giustizia: di questi problemi, alcuni soao stati studiati a fondo; per questi problemi, uomiui nostri hanno acquistato una competenza ... da ministri. Ma, siccome il salmo riformista finisce sempre nel gloi·ia di quei milioni così ben S()ftoli– neati dal Casalini i così ogni speranza di trionfo, e quindi ogni entusiasmo di propaganda 1 vien m eno sin da bel principio. Orhene: questa geremin.de - nella quale la Critica, da qualche tem po, va im pie– gando quasi tanto spazio, quanto pei problemi con– creti - non è essa stessa una nuova conferma della crescente debolezza del nostro partito nel campo politico? Ora, chi è debole deve cercare di diventare forte - salvo che non prescelga di farsi sopraffare. g, per di\•entar forti, anzi, più forti, i partiti non hanno che due mezzi: aumentare i propri adepti e i propri sostenitori - o contrarre alleanze con altri partiti. lo li ho proposti tutti e duo. )fi si risponde: nè l'uno, nè l'altro e... continuiamo a far quel che s'è fatto, pur con minoro speranza di successo! Certo, la risposta. non è data in modo da metterne in così facile evidenza tutta l'assurdità; ma tale essa è in sostanza. Completatela e sarete nel vero: " Oc• corrono milioni por la. scuola, milioni per l'agricol– tura, milioni per le leggi sociali, quindi bisogna chiederli, anzi, continuare a chiederli come ahl>iamo sempre fatto; e continuare a chiederli gridandone la nec~ssità specialmente· negli orecchi di quella demo– crazia miope che darebbe i milioni alla civiltà, ma comincia col darli ai bilanci militari; ma, visto e considerato che l'influenza politica del proletariato e ciel partito socialista - sulla quale avevamo fatto i conti per ottenere quei milioni - non che crescere, diminuisce: noi decidiamo di p,·emeilere la richiesta e la conquista del suffragio giusto e unh•ersttle. ,, Vero è che, completata così la richiesta, bisogne– rebbe smettere di sgomentarsi - come dinanzi ad un'impresa impossibile - della necessità Ji propa– gandare il suffragio universale. Vero è che, comple– tata così la risposta, il Gasalini - por esempio - bisognerebbe che sottoscrivesse quello che a lui sembra il miglior programma: il programma semplice (non semplicista) del S. U. Vero è che, completata così li~ risposta, non ci si potrebbe accusare nè di rivoluzionarismo, nò di radicalismo - perchè faremmo del tipico riformismo, aia pure a lunga scadenza. Vero è che, completata così la risposta, la forma– zione del blocco (che tutti vogliono fare ... senza dirlo) ritroverebbe subito una base che 11011 è la vecchia ... appunto perchè ne è la preparazione. Ma vero è anche che tutto ciò adduce a una nuova Cra di lotte interne ed esterne, mentre c 1 ò in aria un gran desiderio - e forse un vero biaogno - di riposo, dopo tanto baruffe. Lo si chiama 14 raccogli– mento n, ma è shrnchezza. E le virate di bordo non son fatte per gli stanchi. Stnnchezza: ecco la vera ragione che farà riget– tare le mie conclusioni. . .. Seppure gli schiocchi di frusta che vengono da Modena non ci scuoternnno in tempo. Per poco che il Partito continui ancora a non con• eludere - Cabrini, Rigola, Ricciardi, Quaglino hanno parlato chiaro - la Confederazione del lavoro farà da sè e magari .... male accompagnata da chi vorrà. Naturnlmentc a Modena (come in tutte le grane.li riunioni esclusivamente operaie) sono stati un po' miopi, politicamente parlando; naturalmente da Modena (vedi sopra) viene la minaccia di una poli– tica un po' gretta. ira sarebbe davvero miraholante che se ne stupissero i soci alisti. ... s tanchi. Ed invero. Senza stare a cerca.re esempi all'estero e contentandoci di ragionar e per u so e consumo di cosa nostra; bisogna ben riconoscere che, nella lotta di classe, il solo capace, oggi, di portare una visione un po' completa dei fini ultimi è il Partito sociali– sta. Se esso si a1>parta, è naturale che la lotta di cluase rimarri~ combattuta con criteri meno avve– niristici, come direbbe .Morgari, ossia con criteri meno radicali e meno innovlttori, mi permetto di dire io. Ma fra l'appartarsi e il " 1"accoglimento " - nel senso indicato sopra - la differenza non è poi troppa: quindi mi par chiaro che, se il Partito delibererà a Firenze di fare una politica di " raccoglimento ,,, la Confederazione, volente o nolente 1 sarà trascinata a prender in mano le redini ciel moto proletario ita– liano per dari:;li un'andatura a tipo belga .... senza la potenza finanziaria. ed economica di quelle Leghe e di quelle Cooperative. Del tradunioniamo italico!! Ma ci pensate? Con una borghesia apregiudicata come la nostrn, coll'anal– fabetismo proletario nostro, e con quel po' po' cli Mezzogiorno che ci delizia! Una sommossa ininter– rotta a Sud, contro delle al)ili ma scarse concession– cine a Nord: il tutto imbavagliato di arbitrati obbli– gatorissimi e di nomina a pubblici ufficiali anche dei ciabattini. Ne sutor ultra, rrepidam. - Non bisogna cioè ab– dicare nelle mani dei necessnriamente troppo pratici della Confederazione la direzione del movimento po- i litico proletario d'Italia. Ma se vogliamo ciò - Mo– dena ha p arlato chiaro - bisogna vivere, non vi– vacchia.re . Chi vu ol giudicare le mie conclusioni, non dimen– tichi che esse sono ispirate piìt che tutto eia questa intima convinzione, che il 1>nrtito deve ricominciare a vivere come 1>artito. E non è il caso che io ripeta perchè - a mio avviso - il S. U. costituisca. il solo programma immediato capace di riavviarci verso la vita. Oiova invece avvertire che, anche sotto questo punto di vista - della necessità di rivivere - la tattica del blocco è meno lapidahile di quel che sembri. Ciò è tanto vero, che si contano sulla punta d~llo dita le Sezioni che, pur dicendo 110 al blocco, non si siano risei·bate l'autonomia .... per farlo. Con questa differenza però, che il blocco per il blocco, come sarà quello fatto in pillole a hase di anticle- 1 ricnlismo !orale (oh! la commedia umana!), non le– verà un ragno da un buco; mentre il hlocco 1•er il suffragio univel'sale (inteso come mezzo per strap– pare quei tali milioni) ha un'impronta schiettamente socialista. Ma i socialisti sono stanchi e, come tutti gli stanchi, sono misoneisti; la routine bloccarda del natio borgo non ripugna, ripugna invece lo sforzo concorde, non dei sedicenti anticlericali, ma dei veri democratici - guidati dai socialisti ad una. grande hattaglia) invece cho alle solite scaramucce intorno al campnnile. I~ sì che questi sdegni intransigenti, di tante anime bloccarde tra le pareti del natio Collegio, sono stati bistrattati a dovere a Modena I W da prevedere anzi che l'assenza di pregiudiziali antihloccarde, che ha caratterizzato il Congresso mo– denese, farà da luhrificante ai blocchetti - mentre avrebbe potuto es.3ere la nota nuova e caratteristica della prima grande lotta elettorale combattuta sul terreno e coi criteri imposti dal proletariato e dal partito socialistn. Non solo, dunque, noi trascuriamo l'invito a vivere che da Modena ci viene, e ripudiamo anche il sug– gerimento di quel Congresso di fare alleanze - li han chiamati 14 accordi 11 - tutte le volte che ab- biano un contenuto; ma, ciò che è peggio, ci dedi– chiamo alla politica <leir2ccoglimento, proprio quando la Confederazione ci intima: o voi risorgete, o io vl scavalco - e ci ffl P.apire: quel blocco che vi fa.

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