Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908
CRITICA SOCIALE 265 - essi - si aggrapperanno agli csempt dei soeialisti degli altri pn.esi, 1>iùo meno esattamente offerti dalla stampa. borghese. Guardate i tedeschi I Ouardate gli inglesi! Sono pur socialisti quelli, eJ)pure dichiarano d'essere sopratutto preoccupati degli interessi della loro na• zione. 11 gioco è vecchio; ed è ripetuto presso tutti i partiti socialisti dalle rispettivo borghesie. - Ji'\nora, però, noi possiamo rispondere, in tutti i Parlamenti del monrlo, i socialisti internazionalisti si sono conservati fedeli al loro programma, combattendo ogni tendenza imperialista e guerrafondaia: l'odierno atteggiamento di una tenue frazione di socialisti inglesi, capitanati dall'.ll.indmann 1 non è ancora l'indice sicuro dell 1 orieutamento di tutto il partito. l~, ad ogni modo 1 si devono accogliere sempre col beneficio d'inventarlo lo notizie sparso dalla borghe– sia nffnrlsta .... costruttrice di corazzato o di cannoni. Quanto ai tedeschi, checchè si vada fantasticando da pettegoli maldicenti per ignoranza boriosa, non si sono mal scostati dai principi fondamentali del socialismo internazionale, e va ricordalo a loro onore che l'ultima lotta elettorale politica essi Fhanno combattuta proprio sulla piattaforma della politica coloniale, che il ministro Dernburg (il braccio destro di Iliilow) propugnava in nome dell'imperialismo capitalista predatore ed oppre'i– sore, ed i socialisti oppugnarono in nome della pace e della CÌ\'iltà. J~ le persecuzioni subìte dai socialisti tedeschi per la loro azione critica agli ordinamenti militari del loro paese (Liebknecht figlio è ancora in fortezza a scontare la pena che gli fu inflittn); e i discoral celebri di Hebel che satireggiava spietatamente i soldati del Kaiser i e tutta la loro azione, insomma, sfata la calunniosa leg– genda del loro nazionalismo. Rppoi, anche se rosse vero che una ventata di follia passa sui partiti socialisti di tutto il mondo; se un'on– data di pervertimeulo, sollevata dalla stampa borghese, :rnnebbiasse per un momento l'intelligenza dei no'!trl compagni d'altri paesi, non per questo nr.i dovremmo ritenerci in diritto di fare altrettanto. Restassimo anche soli a gridare la nostra minaccia contro le mene e gli intrighi dei pesca-nel-torbido che ammantano i loro obliqui Intenti con le pH1 sonanti parole, non dovremmo, perciò, desistere un momento solo dal farlo. Anzi, non potremmo comportarci diversamente, senza diventare i traditori del proletariato, senza rinnegare i nostri Ideali. . .. Al prossimo Congresso di Firenze, la discussione sul tema troppo generico del!' " Antimilitarismo ,, sarà bene localizzarla e limitarla alle due questioni accennate, pcrchè su di esse sia chiara e completa la discussione, e reciso ed esplicito Il pronunciamento del nostro par– tito. Il quale deve sentire il dovere di disciplinare un po' meglio e di controllare l'azione dei suoi organi, per non offrire alla borghesia dei vari paesi 11allegro spet– tacolo che mette In rilievo le più strane contraddizioni cli uomini anche influenti e conosciutissimi e dei suoi organi principali. C'è, nel partito !looialista, una famiglia di gente cho parla poco 1 ma tendo ad afferrare le redini del partito per guidarlo verso scopi e mete che non sono proprio quelli del proletariato e del socialismo. Bisogna rar s'!ntire a questa gente - che, per altro verso, nella azioae anticlericale per esempio, può anche faro del bene - una voce solenne e ammonitrice, la quale riaffermi il carattere internar,ionale del nostro partito, e quindi avverso ad ogni politica di sopraffll– :lione tra le genll di diversa favella; ad ogni aspira– ziono ·espansionista che faccia assegnamento sulla forza delle armi; ad ogni velleità bellicosa cbe spinga i pro– lotart dei vari paesi ad un macello generale. Nel momento in cui la rugiadosa democrazia ufficiale J>rendo i grandi atteggiamenti patriottardi, è bene che dalle assise del prolotA-riato, che dovo dare il danaro od Il sangue, si dica forte: -- Da questo orecchio non ci sentiamo! AMII.C'ARK $TORCHI. POSTILLA, A documentare il disorientamento di tanta gente di parte democratica viene in buon punto un articolo fremebondo di U. Serpieri, nella Hagione del 23 ago~to, nel quale lo scrittore repubblicano accu<.a di viltà la monarchia italiana perchÈ\ non risponde con un·azione più decisamente antiaustriaca " al grido di dolore e di rabbia che viene dai nostri fratelli irredenti . 1• E, per dire al popolo la verità spoglia di ogni velo, il sig. Ser– pieri racconta due fatti: la calata dei barbari a rrrieste durante le feste in onore dei cooperatori milanesi e l'aggressione subìta da alcuni muratori italiani e re– gnicoli da parte di parecchie diecine di croati a Spa– lato, il 19 di agosto. Sulla gita dei milanesi a Trieste farebbero molto bene i fogli irredentisti del Regno a tacere, come han fatto i giornali locali. Questi tacquero per togliere alla. gita quella significazione nazionalista che era dapprima nei loro voti. E fecero bene, perchè co~i si ebbe la par– tecipazione di tutta la popolazione italiana 1 al di fuori di ogni colore politico, alle feste dell1ospitalità. Gli sloveni nazionalisti (i u barbari . 1 , come li chiama il maz– ziniano Serpieri) tentarono - la giornata dell'arrivo - d 1 inscenare una controdimo!ltrazione, come protesta contro i nazionalisti italiani, che la domenica prece– dente avevano accolti con dimostrazioni ostili altri ospiti di loro stirpe. Ma il tentativo degli sloveni falli - sopratutto per merito dei socialisti che li fronteg– giarono subito - e la giornata trascorse tranquilla, turbata solo a tarda sera da qualche tafferuglio, dovuto alla solita intemperanza dei nazionalisti, che fan con– ttistere tutto il loro furore nazionaliRtico nel baruffare con gli sloveni - quando son sicuri di darle - e nel– l'accapigliarsi con le guardie. Una commedia anche questa come tante altre, che si rappresenta nei paesi irredenti da molli anni, col danno t·eale e positivo del– l"ldea nazionale e degli interessi della popolazione ita– liana, alla quale non si è mai insegnato a conquistm·e un posto migliore nell'o1·dinamento degli Stati austriaci. Ma gli scrittori di cose irredentiste non hanno l'obbligo <ti approfondire un po' le loro os:iervazioui prima di parlare al pubblico. I..'aggressiontt - avvenuta a :\travazze, non a Spalato raccontata con la solita perfida mala.fede, dai gior– nali nazionalisti, al civilissimo intento di istigare la gente a\l'oJio di razza - non e altro che uno dei tau ti couf\Ltti, che sorgono, dovunque !IOuonumerosi operai a lavorare, per ragioni ben diver.ie dall'odio di stirpe. Jl quale in Dalmazia è proprio scomparso - con buona paco dei birbanti che su di es:to han fatto sempre i loro negozi - per opera della propagandK. e della or– ganizzazione socialista. E, quando il nostro partito era debole nei paesi della costa dalmata, se qualche con-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy