Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908

CRITICASOCIALE 267 vlsmo. E la lasceremmo da parto, non perchè crediamo provata la tesi sempltclsta che " i consumi, tranne lo case, non sono aumentati di prezzo "' Ci vuol altro che lo spoglio di vent'anni di prezzi a Milano, per affermare ciò che afferma il Colajanni; ti quale, del resto, ci sembra, racevR. parte d'nna Commissione scientifica del. l'Jstituto d'lncoraggiamQnto Napoletano, che riferl per voce del Orazlani 1 ammettendo un rincaro pressoehò ge– nerale, almeno nell'ultimo decennio. Jl Rigola, d'altra parto, non sembra aver compreso cosa intendiamo per correlazione fra resistenza e rincaro della vita. 1::gllnon potrà. negarci ohe nei capitalisti, forzati a concedere maggiori salari 1 ngisce subito In spinta a cercare una riu.lea aumentando il prezzo del prodotti. Mille volte la vittoria negli scioperi dà pretesto a questi rincari, resi possibili dal regime imperfetto di concorrenza cho vige oggidl, e non di rado il pretesto è eccellente perchè I capitalisti facciano un buon affare, dando IO al propri 01,oral, o sottraendo 20 alla massa dei eoneumatorl. Abbiamo sempre detto pretesto j o ciò dispensa dal rlepondere al Rigola che ra la voce un po' grossa, quasi che noi cl accodassimo alla tesi reazio– naria, mettendo fra scioperi e caro-vita un rapporto di causa ed effetto I Sappiamo bene che la rivalsa vera e deftnitin pel capita!lsta deve essere Il perfezionamento della tecnica della produzione, che consente la coesistenza di alti salari e bassi prezzi. Ma Il rincaro puro e semplice è più facile e comodo; e ranno benissimo e si mostrano già pervase dal 1nmto di vista dei consront quelle organiz– zazioni operaie che cercano di imporre, oltre al salario, il limite massimo dei prezzi (esempio dei mattonai 1 stu– diato da noi nella Critica, acutamente lumeggiato poi dal llontcmartlnl nel Giornale degli- economisti ed ora citato dallo stesso Rigola). Sbarrata lor'o la via dei rin• cari, le intraprese capitaliste saranno costrette con mag– giore intensità. a chiedere salvezza a.Ila tecnica; della quale tecnica sentiamo tanto l'importanzn,cbe affermiamo insufficiente promuoverne Il miglioramooto nella vin Indiretta dolio sprone mediante la resistenza, e soste– niamo la cooperazione o assunzione della produzione per evitare gll sperJ)eri, lo Inerzie, gli stessi arresti tecnici, che sono talvolta connaturati al regime at– tuale. Quanto al caro della vita, non è l'esservi o no stato realmente un rincrudimento odierno, che tocca l'essenza del socialismo ricostruttivo. Il caro-vivere è piuttosto una piattaforma realistica, che serve da punto di par– tenza per un razionale programma rii politica munici– pale, nei suol tre aspetti: delle municipalizzazioni, del– l'annona o dolio case. Tra questi problemi e la Coope– rativa integra.le Il nesso c'è, nella rinnovata dignità del p,mto di vuta dei co11s1m1i: (Il consumo è criterio che, obliato in pa!sato 1 va ora In prima linea), che si collega a nuove correnti di pensiero economico. Anche qui I t1om1i precorrevano, con la formula del bisogni preferita a quella del lavoro. 11 SI produce per consumare, non si consumapt,· produrre,.. Il consumo ò, finalisticamente, il 1u·ius; ed è In questo senso che, fluo ad un certo punto, la stessa tendenza. concettuale imposta i nuovi programmi comunali, la Cooperativa integrale, e perfino gli sforzi di coloro che dalln. politica del consumi vo– gliono trarre un orientamento antlprotezionlsta e libe– rista (Giretti e Oiovannlnl). La Cooperativa integralo, che è, secondo noi, la più tipica e leglttlma manifestazione del punto di vista dei consumi, basa, ben più che sul caro-vivere, sull'altro punto esaminato dal Rigola: la necesslfa di arginare l'egoismo sindacale. Dice Il Rigola che Il particolarismo e l'egoismo di corpo sono una prevenzione sana di condottieri lun~i– miranti, più che 0011siano un reale vizio congenito delle organizzazioni di resistenza. Viceversa, l'egoismo di gruppo e la tendenza al monopolio si svilappano molto meglio nel campo cooperativo. La stura calda del loro germi ò la Cooperativa. Ahimè, Il solito sipario! l gruppi di lavoratori, ba– stonando Il sipario-capitalista, non si accorgono che si picchiano anche fra loro. lla, nonostante il sipario, gli antagonismi di gruJ)po o ceto fil vedono bene spesso nell'organizzazione di me– stiere. Il cosl detto localismo, contro cui protestano tanto I dirigenti dolla Confederazione, cela spesso nelle sue viscere o si accoppia col partieolarlAmo di categoria. 11 La tendenza particolarista è forte. Sorgono spesso pie• cole Federazioni nazionali autonomo, ecc. ,, Chi scrive questo è lo stesso Rigola, a pag 34 dell'opuscolo. La sollrlarletà fra I ceti e l'organizzazione unitaria del movimento opera.io riposa su motivi sentimentali e poli– tici, più che su fondamento. economiche. Calde correo ti Im– petuose di simpatia scloperista sono spesso i soli legami tra i gruppi (la Confederazions ne sa qualcosa), e non è formato Il tessuto connettivo ordinario e continuo tra le varie categorie che lottano per le ta riffe e gli orari nelle varie Industrie. Di mnno in mo.no poi che il generico spirito consociativo dei primi tempi, Imbevuto di Idea– lismo, cedo Il luogo alla organizzazione riflessa e co– sciente, si sviluppa naturalmente, con la nozione degli interessi di ceto, la spinta a imperniare l'azione su essi. La storia del trado-unlonlsmo insegna. Il progresso nel– l'organizzazione conduce alla differenziazione dei gruppi, e che sforzi ci voglh,no (la Confederazione ne sa qual– cosa) per tonarli uniti! Una comprova dul particolarismo nelle Leghe di me– stiere sta negli spunti protezionisti che si affacciano, o.ppenn vl sia Il pericolo di danneggiare qualche rnmo Industrialo pel vantaggio dol.... consumatori. Non saremo noi a volere guerra aprlorlsta al protezionismo, e di• chiarare nei Congressi abolite le barriere doganali, come proponeva Il Nofrl al Congresso della cooperazione, con• trapponendo un ordine del giorno In questo senso a quello del Vergnanlni sulla politica del consumi e sulla Cooperativa Integrale. Al nostri scopi basta rilevare il ratto che, quo.udo si annunciano la riduzione di un dazio (seta, cappelli) o forniture all'estero (materiale ferroviario), sl forma automaticamente la coalizione del capitalisti e del lavoratori addetti al ramo, e i deputati socialisti si muovono nella direttiva degli Industriali, in senso particolarista. Un 1 altra comprova si pub vedere, dove non c'è ..... Il sipario; vale a dire dove, per la già. avvenuta assun– zione dn purte dolio Stato 1 ò più facile afferrare Il rap– ))Orto tra li gruppo operalo Interessato o gli o.Itri gru;,pl che nella loro totalità costituiscono i consumatori del prodotto o del servizio cui Il gruppo lntere!sato è ad– detto. Uasta pensare all'eecmplo dei ferrovieri, al quo.li e partito socialista o Confcdernzione dlnlegano in alcuni casi Il loro appoggio 1 prima che le loro pretese sleno eommlsurnto al rendimento dell'azienda cd II agli lnto– ressl degli altri gruppi di lavoratori 11 • 'l'alo la formula del Yergnanlul ! Del resto, perchè Il particolarismo agisca, non occorre che l'organizzazione d 1 un gruppo faccia d&sè o si armi contro le altre. Può darsi benissimo che l'organizzazione

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